֎Una morte annunciata, quella di Papa Francesco, che comunque ci lascia più poveri. Noi che ci occupiamo di ambiente, abbiamo perso una voce fondamentale e autorevole. Ciò che ha detto e scritto è inciso nella memoria virtuale e non, in quest’epoca difficile che sembra ormai sorda ai suoi richiami accorati֎
Oggi l‘antico detto «mors tua vita mea», usato come rivalsa e opportunistica affermazione del sé, è la pagina che si volge e la fine di Francesco si fa spinta al rinnovamento delle relazioni tra popoli: una morte per la vita di tutti.
«Villaggio Globale», pagina aperta all’equilibrio delle cose nella natura, saluta il riverbero pacifico sulle più nobili tra le cose: le donne e gli uomini che della natura sono operatori della fraternità, quella a cui il Nazzareno dalla croce dell’ignominia annunzia al tempo e al futuro, tempo atteso, la gioia di essere chiamati alla pace universale.
Francesco, voce fattasi flebile nel giorno di Pasqua, è già messaggio universale per questo nostro tempo ferito eppure rinnovabile con la forza degli operatori di pace.
Francesco Sofia