Giorgia Meloni all’assemblea di Confindustria: che cosa ha detto. Standing ovation per la premier

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(Adnkronos) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta oggi, 18 settembre, all'assemblea 2024 di Confindustria. "E' la prima volta che intervengo" in questa sede ed "è anche il suo primo intervento, presidente Orsini: come tutte le prime volte, ricorderemo questo giorno. Ho molto apprezzato la relazione del presidente Orsini, condivido molti spunti e proposte che contiene", nonché "l'analisi di scenario sui rischi che l'economia italiana e l'Europa corrono se non si invertono alcune tendenze". E sulla manovra dice a Orsini: "Vediamoci subito". Numerosi i passaggi del discorso della premier sono stati accompagnati dagli applausi della platea con una vera e propria standing ovation finale.  "Avete saputo dimostrare nelle difficoltà le capacità del tessuto produttivo, smentendo i pronostici" dice la premier. "La capacità del nostro tessuto industriale è stata spesso sottovalutata, però, fatemi dire da chi è abituato a essere sottovalutato, che arriva nella storia di tutti il momento in cui non conta più quello che si presuppone, conta il valore che le persone hanno e quello che è, non quello che si vorrebbe". Per le imprese "quel momento è arrivato con le crisi, la pandemia prima e poi la guerra". Ma le crisi, è tornata a ribadire, "nascondono anche opportunità". "Sono fiduciosa che si possa fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione: continuo a ritenere che il +1% del Pil sia a portata di mano, soprattutto, dopo i primi due trimestri, ogni trionfalismo sarebbe infantile ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche" ha detto la premier dal palco di Viale dell'Astronomia.  "Noi dobbiamo essere insieme soddisfatti per i risultati che abbiamo raggiunto considerando il contesto in cui abbiamo operato in questi due anni. Un quadro che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque, e che qualcuno aveva sperato potesse contribuire a un repentino fallimento dell'attuale governo. Le cose sono andate diversamente, l'Italia supera le difficoltà meglio di altre nazioni europee, il merito è delle imprese e dei loro lavoratori. Non è lo Stato che crea ricchezza, che invece deve fare la sua parte". "Confido che continueremo a lavorare insieme. Avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d'accordo ma la penseremo sempre sullo stesso modo su un punto: l'Italia può ancora stupire e lasciare tutti a bocca aperta. A lungo abbiamo rincorso gli altri, è arrivato il momento di farci rincorrere dagli altri".   La manovra sarà "ispirata al buonsenso e alla serietà, con particolare attenzione a famiglie, imprese e difesa della salute cittadini". "Sono pronta al confronto non solo sulla legge di bilancio, sentendo anche i sindacati. Noi alla fine definiremo quali sono i provvedimenti che possono dare il moltiplicatore maggiore, seguendo l'impostazione che abbiamo avuto in questi anni. Ci saranno queste priorità, quelle che noi abbiamo continuato a indicare". Per la presidente del Consiglio "le non molte risorse a disposizione" devono essere impegnate "nel sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro, nel rafforzamento del potere d'acquisto dei lavoratori e delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma per necessità economica, e nella difesa della salute dei cittadini". "Non ci sarà un bonus per la ristrutturazione della seconda o terza casa ne un reddito di cittadinanza" ha detto la premier. "Abbiamo definitivamente chiuso quella stagione, l'Italia aveva bisogno di chiuderla. Dire basta a questo costume di gettare soldi dalla finestra per ottenere consenso facile è un vantaggio di chi dispone di una legislatura, e non un anno, per costruire la propria visione. È una novità importante per l'Italia perché noi abbiamo pagato economicamente l'instabilità dei Governi, il mal funzionamento della giustizia o l'aver speso soldi per tamponare invece che per risolvere i problemi del Mezzogiorno".  "Sono d'accordo con Orsini e lo ringrazio per essere stato chiaro su questo, sugli effetti disastrosi del Green Deal, frutto di un approccio ideologico" e confermo "l'impegno per correggere queste scelte". "Diciamo no a un approccio auto-distruttivo – prosegue -, perché non abbiamo materie prime, non deteniamo catene di controllo. Diciamo che non è intelligentissima come strategia, lo vogliamo dire? Chi ha il coraggio di dire queste cose non lo dice perché è nemico dell'Europa ma perché è amico e vogliamo difendere la capacità industriale dell'Europa. Perché bisogna avere il coraggio di dire quando le cose non stanno funzionando".  "C'è ancora tanto da fare" e "noi saremo ancora più efficaci. Il prossimo obiettivo che abbiamo davanti è aumentare la produttività del lavoro" dice, snocciolando i risultati sull'occupazione. "Mai così tanti italiani avevano lavorato dall'unità d'Italia oggi", ha rivendicato.  "Non credo che lo sviluppo dell'Ia si debba e si possa frenare ma faremmo un errore enorme se non lo governassimo perché l'impressione che ho io è che con l'avvento velocissimo delle tecnologie prendiamo il vantaggio senza saper riconoscere i rischi" dice la premier. "Per governarlo serve la politica. I rischi sono molti, come il divario competitivo che può creare nel sistema geopolitico", come l'impatto sulla "democrazia" e "sul mondo del lavoro".  "Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungere, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita" sottolinea Meloni che oggi incontrerà Draghi. "Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare".   
"Dicono che vogliamo dividere Nord e Sud" con l'autonomia differenziata "come se adesso fossero uniti, come se non ci fosse un divario e non fosse aumentato, come se questo governo non avesse già dimostrato, fatti alla mano, di" puntare a "consentire al Sud di dimostrare il proprio valore, libero da condizionamenti della politica" e da un approccio "clientelare". "Non è che l'autonomia crea divario tra Nord e Sud, ma tra classi dirigenti responsabili e quelle che non lo sono state, al Sud come al Nord". Il Mezzogiorno, ha aggiunto, "non è più fanalino di coda" e la scommessa del governo è per un meridione "che competa ad armi pari".  Per il Pnrr, sottolinea la premier, "entriamo nella fase più delicata, in cui le risorse devono arrivare a terra". "L'obiettivo è alla nostra portata" assicura.  "Dicono che vogliamo fare la riforma della Giustizia per controllare la magistratura – dice Meloni -, solo che invece noi togliamo il potere della politica di scegliere una parte dei membri del Csm, per costruire un sistema che finalmente liberi la stragrande maggioranza dei giudici che vogliono fare bene il loro lavoro dal giogo delle correnti politicizzate”.  "Abbiamo avviato la stagione dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego: avviata nel 2023, intendiamo accelerare nel 2024" dice la presidente del Consiglio a proposito dei dipendenti pubblici. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)