Il vino «spia» del suolo e del clima

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Foto di Vinotecarium da Pixabay
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Geologia nel bicchiere: nella Terra delle Gravine

֎A Castellaneta (Taranto), un convegno che vede un approccio multidisciplinare dove i portatori di interesse possono esprimere al meglio le loro attitudini e capacità, condividendo pareri, esperienze e risultati e collaborando a valorizzare, attraverso il vino, la tutela dell’ambiente e della locale biodiversità֎

Si svolgerà domani a Castellaneta (TA) il convegno «Geologia nel bicchiere: nella Terra delle Gravine», iniziativa promossa da Sante Massimiliano Marroccoli e Francesco Stragapede della Società italiana di geologia ambientale (Sigea), con la co-organizzazione dell’Ordine dei geologi della Puglia e dell’Ordine dei dottori agronomi-forestali di Taranto.

Il convegno, attivo sia in presenza sia on line, coinvolge oltre che molti professionisti della Puglia anche regioni quali il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la Toscana, le Marche, l’Abruzzo, il Lazio, la Campania, la Calabria e la Sicilia.

Un convegno che vede un approccio multidisciplinare dove i portatori di interesse possono esprimere al meglio le loro attitudini e capacità, condividendo pareri, esperienze e risultati e collaborando a valorizzare, attraverso il vino, la tutela dell’ambiente e della locale biodiversità, attuando efficaci sistemi di prevenzione del dissesto e del degrado del territorio, e supportando l’economica locale con la promozione turistica nei percorsi enogastronomici. Nel Convegno, che affronta la descrizione del contesto territoriale della Terra delle Gravine, le peculiarità della flora e fauna che caratterizza la biodiversità, si esaminano gli effetti della gestione del suolo e degli effetti dei cambiamenti climatici, argomento quanto mai attuale, valutando l’effetto sulle caratteristiche delle uve e dei vini.

Le caratteristiche enogastronomiche sono quindi ricondotte agli aspetti pedologici locali con la descrizione del profilo del suolo su sezioni predisposte, quale strumento per l’acquisizione dei dati di base per la redazione della carta pedologica regionale.

Noi di «Villaggio Globale» abbiamo voluto porre alcune domande a Francesco Stragapede, geologo e referente per Sigea dell’evento.

In che misura la composizione del suolo incide nella definizione delle vigne?

La composizione del suolo ma anche la sua collocazione geografica e la sua esposizione in relazione agli aspetti climatici costituiscono l’elemento principe che caratterizza il vino che su un medesimo vitigno può acquisire peculiarità diverse da luogo a luogo. Il suolo quindi non è soltanto un substrato su cui appoggiare la pianta ma il primo elemento da cui la pianta trae nutrimento e le caratteristiche che qualificano poi il prodotto finale.

Che collegamento c’è tra vigne, suolo e rischio idrogeologico?

L’attività e la cultura vitivinicola sia per le attività legate alla funzionalità agricola del territorio sia al mantenimento degli impianti sia per la presenza costante del monitoraggio del territorio e degli interventi di mantenimento rappresentano in molte aree delle nostre regioni l’unico elemento efficace a contrastare il dissesto idrogeologico e il dilavamento dei suoli operando nello stesso tempo una limitazione del rapido scorrimento delle acque verso i fiumi e mitigando gli effetti alluvionali che con l’abbandono dei terreni diventano sempre più gravosi e drammatici nelle aree di fondovalle e di pianura.

Attraverso il vino per parlare di tutela dell’ambiente e della biodiversità… può la geologia nel bicchiere rappresentare un volano per scelte locali sostenibili ed economie rispettose dell’ambiente?

La geologia nel bicchiere costituisce uno strumento di divulgazione capace di attuare un’efficace divulgazione dei valori del territorio promuovendo la biodiversità e indirizzando la politica locale a scelte mirate alla tutela del vino e dei territori sui quali viene prodotto come elementi identitari di un luogo e strumenti economici di sostenibilità sociale ed ambientale. Questi convegni affiancati alle attività turistiche sul vino hanno stimolato le università e le agenzie ad attuare studi specifici sull’incidenza dei cambiamenti climatici sull’attività vitivinicola incentivando la redazione delle carte dei suoli che in molte aree del nostro territorio sono ancora in fase iniziale di allestimento. Proprio nel convegno di domani l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale (Arpa) rapporterà sullo stato di avanzamento della redazione della carta dei suoli della Puglia e darà modo ai partecipanti di verificare direttamente le modalità di acquisizione dei dati di supporto a questi studi avendo predisposto nell’azienda ospite una postazione specifica di controllo e rilevamento. Questo convegno, che segue diversi altri fatti in altre regioni d’Italia e per i quali la Sigea ha anche pubblicato un supplemento a «Geologia dell’ambiente», permette quindi attraverso un prodotto di eccellenza del nostro territorio che è il vino di leggere gli ambienti, i suoli, la bio e geodiversità del territorio, affrontando le problematiche legate al dissesto, all’erosione, ai rimedi da mettere in campo per controllare la perdita di suolo e il tutto come valorizzazione di un elemento fondante dell’economia locale di cui rappresenta ed implementa la storia e le tradizioni. I convegni sulla geologia del bicchiere hanno inoltre sottolineato a chiare lettere l’importanza della collaborazione e cooperazione multidisciplinare affiancando professionisti al mondo accademico e università ad agenzie, condividendo conoscenze, progetti di ricerca e risultati delle attività dirette sul campo e valorizzando, in ultimo, il vino attraverso una lettura supportata da esperti assaggiatori di vino.

 

Elsa Sciancalepore