De Profundis per gli ulivi pugliesi dal Milleproroghe

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Imbarazzante violazione della normativa europea

֎Il decreto uccide l’ambiente ed è a rischio infrazione Ue. Un ecocidio legalizzato che ora, da tempo determinato, rischia di diventare permanente. Abrogando la dicitura «per un periodo di sette anni», infatti, si da definitivamente spazio, a tempo indeterminato, ai loschi appetiti dei molteplici speculatori che stanno uccidendo la terra di Puglia֎

E così, questo governo si conferma poco amico dell’ambiente. L’ultimo esempio arriva tramite il decreto Milleproroghe. Dopo l’aggiornamento del Regolamento di esecuzione dell’Unione europea 2020/1201, inerente le misure atte a prevenire l’introduzione e ad evitare la diffusione di Xylella fastidiosa, ci si aspettava un commissario per la Xylella e per gestire i relativi fondi. Ma è rimasta solo una promessa e in cambio è arrivato il decreto Milleproroghe.

Pubblichiamo il testo di una nota dell’Associazione «Attuare la Costituzione», del Comitato Ulivivo e dell’Associazione «Terra d’Egnazia» che approfondisce la questione.

 

Addio alla Puglia degli ulivi, dell’olio e della terra. Con il «milleproroghe», il Governo ha deciso di distruggere definitivamente un territorio già martoriato da un decennio di leggi scellerate che, con il pretesto del batterio Xylella, hanno consentito l’abbattimento di migliaia di ulivi, secolari e monumentali, la devastazione di un ecosistema già fragile e la distruzione di un’economia locale florida.

Tantissimi cittadini, associazioni e agricoltori, attendevano con trepidazione il ripristino delle normative sospese esclusivamente grazie alla cosiddetta emergenza. Normative che impedivano l’abbattimento degli ulivi e tutelavano così un paesaggio unico al mondo. Oggi, grazie al decreto milleproroghe, quelle leggi vengono spazzate via per sempre, insieme al territorio pugliese.

All’art. 19 della bozza del decreto «milleproroghe» si fa riferimento infatti al Decreto 27/2019 art. 8 e seguenti (poi trasformato nella Legge 44/2019) che prevede la possibilità per sette anni di procedere all’estirpazione degli olivi in zona infetta con una semplice comunicazione alla Regione e «in deroga a ogni disposizione vigente, comprese quelle di natura vincolistica» (incluse Via e Vas). Un ecocidio legalizzato che ora, da tempo determinato, rischia di diventare permanente. Abrogando la dicitura «per un periodo di sette anni», infatti, si da definitivamente spazio, a tempo indeterminato, ai loschi appetiti dei molteplici speculatori che stanno uccidendo la terra di Puglia.

Chi vorrà potrà abbattere ulivi anche monumentali senza dover dimostrare né la presenza del batterio né, tanto meno, il disseccamento. Questo significherebbe portare a compimento la completa riconfigurazione della regione Puglia, «liberando», come qualcuno da tempo auspicava, i terreni dagli ulivi «obsoleti» (così definiti da alcune associazioni di categoria) e consegnarli alla speculazione del superintensivo e degli impianti agro-fotovoltaici.

Tutto ciò in evidente e imbarazzante violazione della normativa europea, essendo la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (Via) di diretta attuazione della Direttiva europea n. 2011/92/UE (così come modificata dalla Direttiva 2014/52/UE) sia per quel che concerne l’impatto ambientale di progetti pubblici e privati, sia per quel che riguarda gli «interventi sull’ambiente naturale o sul paesaggio».

Pertanto, prevedere una deroga a vita alla normativa sulla Valutazione di Impatto Ambientale comporterà l’attivazione di una procedura d’infrazione per violazione della normativa comunitaria, che verrà pagata dai cittadini e, quindi, oltre al danno la beffa.

Qualora tale abrogazione fosse confermata, l’Associazione «Attuare la Costituzione», insieme al Comitato Ulivivo e all’Associazione «Terra d’Egnazia» valuteranno la possibilità di procedere anche sul piano legale.

 

Associazione «Attuare la Costituzione»

Comitato Ulivivo

Associazione «Terra d’Egnazia»