֎El Amal domani potrebbe essere la mia o la tua comunità, alle prese con la violenza di chi sta divorando il futuro. Le problematiche e le contraddizioni dell’oggi in un intreccio di ambiente e di vite֎
Nelle segrete stanze della politica non si può immaginare cosa significhino interventi impattanti sul territorio come la costruzione di una piattaforma petrolifera in mare aperto. Cosa possa significare modificare la vita di pastori, agricoltori, pescatori che «utilizzano» il territorio in maniera sostenibile per la propria sopravvivenza. E cosa significhi vivere con tre o quattro gradi in più di temperatura e con la siccità permanente. Sono tutte questioni che non rientrano nei grafici sul rendimento aziendale.
«Per l’ultima goccia», libro scritto da Piero Malenotti, sociologo e giornalista ed edito da Sensibili alle foglie, racconta la storia di un ingegnere minerario, Valerio Lupi, dipendente di una compagnia petrolifera. Lui già impegnato per altri lavori nei Paesi del Maghreb, viene assegnato con la qualifica di direttore d’impianto, la più alta qualifica sulla scala dell’organigramma di cantiere, a seguire la costruzione e la messa in funzione di una piattaforma petrolifera off shore al largo di El Amal, una piccola cittadina che non troveremo sulla carta geografica perché El Amal è un nome di fantasia che significa speranza, in arabo. È un luogo dove si vive l’unicità del Marocco fatto di persone semplici, luoghi intatti e affascinanti, atteggiamenti accoglienti e pieni di orgoglio ma la cui vicenda può essere ambientata ovunque ci sia qualcuno che ha deciso di destinare il territorio a qualcosa che renda di più per pochi e che vada a cancellare l’unicità, la storia di una comunità ancestralmente legata al territorio, ai suoi ritmi, alla sua bellezza fatta anche di sacrifici e di pazienza.
Una narrazione serrata che racconta dalla partenza di Valerio da Roma, sua città di residenza nella quale sosta pochi giorni dopo il rientro da un’altra missione all’estero e dove vive la fine della sua relazione a causa del suo essere sempre impegnato per lavoro fuori. Situazione addolcita solo dalla presenza dei suoi amici fraterni che lo sostengono, all’arrivo in Marocco con la scoperta della medina, del luogo di cantiere, delle abitudini degli autoctoni legate al Ramadan, all’incontro con Aicha e le sue meravigliose pietanze servite nel suo ristorante piccolo e accogliente che andrà a sostituire da subito il pranzo anonimo servito nell’albergo destinato alle maestranze e che non rappresenterà la sua casa avendo lui scelto di vivere in un appartamento nella medina.
Aicha forse merita un approfondimento ulteriore… È una ragazza bellissima con una figlia avuta da un marito che poi l’abbandona per migrare in Europa; questa splendida ragazza sarà la sua compagna per i successivi mesi vissuti in Marocco e che si rende conto da subito che in Valerio si agitano il dottor Jekyll e mister Hyde. Una ragazza che ha il coraggio di dire alla sua famiglia, cosa non affatto scontata per le tradizioni del posto, che vuole chiedere il divorzio dal marito e quindi affrontare un’eventuale partenza in Italia con Valerio ma che poi ritorna forse sulle sue parole percependo la pressione delle famiglie e un fantomatico ritorno del marito «bastardo».
Nella vicenda si racconta dei mestieri diffusi a El Amal quali l’agricoltura, l’allevamento e la pesca compromessi dalla presenza della piattaforma off shore e della zona industriale programmata sulla terra ferma per la lavorazione del petrolio che Valerio cerca in tutti i modi di allontanare dalla mente dei potenti in quanto, soprattutto quest’ultima, rappresenterebbe un colpo definitivo all’economia del paese.
Lui è un ingegnere brillante nel suo lavoro ma dentro di lui si muove e si amplificano con il passare dei mesi, avendo lui conosciuto la gente, mangiato il loro cibo, preso parte a riti ed eventi locali, ascoltato la voce di quelli che sono diventati i suoi amici, la necessità di fare una scelta.
Quella stessa scelta che dovremmo fare ognuno di noi.
Il cambiamento climatico e i conseguenti fenomeni atmosferici sono la grande sfida di un domani che è già qui. Una sfida che non combattiamo tutti alla stessa maniera in quanto i più vulnerabili del mondo sono quelli che pagano di più con i propri territori a cui viene imposto un ruolo di servizio mentre la diplomazia internazionale parla di clima senza avere la forza di imprimere un cambiamento.
Valerio la sua scelta l’ha fatta, a seguito dell’evento scatenante dell’omicidio di Omar; il suo amico pescatore che aveva avuto il coraggio di organizzare le proteste contro i potenti, inceppando il sistema che incrementa le disuguaglianze e saccheggia fino all’ultima goccia le risorse. Probabilmente per aver incendiato la «sua creatura» e aver mandato in fumo miliardi di dollari sarà ricercato dalle polizie internazionali ma lui non si sente criminale. Il criminale è chi governa oggi questo modello di sviluppo insostenibile e senza futuro che conduce verso un pianeta diviso tra chi fugge per necessità e chi, con discorsi ben scritti ma privi di contenuto, si barrica nei fortilizi.
Elsa Sciancalepore