Amianto, a Taranto è crisi profonda

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֎Permane una drammatica crisi sociale, sanitaria ed occupazionale. I dati dell’Osservatorio nazionale amianto֎

Si è svolto a Taranto il convegno «Amianto, Taranto prigioniera – analisi, soluzioni sociali e giuridiche» organizzato dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona). Durante l’evento sono stati presentati gli ultimi dati sulla situazione sanitaria del territorio e affrontate le problematiche relative all’accertamento dell’esposizione ad amianto, anche ai fini del prepensionamento e della rivalutazione delle prestazioni pensionistiche.

L’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Ona, associazione di utilità sociale che rappresenta e tutela tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e di altri cancerogeni, ha ricordato come Taranto sia l’epicentro ormai da decenni di una drammatica crisi sociale, sanitaria ed occupazionale, alimentata dal ricatto del falso dilemma morire di fame o morire di lavoro.

Si è preferito mantenere operativo un sito altamente dannoso per la salute umana, anche per i cittadini, piuttosto che tutelare la salute, in un contesto ulteriormente fragile per l’utilizzo di amianto e altri cancerogeni nell’organizzazione dell’Arsenale della Marina militare e delle unità navali. Le conseguenze della lesione della salute e della pubblica incolumità, sono certificate dalla imponente epidemia di malattie asbesto correlate tra i dipendenti civili e militari del ministero della Difesa stanziati nella città (oltreché imbarcati sulle unità navali).

Un po’ di numeri

Bonanni ha quindi proseguito confermando come in regione Puglia, secondo le rilevazioni del ReNaM, ferme al 2018, si riportino 1.302 casi di mesotelioma, e negli anni successivi, secondo la rilevazione dell’Ona, siano stati registrati circa 400 nuovi casi (1.700 casi in totale), in netto crescente aumento. Un dato allarmante perché i cluster sono circoscritti al foggiano in modo limitato, alla città di Bari per la presenza della Fibronit, ed è invece a Taranto che si riscontra il vero e proprio epicentro di un’emergenza sanitaria e sociale, anche per tutte le altre patologie asbesto correlate e per altre neoplasie dovute ad altri cancerogeni. Perciò, ad una più attenta valutazione, il dato epidemiologico corrisponde a circa 3.400 casi di cancro del polmone asbesto correlato, con un indice di mortalità entro i cinque anni rispettivamente del 93% per il mesotelioma e dell’88% per il cancro del polmone. Pertanto, tenendo conto delle altre patologie asbesto correlate, si superano i circa 6.500 decessi in tutta la Puglia nel periodo dal 1993 ad oggi. Stime prudenziali che si riferiscono in particolare in alcuni quartieri della città tra i quali Tamburi, Paolo VI, Città Vecchia-Borgo, il 68% diagnosticati in individui di sesso maschile e il restante 32% in quelli di sesso femminile.

Presenti all’evento anche Michele Conversano, Direttore del Dipartimento Prevenzione ASL Taranto, che ha rimarcato come con le sue realtà industriali la città ha avuto un triste primato legato alle malattie amianto correlate ed in particolare al mesotelioma pleurico e Massimo Moretti, Professore dell’Università degli studi di Bari – Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali, che ha parlato del suo studio condotto sul litorale nord di San Vito (Taranto), il primo a livello internazionale a indagare un fenomeno molto diffuso ma mai analizzato in passato ossia la presenza di frammenti di cemento-amianto sulle spiagge sabbiose nel quale è stata evidenziata la presenza di un’alta falesia formata solo da materiale antropico (per lo più detriti di fabbricati, di opere stradali, ecc.). All’interno di questi depositi, scaricati illecitamente in mare negli anni 80 e 90, si rinvengono numerosi livelli con grandi frammenti di materiali contenenti amianto che vengono continuamente erosi e trasportati negli adiacenti settori marini, un importante rischio ambientale e per la salute dei cittadini.

Si ricorda che L’Ona offre assistenza tecnica, medica e legale gratuita per tutelare i diritti delle vittime e dei loro famigliari ed è presente in tutta Italia con gli Sportelli Territoriali grazie all’attività di cittadini e professionisti (medici, avvocati e tecnici) volontari. Disponibile anche un numero verde 800034294.

 

Elsa Sciancalepore

 

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