֎Nella trasmissione «Piazza Pulita» di Iacona della durata di un’ora e 40 minuti è stato un susseguirsi di lodi alle rinnovabili, in particolare all’eolico, a partire dalla Cina e con tante inesattezze che però non sono venute fuori perché non c’è stato alcun contraddittorio tra le diverse posizioni֎
Domenica 23 marzo scorso è andata in onda uno dei tanti casi di violazione del contratto di servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. È andata in onda una puntata della trasmissione settimanale Piazza Pulita condotta da Riccardo Iacona dedicata alle rinnovabili dal titolo che è tutto un programma «Rinnovabili indietro tutta». Un titolo che dice il contrario della realtà perché l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili va a gonfie vele. Nella trasmissione di Iacona della durata di un’ora e 40 minuti è stato un susseguirsi di lodi alle rinnovabili, in particolare all’eolico, a partire dalla Cina e con tante inesattezze che però non sono venute fuori perché non c’è stato alcun contraddittorio tra le diverse posizioni. Ad esempio, Enrico Mariutti, esperto di politiche economiche energetiche, collaboratore de «Il Sole 24 Ore» ed autore del libro «La decarbonizzazione felice», sul social X ha evidenziato come Iacona dica che «”la Cina è il Paese che emette più CO2, dopo gli Stati Uniti”. Ovviamente è falso, le emissioni cinesi sono poco meno del triplo di quelle americane» e pubblica questo grafico del Global Carbon Budget.
Ed ancora, scrive Mariutti su X, «Iacona descrive più volte i veicoli elettrici come “veicoli a zero emissioni”. Anche questo è plasticamente falso e, tra l’altro, è particolarmente falso a Shenzen» e pubblica quest’altro grafico da cui si evidenzia quali sono le fonti energetiche utilizzate per produrre auto elettriche a Shenzen ossia carbone, gas e nucleare. «La provincia del Guangdong, infatti, è alimentata per oltre il 60% da carbone (50%+) e gas. Questo significa che i veicoli elettrici emettono il 30/40% in meno di quelli endotermici, non certo zero. Ma ma: come vengono calcolate le emissioni correlate a pale, pannelli e batterie? Al ribasso, perché i calcoli li commissiona l’industria che li produce. La realtà è che questa roba si sta rivelando una truffa ambientale»
Poi ci sono le interviste ai Presidenti delle due Regioni più interessate dall’installazione dovunque e comunque di impianti di rinnovabili, la Sardegna con Alessandra Todde e la Puglia con Michele Emiliano. La Todde ha difeso l’operato della propria Regione che sta cercando di porre un freno allo sfacelo paesaggistico ed ambientale sull’isola. Pur se la Corte costituzionale ha recentemente dichiarato illegittima la legge n. 5/2024 della Regione Sardegna perché disponeva una moratoria dell’installazione fino all’individuazione delle aree idonee (illegittimità peraltro messa abbondantemente in conto), la Sardegna non demorde ed ha approvato una nuova legge, la n. 20/2024 che ha abrogato la precedente e con la quale ha stabilito le aree idonee e quelle non idonee all’installazione di impianti di rinnovabili, aggiustando il tiro soprattutto in riferimento alla competenza della tutela del paesaggio e degli ecosistemi. Tuttavia anche questa legge è stata impugnata dal governo dinanzi alla Consulta.
Michele Emiliano, invece, intervistato da Presa Diretta ha assunto una postura quasi notarile, di mero esecutore degli obblighi imposti dall’Europa e dallo Stato di raggiungimento di 7 gigawatt ulteriori da installare in Puglia entro il 2030. Non una parola sulla mancata legge regionale per l’individuazione delle aree idonee e di quelle non idonee, non una parola in difesa di paesaggio ed ecosistemi. Una posizione di debolezza assoluta, quasi di vassallaggio nei confronti delle rinnovabili dovunque e comunque e delle aziende che le propongono. Ma si sa, fra qualche mese si va ad elezioni regionali anche in Puglia.
Fabio Modesti