La Formula 1 e la sostenibilità: un contrasto solo apparente

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Foto Sergio Perez
Tempo di lettura: 3 minuti

֎Guardando al futuro, la Formula 1 è già al lavoro su nuove soluzioni per azzerare l’impatto ambientale diretto. A partire dal 2026, verrà introdotto un nuovo regolamento tecnico che prevede l’uso esclusivo di carburanti completamente sostenibili, prodotti da fonti rinnovabili o da processi di sintesi a basse emissioni֎

(Sponsorizzato) Quando si pensa alla Formula 1, il primo pensiero va alla velocità, al rumore assordante dei motori e al consumo esasperato di risorse. Tuttavia, negli ultimi anni, la massima categoria del motorsport ha avviato una vera e propria rivoluzione tecnologica e ambientale, volta a ridurre l’impatto ecologico delle sue attività. Anche se l’immagine comune di questi bolidi è legata a un mondo ad alto tasso di inquinamento, la realtà attuale è molto più sfumata. Infatti,

la moderna Formula 1 è uno dei laboratori più avanzati per lo sviluppo di tecnologie ibride ed eco-efficienti,

molte delle quali trovano applicazione anche nelle automobili di serie.

Il passaggio cruciale è avvenuto nel 2014, con l’introduzione dei motori ibridi turbo V6 da 1.6 litri, dotati di sofisticati sistemi di recupero energetico. Questa evoluzione ha ridotto drasticamente i consumi di carburante e le emissioni nocive, pur mantenendo prestazioni elevate. Ma quanto inquina davvero una F1 moderna? E quali sono le tecnologie che la rendono un’auto da corsa così «green»?

Quanto inquina davvero una monoposto di Formula 1?

Può sembrare paradossale, ma l’inquinamento diretto prodotto da una monoposto durante una gara è relativamente basso se confrontato con molte altre attività umane o industriali. Durante un Gran Premio, una vettura di F1 consuma in media circa 100 kg di carburante, con un limite regolamentare imposto dalla FIA per ogni gara. Considerando una stagione completa di circa 24 gare, e includendo test, prove libere e qualifiche, il totale di CO₂ emesso da tutte le auto in pista rappresenta meno dell’1% delle emissioni totali generate dal campionato.

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Foto Race Car

Infatti, il vero impatto ambientale della Formula 1 non deriva tanto dalle auto in pista, quanto dalla logistica: trasporti aerei, spostamenti di personale, movimentazione di materiali e attrezzature in tutto il mondo. È per questo che la F1 si è impegnata pubblicamente a raggiungere la carbon neutrality entro il 2030, adottando soluzioni per compensare le emissioni e rendere più sostenibile l’intero ecosistema del campionato.

Le tecnologie ibride: cuore pulsante dell’efficienza

Le moderne F1 sono delle vere e proprie centrali elettriche su quattro ruote. Al centro del sistema propulsivo si trova l’unità Power Unit, composta da un motore a combustione interna (ICE) e due sistemi elettrici: MGU-K (Motor Generator Unit-Kinetic) e MGU-H (Motor Generator Unit-Heat). Il primo recupera energia durante la frenata, trasformandola in elettricità che viene immagazzinata nella batteria e riutilizzata in fase di accelerazione. Il secondo, invece, recupera calore dai gas di scarico, convertendolo anch’esso in energia elettrica.

Questo complesso sistema ibrido consente di ottimizzare l’efficienza energetica fino al 50%, un dato impressionante se si pensa che le normali auto stradali a combustione interna si fermano intorno al 30%. Inoltre, l’uso strategico dell’energia elettrica consente alle squadre di gestire meglio il consumo di carburante, aumentando l’autonomia e riducendo la necessità di rifornimenti.

Il futuro: biocarburanti e impatto zero

Guardando al futuro, la Formula 1 è già al lavoro su nuove soluzioni per azzerare l’impatto ambientale diretto. A partire dal 2026, verrà introdotto un nuovo regolamento tecnico che prevede l’uso esclusivo di carburanti completamente sostenibili, prodotti da fonti rinnovabili o da processi di sintesi a basse emissioni. Questi e-fuel non solo bruceranno in modo più pulito, ma saranno anche compatibili con i motori delle auto di serie, rappresentando un possibile punto di svolta per l’intera industria automobilistica.

Nel frattempo, le squadre stanno già adottando pratiche più ecologiche all’interno dei loro quartier generali, utilizzando energie rinnovabili, riducendo gli sprechi e compensando le emissioni residue con progetti certificati. Anche i partner e gli sponsor sono sempre più coinvolti in questa transizione, spingendo per una F1 che sia non solo spettacolare, ma anche responsabile. (Sponsorizzato)

 

M. R.