Clima e alimentazione – Il tempo non gioca a nostro favore

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Si prevede che un aumento di 1-3°C delle temperature medie globali destabilizzerà la produzione di cibo. L’Oms stima che 3,5 milioni di persone muoiano ogni anno a causa della malnutrizione. Possibili pericoli da Biotecnologie, Ogm, nanotecnologie? «Credo che si debba fare uno sforzo collettivo per fornire al cittadino informazioni super partes sia in un senso sia nell’altro»

Clima – La mappa di 133 anni di caldo

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Secondo gli scienziati Nasa del Goddard Institute for Space Studies (Giss) di New York, la temperatura media nel 2012 era di circa 58,3 gradi Fahrenheit (14,6 gradi Celsius), che è di 1,0 F (0,6 C) più caldo della metà del 20° secolo. La temperatura media globale è aumentata di circa 1,4 gradi Fahrenheit (0,8 C) dal 1880, secondo la nuova analisi

Quanto piove si calcola dallo spazio

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Pubblicato il nuovo dataset Sm2rain-Cci. Il dataset è già stato utilizzato per la previsione delle piene nell’area Mediterranea evidenziando il beneficio rispetto all’utilizzo dei prodotti satellitari di pioggia allo stato dell’arte

Il clima mette a rischio il nostro grano

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I cambiamenti climatici stanno spingendo la coltivazione del frumento duro sempre più a Nord e il nostro Paese potrebbe diventare del tutto dipendente dall’estero per la produzione di un suo alimento base. Studiosi provenienti da diversi continenti si confrontano in un convegno su «Genetics and Breedings of Durum Wheat» al Cnr. Il programma del convegno

Certi coralli si difendono dall’effetto serra

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L’anidride carbonica presente nell’atmosfera acidifica il mare. Alcuni coralli sono in grado di adattarsi variando il loro pH interno. Altre specie rischiano invece di estinguersi, con gravi conseguenze sulla salute del mare

Il vento come motore del clima nella formazione e nell’estensione del ghiaccio marino

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Il ghiaccio marino o banchisa di ghiaccio è un elemento fondamentale del sistema climatico e il suo ciclo stagionale influenza la dinamica globale del clima a causa della sua interazione con l’albedo planetario, la circolazione atmosferica e oceanica oltre ad essere un essenziale componente dell’ecosistema marino polare.

I meccanismi che guidano la variabilità del ghiaccio marino a causa delle forzanti ambientali naturali ed antropiche sono ancora poco compresi.

La ricerca pubblicata sulla rivista «Nature Communications» ha, per la prima volta, spiegato i processi ambientali che hanno guidato la variabilità del ghiaccio marino e la presenza dei pinguini e degli elefanti marini durante gli ultimi 10mila anni nel Mare di Ross in Antartide.

Lo studio è stato condotto da ricercatori italiani del Programma nazionale di Ricerche in Antartide (attuato dall’Enea per gli aspetti logistici e dal Cnr per la programmazione e il coordinamento scientifico) in collaborazione con colleghi francesi, nell’ambito dei progetti internazionali Holoclip e Taldice e di un dottorato di ricerca svolto in collaborazione tra le università di Trieste e Siena dalla dott.ssa Karin Mezgec.

«Il nostro studio – spiega Massimo Frezzotti ricercatore dell’Enea – ha messo in evidenza come i venti che spirano in Antartide abbiano un ruolo fondamentale, analogo (se non addirittura superiore) a quello delle temperature e delle precipitazioni, nel guidare il clima e nel condizionare gli ecosistemi polari. I modelli climatici devono essere in grado di riprodurre la forza e la persistenza dei venti negli ultimi millenni per simulare i cambiamenti climatici in Antartide indotti dall’utilizzo dei combustibili fossili».

«Le variazioni di estensione del ghiaccio marino nel passato si possono ricostruire per mezzo di indicatori climatici, denominati proxy, presenti negli archivi naturali polari, spiega Barbara Stenni, paleoclimatologa e docente dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Questi sono rappresentati sia dalle carote di ghiaccio sia da quelle di sedimento marino raccolte nelle vicinanze del Mare di Ross».

«La variabilità dell’estensione e della persistenza del ghiaccio marino ha condizionato nel tempo l’evoluzione delle aree costiere e l’accessibilità alle spiagge, offrendo agli elefanti marini e ai pinguini di Adelia diverse opportunità di colonizzare le coste del Mare di Ross, condizionandone anche la dieta, come testimoniato dal ritrovamento di numerose colonie abbandonate che conservano la stratigrafia delle diverse fasi di occupazione», spiegano Carlo Baroni e Maria Cristina Salvatore (docenti del Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Pisa e ricercatori associati del Cnr-Igg di Pisa).

