Animali malati d’uomo

709
cane animali pet
Tempo di lettura: 3 minuti

Ecco come abbiamo reso loro la vita impossibile

֎Cani portati in braccio o sinanche in passeggino; la toelettatura una volta alla settimana; un check-up mensile dal veterinario; dietetica studiata attentamente; e poi effusioni viso-muso a non finire attestando un amore sconfinato. Sembrerebbe che nessun animale sia più felice di questi cani… Ma ne siamo sicuri?֎

È recente la notizia che la normativa sul maltrattamento animali si è fatta più severa. Da quando esistono delle leggi a tutela del benessere animale (Garibaldi è stato il primo presidente della Società per la protezione animali) si è sempre posto il problema: come si fa a misurare la sofferenza di un animale? Già nell’uomo i gradi di tolleranza alla sofferenza variano da individuo a individuo; per gli animali poi la questione diventa ancor più indefinibile.

Per illustrare il caso prendiamo il cane, l’animale che più di ogni altro animale deve subire il dominio dell’uomo. Il cane oggi è amatissimo da una vasta schiera, lo vediamo tutti i giorni intorno a noi. Cani portati in braccio o sinanche in passeggino; la toelettatura una volta alla settimana; un check-up mensile dal veterinario; dietetica studiata attentamente; e poi effusioni viso-muso a non finire attestando un amore sconfinato. Sembrerebbe che nessun animale sia più felice di questi cani… Ma ne siamo sicuri?

In realtà nessun animale è più vittimizzato di questi cani oltretutto da parte di persone che si professano le più amorevoli verso gli stessi. Queste persone non si rendono conto che il loro cane è un animale il cui comportamento derivi, in ultima analisi, dal lupo, come potrebbe sembrare assurdo nel caso estremo del Pechinese così totalmente diverso nelle forme del corpo. Eppure è così. Posto ciò, al mio cane, di qualunque razza o non-razza sia, è logico presupporre che piacciano e non piacciano le stesse cose di quelle del lupo, anche se attenuate e modificate da 15.000 anni di convivenza con l’uomo. Al lupo piace avere il cielo sopra di sé e la terra sotto le sue zampe. La sua vita è dominata dal suo naso, annusa tutto; ha una vita sociale intensissima con i suoi simili; ha forte senso del suo territorio che segna con l’urina; è molto dinamico, spazia su grandi distanze; forma coppie stabili; è predatore.

Quanta di questa etologia viene concessa ai loro cani dai suddetti amorosi proprietari? Quasi nulla. Ma costoro sdegnati dicono «il mio cane più felice non potrebbe essere: vuole starmi sempre in braccio, non fa altro che fare le feste  a me e a tutti, mi lecca gioioso la faccia (con la stessa lingua che si fa il bidet, N.d.A.), mi mugola se non gli do retta, ecc.». Il fatto è che anche per i cani c’è una sindrome di Stoccolma. C’è l’aggravante che questa categoria di cinofili ha oltretutto una grande passione per alcune razze che per dettami di standard imposti dalle varie associazioni «cinofile» portano disabilità congenite che implicano sofferenze croniche.

Anche nel caso dell’anatomia/morfologia il termine di paragone resta sempre il lupo. Se il soggetto è grande o piccolo, a pelo lungo o corto, snello o massiccio, muso corto o lungo, è sempre in relazione al modello lupino. In alcuni casi le derive della selezione «cinofila» sono state talmente esasperate da creare dei mostri eticamente condannabili. In alcune razze molto popolari la canna nasale è stata eliminata o quasi. Ciò porta a difficoltà di respirazione e di ipertermia; le vediamo ansimare sempre a bocca aperta e con l’estate rischiano il collasso.

Il Cocker Spaniel possiede orecchie talmente lunghe e pesanti che soffre sempre di otite. Il Bulldog deve partorire col cesareo a causa della testa sproporzionata. Il Bassotto ha sempre problemi di schiena. Il Mastino Napoletano ha la pelle talmente lenta da chiudergli gli occhi e di fargli masticare le proprie labbra quando mangia. In alcune razze il pelo non smette mai di crescere coprendo gli occhi e generando matasse infeltrite che, se l’uomo non interviene, sono di serio impedimento. Poi ci sono gigantismi e nanismi di vario tipo, ognuno con la propria patologia congenita. Le deformazioni strutturali sono talmente spinte che la riproduzione non può più avvenire per via naturale.

Se voglio tenere un cane perché vado a prendermi uno di questi animali deformi (se non altro per evitare le spese veterinarie)? Paradossalmente è questa la gente che alza la voce nella difesa dei «diritti» degli animali. Sono loro che hanno fatto abolire il taglio delle orecchie e della coda, anche se nei cani che vivono a contatto con la natura, in particolare i cani da pastore e quelli da caccia, queste operazioni servono a prevenire certe patologie. Da tenere presente che questi interventi, anche se attuati tradizionalmente da semplici pratici, cioè non da veterinari, causano al momento del taglio un dolore minimo che svanisce subito. Eppure la gente di cui sopra è quella che tranquillamente pratica la sterilizzazione regolare dei loro cari animali. Mi chiedo: se c’è un «diritto» primario per un essere vivente non è forse quello della procreazione? Tra l’altro, la castrazione o togliere le ovaie è un intervento molto più pesante ed invasivo del tanto esecrato taglio delle orecchie e della coda.

 

Paolo Breber