Caccia, la Puglia latitante sui dati

688
caccia Foto di Jacqueline Macou da Pixabay cartridges-5965109_1280
Foto di Jacqueline Macou da Pixabay
Tempo di lettura: 3 minuti

֎«Conoscere l’esatta percentuale dei tesserini analizzati sul totale dei rilasciati permetterebbe di stabilire con delle semplici proporzioni una stima della reale entità della pressione venatoria esercitata, consentendo una più efficace gestione e conservazione delle diverse specie»֎

Nelle sei stagioni di caccia che si sono susseguite dal 2017 al 2023 in Puglia sono stati abbattuti 2.861.789 esemplari di uccelli di varie specie. Lo rende noto l’Ispra pubblicando i risultati dell’analisi dei tesserini venatori. Il numero di cacciatori cui la Regione Puglia ha rilasciato il tesserino venatorio, sempre nello stesso periodo, è pressoché sconosciuto. Infatti i dati comunicati sono quelli relativi alla stagione venatoria 2017-2018,  20.996 tesserini rilasciati, e 2018-2019, 20.553 tesserini rilasciati. Nulla si sa del numero di tesserini rilasciati nelle successive stagioni di caccia. Di questi tesserini ne sono stati analizzati circa un terzo per le prime due stagioni e percentuali sicuramente maggiori per le successive.

Dall’esame dei tesserini vengono fuori i dati relativi agli abbattimenti ed alle specie interessate. Si viene così a sapere che nella stagione 2017-2018 sono stati abbattuti 55.943 capi di cui, fra le altre specie, 29.596 tordi bottaccio, 2.656 merli, 10 moriglioni, 2.600 allodole; nella stagione 2018-2019 sono stati abbattuti 71.040 capi di cui 47.847 tordi bottaccio, 8.892 merli, 11 frullini, 833 beccacce; dalla stagione 2019-2020 inizia un trend in ascesa veramente notevole.

Infatti in quella stagione sono stati abbattuti 581.729 capi (con una crescita di 8 rispetto alla precedente e di-10 volte rispetto al 2017-2018) di cui 448.562 tordi bottaccio, 48.371 merli, 11 morette, 13.301 allodole ed anche 17 combattenti. Nella stagione di caccia successiva, 2020-2021, periodo Covid-19, i capi abbattuti sono stati in leggero calo: 463.171 di cui 341.323 tordi bottaccio, 31.043 merli, 14 moriglioni, 36 combattenti. Nella stagione venatoria 2021-2022 è un’esplosione di ammazzamenti di uccelli selvatici: i capi abbattuti sono stati 993.571 di cui 747.078 tordi bottaccio, 112.979 merli, 2 marzaiole, 10.666 beccacce, 29.677 colombacci.

Evidentemente l’euforia dell’uscita dalla pandemia ha caricato i fucili per sfogarsi a caccia e la piccola ripresa numerica di alcune specie, soprattutto migratorie, è stata subito quasi azzerata. Infine, nella stagione venatoria 2022-2023 la pressione si riduce ed i capi abbattuti diventano 696.335 di cui 513.130 tordi bottaccio, 63.743 merli, 1 moretta, 5 pernici sarde, 9.624 allodole, 35.919 colombacci.

Le considerazioni di Ispra

«Ai dati ufficiali di abbattimenti provenienti dall’attività venatoria ֎ commenta Ispra nella sua analisi — sono da aggiungere quelli illeciti legati al bracconaggio che, in taluni casi, appaiono incidere significativamente sulle popolazioni di alcune specie ma che sono di difficile quantificazione». Ed ancora: «Le quantità di abbattimenti riportati per le diverse specie considerate mostrano variazioni anche considerevoli tra le diverse realtà territoriali regionali e ciò può essere ricondotto, sia all’incompletezza dei dati forniti da alcune regioni che a differenze nelle consuetudini venatorie (maggior interesse verso alcune specie rispetto ad altre, prevalenza di un metodo di prelievo rispetto ad un altro); possono inoltre aver giocato un ruolo importante differenze nelle rotte di migrazione e cambiamenti dell’areale di svernamento delle specie, anche in relazione ai cambiamenti climatici, che determinano la distribuzione e l’abbondanza delle specie nelle diverse aree geografiche del Paese. […] Nonostante un significativo miglioramento nei dati trasmessi dalle Regioni rispetto al precedente decennio, un’adeguata raccolta ed analisi dei dati di abbattimento rappresenta uno dei presupposti per la corretta gestione venatoria delle specie. Un efficiente sistema di monitoraggio dei principali parametri demografici delle popolazioni e del prelievo a loro carico consentono infatti di verificare la sostenibilità del prelievo, rispondendo in tal modo anche a specifici obblighi comunitari. Sarebbe importante che le rendicontazioni annuali dei tesserini analizzati prodotti dalle amministrazioni diventino progressivamente più completi, possibilmente analizzando la maggioranza o possibilmente la totalità di quelli rilasciati; conoscere l’esatta percentuale dei tesserini analizzati sul totale dei rilasciati permetterebbe di stabilire con delle semplici proporzioni una stima della reale entità della pressione venatoria esercitata, consentendo una più efficace gestione e conservazione delle diverse specie».

 

Fabio Modesti