Cervi, in Abruzzo è mattanza

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Cervo europeo foto da Grieg
Cervo europeo, foto da Grieg
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֎Nessuna valutazione di misure alternative, per esempio la cattura degli esemplari in esubero e il relativo trasferimento in aree dove il Cervo è assente o in ridotta densità, ben individuate nel Pfvr֎

Ormai in Italia pare non ci sia altro mezzo di gestire il rapporto uomo-ambiente se non, preferibilmente, con l’eliminazione dell’«ostacolo»: uccisione di animali, abbattimento di alberi, aumento di pesticidi… Ora è di scena l’Abruzzo che è passato da gestione modello degli anni d’oro del Parco (quelli di Franco Tassi, tanto per intenderci…) all’abbattimento di cervi. Già da anni, in questo posto incantevole dell’Italia, silenziosamente, venivano lasciati bocconi avvelenati. Problemi, comunque, dei quali ci siamo spesso occupati. Meraviglia il silenzio di ricercatori e scienziati delle varie discipline. Pubblichiamo una nota di Grieg sul problema cervi.

C’è da rimanere decisamente allibiti davanti alla recente decisione assunta dalla Regione Abruzzo: l’abbattimento di 469 esemplari di Cervo europeo (Cervus elaphus) nei comprensori venatori di Avezzano e Sulmona, dove avrebbero superato la densità prevista nel piano faunistico-venatorio regionale (Pfvr) vigente.

Il Cervo è stato reintrodotto in Abruzzo nel parco nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise (1972-1982), nella riserva naturale Valle dell’Orfento (1983-1989) e nel parco nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga (2002-2006).

La deliberazione Giunta regionale Abruzzo n. 509 dell’8 agosto 2024 ha approvato il calendario venatorio per l’abbattimento dei Cervi con parere favorevole Ispra (nota prot. n. 39554/2024 del 15 luglio 2024) con suddivisione dei capi abbattibili per classi di sesso ed età.

Nessuna valutazione di misure alternative, per esempio la cattura degli esemplari in esubero e il relativo trasferimento in aree dove il Cervo è assente o in ridotta densità, ben individuate nel Pfvr.

Per evitare incidenti stradali causati dalla fauna selvatica potrebbero, in primo luogo, esser realizzate recinzioni alte e robuste, anche elettrificate a basso voltaggio, lungo la viabilità principale e secondaria, finanziate anche con fondi comunitari e Pnrr. In ogni caso i dati del 2022 (ultimi disponibili, Rapporto Statistiche sull’incidentalità nei trasporti stradali 2023 del ministero Infrastrutture e Trasporti) parlano di 493 incidenti causati da «animale domestico o selvatico urtato», pari allo 0,2% dei 217.527 incidenti stradali avvenuti in Italia.

È stato, addirittura, stabilito un lugubre prezziario per l’abbattimento dei Cervi: con 50,00 euro un cacciatore abruzzese può abbattere un piccolo di meno di un anno d’età, con 100,00 euro può abbattere una femmina d’età inferiore a due anni.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) rivolge un forte appello alla Giunta regionale abruzzese perché revochi il provvedimento di apertura della caccia al Cervo e preveda misure alternative come il trasferimento degli esemplari ritenuti in esubero.

Il GrIG sostiene la petizione popolare Fermiamo la strage dei Cervi in Abruzzo, firmiamo e facciamola firmare!

 

(Fonte Gruppo d’Intervento Giuridico, GrIG)