Eurispes, start-up più importante driver crescita occupazionale economia italiana

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(Adnkronos) – Negli ultimi anni, è cresciuta l’attenzione verso le start-up innovative ad alta tecnologia. Le start-up rappresentano il più importante driver di crescita occupazionale dell’economia italiana. In Italia, nel terzo trimestre del 2022, si sono registrate 14.708 imprese attive con un valore medio di produzione di circa 211mila euro, in aumento rispetto al trimestre precedente (Infocamere- Unioncamere). Il Governo italiano ha introdotto l’Italian startup act (Isa) per fornire incentivi e supporto a queste imprese in tutte le fasi del loro ciclo di vita. E' quanto rileva il 36° Rapporto Italia realizzato dall'Eurispes.  Secondo il Global innovation index del 2023, l’Italia guadagna due posti nella classifica dei Paesi con imprese più innovative collocandosi al ventiseiesimo posto. Le migliori performance si sono registrate nell’ambito delle categorie: ‘conoscenze e tecnologia’, ‘infrastrutture’ e ‘creativity output’, riflettendo la capacità creativa e innovativa del Made in Italy. Tra gli indicatori che invece incidono negativamente si trovano le ‘Istituzioni’, a causa delle criticità di creare una nuova impresa legate alle lungaggini burocratiche e alla difficoltà di accedere al credito. Il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto una serie di iniziative volte a sostenere la nascita e la crescita di start-up innovative. Si tratta di semplificazioni alla costituzione, agevolazioni fiscali e di sostegno al lavoro (assunzioni di personale) e agevolazioni fiscali agli investimenti nel capitale di rischio.  Secondo una ricerca della Rome business school, le startup innovative in Italia sono passate da 14.708 nel 2022 a una previsione di 16.256 nel 2023. Dal 2013 al 2023, si è registrata una crescita cumulata pari al 981,6% e una crescita percentuale media del 26,88%. Nel 2013 il 67,5% delle start-up ha un valore della produzione inferiore a 100mila euro, mentre nel 2022 questa percentuale scende al 27%.  Inoltre, nel 2013 appena il 2,1% ha un valore della produzione compreso tra 1 milione e 5 milioni di euro, mentre nel 2022 la percentuale sale al 25,7%. Solo cinque regioni (Lombardia, Lazio, Campania, Emilia- Romagna e Veneto) insieme contano 9.292 imprese nel 2022. La Lombardia è la regione con il maggior numero di start-up innovative (3.933), cui seguono il Lazio (1.790) e la Campania (1.392). Le start-up innovative si concentrano soprattutto nei settori dei servizi di informazione e comunicazione (50,6%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (23,1%) e nella manifattura (14,5%) (Infocamere). Passando a considerare le variazioni percentuali nel periodo 2013-2022, si registra una crescita per tutti i settori considerati (Rome Business School). In particolare, la variazione positiva più alta si registra nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+3.800%).  A seguire il settore della sanità e assistenza sociale (+2.367%), quello delle altre attività dei servizi (+2.100%) e delle attività finanziare e assicurative (+1.950%). Le start-up innovative con un significativo impatto sociale, definite ‘ibride’, combinano obiettivi finanziari con soluzioni tecnologiche per le sfide sociali. Il legislatore italiano distingue questa categoria di start-up in diverse categorie: start-up innovative a vocazione sociale (siavs); start-up innovative con qualifica di società Benefit; start-up innovative con qualifica di B Corp.  Nonostante il contesto macroeconomico complesso, nel 2021 in Italia si contano 468 start-up innovative sociali attive, registrando una crescita significativa non solo all’interno della categoria (+28% rispetto al 2020), ma anche in confronto alle altre tipologie di start-up innovative nel 2020 sono aumentate oltre il doppio dell’incremento medio, pari al 12% delle altre start-up). Al primo posto si colloca la Lombardia con 191 start-up, segue il Piemonte (43) e l’Emilia-Romagna (42). In termini di ripartizione settoriale, sono maggiormente concentrate nei ‘servizi di informazione e comunicazione’ (47,3%), nelle ‘attività professionali, scientifiche e tecniche’ (20,4%) e nelle ‘attività manifatturiere’ (9,5%) (Social innovation monitor, 2022).  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)