֎Firmato il decreto per il 25° Parco nazionale italiano, è il Parco nazionale del Matese. Franco Tassi, del Centro parchi internazionale, esprime il più vivo compiacimento per la creazione da lungo tempo attesa del Parco, splendida catena montuosa, a cavallo tra Molise e Campania, scrigno di Biodiversità ancora non adeguatamente conosciuta e studiata֎
È nato il 25° Parco nazionale italiano, è il Parco nazionale del Matese, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il Decreto che individua la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale. Esteso oltre 87.000 ettari, tra Campania e Molise.
Il ministro Gilberto Pichetto e il Sottosegretario Claudio Barbaro hanno sottolineato che c’è «C’è una visione chiara di sviluppo».
È frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi Enti territoriali interessati: 52 Comuni, 4 Province e 2 Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33.000 ettari.
Franco Tassi, del Centro parchi internazionale, esprime il più vivo compiacimento per la creazione da lungo tempo attesa del Parco Nazionale del Matese, splendida catena montuosa, a cavallo tra Molise e Campania, scrigno di Biodiversità ancora non adeguatamente conosciuta e studiata, e ambiente naturale di grandi potenzialità, destinato a diventare la propaggine meridionale ideale del Parco Nazionale d’Abruzzo attraverso la magnifica dorsale delle Mainarde, offrendo rifugio, e spazio di espansione per tutta la fauna protetta, a partire dal raro Orso marsicano.
La realtà di un Parco ben condotto, sul modello del Parco nazionale d’Abruzzo nel periodo d’oro, potrà assicurare attenzione e tutela non solo a tutto il patrimonio naturale, ma anche alle collettività locali, offrendo concrete possibilità di rinascita ai borghi agonizzanti nonché di lavoro ai giovani, destinati a diventarne in futuro i migliori custodi, come guide, interpreti, assistenti e collaboratori.
Tra le prime, e più importanti iniziative da adottare, il Centro Parchi ribadisce la sua proposta di reintrodurre il Camoscio d’Abruzzo, che con gran successo ha già colonizzato i principali massicci dell’Appennino Centrale: dal Parco nazionale d’Abruzzo espandendosi alla Maiella, al Gran Sasso, al Sirente-Velino e ai Monti Sibillini, grazie alla storica Operazione Camoscio, ideata e lanciata circa mezzo secolo fa dalla Direzione del Parco.
Una felice iniziativa di «restauro ecologico» che ha portato il Camoscio più bello del mondo a una florida popolazione di oltre 5.000 individui (mentre al principio del secolo scorso, ridotto a circa 40 esemplari arroccati alla Camosciara, sembrava ormai condannato all’estinzione).
Ma l’entusiasmo per questo nuovo Parco, che ci si augura sia condiviso da tutte le Istituzioni e le Organizzazioni competenti e interessate, dovrà anche dare a tutti la forza e la decisione per respingere ogni attacco all’integrità del territorio, a partire dall’osceno Progetto noto come «Pizzone II», già respinto senza esitazione dagli ambientalisti, e dalle popolazioni locali. Il Molise, e la Campania interna, hanno ora una grande occasione di rinascita da non perdere, per assicurare al comprensorio e ai suoi abitanti un sereno avvenire di eco-sviluppo di rilievo internazionale.
R. V. G.