֎Fare un danno alla natura, all’ambiente, ignorare i dati scientifici e far diventare l’ecologia uno strumento politico non è un vantaggio per il nostro futuro e per i nostri figli ma uno stupido atto di autolesionismo. On line il primo numero di quest’anno del nostro Trimestrale dedicato al Verde. Tutti gli altri, sempre sulla tematica del Rispetto, si occuperanno di Acqua, Mare, Aria֎
È fuori di dubbio che ormai da tempo stiamo scivolando in una sorta di anarchismo intellettuale dove ognuno crede di poter fare e dire quello che vuole pur non avendo una base culturale, di ragionamento o di ricerca scientifica seri e provati. Quelle che erano le buone maniere sono saltate e non si tratta di vuote parole o inutili rituali ma ci riferiamo alla sostanza.
Condannare lo sdoganamento dell’ignoranza non vuol osannare lo snobismo, la distanza sociale o altre aberrazioni del genere, si vuole solo puntualizzare che chi non sa ci guadagna a tacere e studiare di più. Da qui alla mancanza di rispetto il passo è breve.
E questa catastrofe sociale che sfocia nel bullismo a tutti i livelli la si può vedere nei nostri rapporti con la natura, nella mancanza di rispetto per l’aria, l’acqua, il mare. Ma è evidente che, purtroppo, viene da lontano e con altri scopi, come è ormai lampante anche nei rapporti internazionali.
In questo numero di «Villaggio Globale» ci occupiamo della mancanza di rispetto verso il Verde. La casistica di azioni irrispettose verso il verde del pianeta, è così ampia che c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Tanti sono gli interventi in questo numero on line del nostro Trimestrale. A seguire pubblichiamo come sempre l’Editoriale del Direttore. (R. V. G.)
Editoriale
Rispetto, una parola antica, fuori moda, diventata incomprensibile. Come spiegare diversamente gli atti gratuiti di violenza verso persone, animali, piante? Tutto ciò che non ci appartiene ha la sua dignità e merita rispetto. L’invasività dei comportamenti umani è la causa principale di un affastellamento di leggi e norme che l’uomo, diventato società, ha costruito per regolare le azioni umane. Norme che tutt’ora regolano i rapporti fino alla privacy che affronta le sottili e, spesso, incontrollabili azioni di nuovi strumenti invasivi della tecnologia.
È evidente, alla luce della storia e dell’attualità recentissime, che queste norme non bastano. Quando si fa ricorso alla violenza, alle guerre, ai soprusi, le leggi non bastano più, neanche quelle internazionali a cui abbiamo aderito volontariamente.
E la ragione è una sola: la globalizzazione nella sua espressione più violenta e irrispettosa. Gli interessi nazionali son dovuti scendere a patti di fronte all’avanzare irrazionale della globalizzazione manovrata e organizzata dall’economia che ha inventato strumenti mascherati dal raggiungimento di un benessere diffuso che in realtà era ed è solo consumismo.
Prima a parlare contro le multinazionali erano delle frange definite estreme. Ora che i danni si sono evidenziati ancora di più i poteri oscuri stanno giocando d’anticipo e con chi allearsi per sopravvivere se non con le destre?
Prima avevano goduto di un buon servizio fatto dalle sinistre che non si sono opposte alla globalizzazione…
Eppure ci sono state forze che hanno reagito strenuamente, motivando e segnalando i pericoli: gli ambientalisti.
Che fare?
Bisognerebbe convincere chi non va a votare a smettere di fare la maggioranza silenziosa e che dai disastri prossimi venturi non si salverà nessuno.
Questo è lo scopo del nostro trimestrale e da qui è nato il nostro nome, ormai quasi 30 anni fa. Ed è con molta pena che si osserva che tanto tempo è dovuto passare prima di parlare concretamente (e purtroppo ancora osteggiati) di riuso, risparmio energetico, qualità dell’aria, clima, ecc.
Tutto si lega alla parola rispetto.
Per questo abbiamo preso l’iniziativa di farne quest’anno il tema conduttore dei numeri che pubblicheremo.
Questo numero di marzo è dedicato al Verde. La mancanza di rispetto verso gli alberi e la natura vegetale tutta, è evidente ed è sempre più invasiva. Una mancanza di rispetto verso una esistenza vitale che non ci appartiene ed anzi ci aiuta a vivere e aiuta il pianeta tutto nel suo divenire ed esistere.
In questo numero molti sono gli spunti di riflessione e approfondimento ma quello che ci piacerebbe che penetrasse nelle profondità del nostro sapere è che il rispetto si tramanda con le azioni, con l’esempio, con le tradizioni. In poche parole le azioni devono diventare costume, cultura, coscienza.
Si tratta di recuperare gli insegnamenti dell’ecologia profonda, quella deep ecology fondata dal filosofo norvegese Arne Næss nel 1973.
Ignazio Lippolis