Attacchi Israele a Unifil in Libano, Meloni trova sostegno Macron e Sanchez: “Grave violazione”

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(Adnkronos) – Sulle alture di Paphos, a Cipro, soffia forte tra gli ulivi la brezza che viene dal mare. A preoccupare però sono i venti di guerra che spirano a poca distanza da qui: in Libano ma soprattutto a Gaza, che dista appena 400 chilometri dal luogo che ospita il vertice dei 9 Paesi europei del Mediterraneo, nella lussuosa cornice del golf club Minthis Resort. Le tensioni in Medio Oriente e la recente offensiva delle forze israeliane contro le basi Unifil in Libano non potevano che essere al centro del summit Med9 e delle discussioni tra la premier Giorgia Meloni e i suoi colleghi Ue.   La presidente del Consiglio trova una sponda nel capo dell'Eliseo Emmanuel Macron e nel primo ministro spagnolo Pedro Sanchez quando si tratta di condannare i ripetuti attacchi di Israele alle basi italiane Unifil. In quanto partner della missione istituita nel 1978 dalle Nazioni Unite dopo la prima invasione di Israele in Libano, i leader di Italia, Francia e Spagna – nell'ambito dei lavori del Med9 – firmano una dichiarazione comune per ribadire la loro "indignazione" dopo il ferimento di alcuni militari Unifil a Naqoura: "Questi attacchi costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della Risoluzione delle Nazioni Unite 1701" e "devono cessare immediatamente" intimano i tre Paesi, invitando Israele a impegnarsi per la sicurezza delle missioni Onu.  "Come Italia non posso non tornare a condannare quello che è accaduto. Non è accettabile" dirà poi Meloni nelle dichiarazioni finali al termine del summit. La premier definisce "preziosa" l'opera prestata dai militari italiani nella missione Onu e in quella bilaterale Mibil, ribadendo l'impegno del suo governo a monitorare la situazione in Libano. E' necessario, secondo Meloni, "arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e al rilascio degli ostaggi israeliani" che si trovano ancora nelle mani di Hamas. Netta la posizione del presidente francese Macron il quale rinnova il suo appello a "interrompere l'esportazione armi utilizzate" in scenari di guerra come Gaza e Libano: "E' l'unica leva che potrà mettere fine a tutto ciò. Stabilità e pace si ottengono solo attraverso soluzioni diplomatiche" scandisce il leader di Parigi, preoccupato per il rischio che le tensioni in Medio Oriente possano contaminare l'intera Regione ed estendersi a macchia d'olio anche oltre. Sulla stessa lunghezza d'onda il premier spagnolo Sanchez per quanto riguarda lo stop all'invio di armi a Israele: "Noi – spiega – lo facciamo già da tempo. La motivazione è semplice: senza armi non c'è guerra". Poi l'invito a "rivedere l'accordo tra Ue e Israele. Chiedo alla Commissione europea di dare una prova di coerenza".  Il summit di Cipro è l'occasione per un bilaterale tra Meloni e il Re Abdullah II di Giordania, Paese ospite del vertice e attore "fondamentale" per la stabilità dell'intera Regione, sottolinea la premier. Il sovrano parla con la presidente del Consiglio della situazione dei rifugiati siriani e presenta il suo piano per un 'Gaza humanitarian gateway' volto a superare gli ostacoli che continuano a rallentare la distribuzione degli aiuti, incassando il sostegno italiano "anche sulla base della collaborazione già in essere nell'ambito dell'iniziativa italiana 'Food for Gaza'", ricorda Palazzo Chigi in una nota.  A margine del Med9 Meloni incontra anche la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Al centro del colloquio, oltre ai più recenti sviluppi della crisi mediorientale e del dossier ucraino, la preparazione del Consiglio europeo della prossima settimana. Le due leader si concentrano in particolare sui temi migratori e sul rilancio della competitività europea. Sul fronte migranti la premier annuncia la piena operatività "tra qualche giorno" del protocollo d'intesa con l'Albania, "una soluzione innovativa in tema di governo dei flussi migratori, di lotta ai trafficanti di esseri umani" spiega Meloni. Per quanto riguarda la competitività della Ue l'inquilina di Palazzo Chigi chiede di "passare dalle parole ai fatti" e "di premere l'acceleratore su settori strategici come l'alta tecnologia, la difesa, l'agricoltura". E' il presidente cipriota Nikos Christodoulidīs a illustrare alla fine dei lavori i contenuti della dichiarazione conclusiva, dove i 9 Paesi del Mediterraneo chiedono un "immediato cessate il fuoco" lungo la Blue Line che separa Israele dal Libano e in merito al conflitto russo-ucraino confermano il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario. Nel capitolo relativo ai migranti i leader auspicano una attuazione "efficace e tempestiva" del Patto su asilo e migrazione, con focus sulla dimensione esterna. A conclusione del Med9 il passaggio di consegne tra Cipro e Slovenia, che ospiterà il prossimo summit mediterraneo nel 2025. (dall'inviato Antonio Atte) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)