«Per la prima volta è stato creato un legame di conoscenza fra i dati atmosferici, le carote di ghiaccio e le carote dei sedimenti marini. Grazie alle diatomee, alghe silicee che dominano nei freddi mari antartici, si è potuto capire che l’ambiente marino, dalla colonna d’acqua ai sottostanti sedimenti, ha risposto alle variazioni dell’estensione dei ghiacci ed in ultima analisi alle variazioni climatiche negli ultimi 10mila anni. La presenza-assenza di alcune specie caratteristiche ha evidenziato la grande variabilità climatica di questa finestra temporale così vicina al nostro mondo attuale» affermano Ester Colizza, sedimentologa, e Romana Melis, micropaleontologa del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste.

Siccità, 10 milioni di bambini in pericolo di vita

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Nel Corno d’Africa la peggiore emergenza legata al clima degli ultimi 40 anni nella regione: 1,7 milioni di bambini sono gravemente malnutriti in tutta la subregione; più di 600.000 bambini nelle regioni colpite dalla siccità hanno abbandonato la scuola a causa della siccità; i matrimoni precoci spesso aumentano in periodi di siccità. In alcune aree colpite dalla siccità in Etiopia, c’è stato un aumento del 51% dei matrimoni precoci

Gli incendi aumenteranno con i cambiamenti climatici

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Lo studio, in collaborazione con Università di Barcellona, di Lisbona e Università della California a Irvine, dimostra il nesso tra siccità e aumento delle superfici coinvolte dagli incendi boschivi e prevede per i prossimi anni un incremento, soprattutto nelle zone a Nord dell’Europa mediterranea. I risultati sono pubblicati su «Scientific Reports»

Ecco come salvare i Pini marittimi

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Dalle caratteristiche genetiche ed evolutive dei pini marittimi è possibile prevedere la loro capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo rivela uno studio dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr realizzato nell’ambito di un progetto europeo e pubblicato sulla rivista «Genetics»

Pisa, l’orto botanico a rischio per il clima

Tempo di lettura: 2 minuti Secondo uno studio a causa dei cambiamenti climatici sono a rischio il 60 per cento degli alberi entro la fine del secolo. Lo studio pubblicato sulla rivista internazionale «Sustainability»

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Caldo in arrivo al sud

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Nel fine settimana l’alta pressione africana non molla il bacino centro meridionale del Mediterraneo, per cui al sud temperature quasi estive, con punte soprattutto in Sicilia di +30°C. Al centro temperature in aumento e decisamente superiori alla media stagionale. Al nord, invece, il tempo risulterà variabile con qualche addensamento nuvoloso e qualche pioggia nelle zone a ridosso delle Prealpi con temperature stazionarie

L’impatto sul gusto dei cambiamenti globali del clima

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Come sta cambiando il clima e perché in Italia i cambiamenti sono più accelerati. Dal riscaldamento globale del pianeta fino all’analisi sull’agricoltura di oggi. La produzione di cibo contribuisce alle emissioni di gas serra e ai cambiamenti climatici in tre modi. Ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici della produzione di cibo

Continua la variabilità

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Nel fine settimana dopo una breve tregua meteo, lungo l’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica ritornano i temporali. Ampie schiarite invece lungo le coste liguri e tirreniche e su parte di quelle adriatiche. I mari generalmente mossi o localmente poco mossi. Temperature nella media stagionale

Ecco l’inverno

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Per il prossimo week end poco sole e ulteriori nevicate anche a quote basse al Sud mentre variabile al Centro con residue nuvolosità e qualche precipitazione anche nevosa sul versante adriatico e al nord invece prevarrà bel tempo quasi ovunque

Clima, il momento di agire è ora

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Le evidenze scientifiche sono chiare

Possiamo dimezzare le emissioni entro il 2030

Pubblicato il terzo volume (WG3) del Sesto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc, la più aggiornata e completa rassegna scientifica sui cambiamenti climatici. Alcune opzioni possono assorbire e immagazzinare carbonio e, allo stesso tempo, aiutare le comunità a limitare gli impatti associati ai cambiamenti climatici. Per esempio, nelle città, le reti di parchi e spazi aperti, le zone umide e l’agricoltura urbana possono ridurre il rischio di inondazioni e gli effetti legati alle isole di calore

Ridurre le emissioni del 90%, ecco la nuova sfida europea per il 2040

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(Adnkronos) – La Commissione europea ha diffuso una valutazione d’impatto dettagliata che delinea i potenziali percorsi per raggiungere l’obiettivo di rendere l’Unione Europea climaticamente neutra entro il 2050, come previsto dalla legge europea sul clima. Basandosi su questa valutazione, la Commissione ha formulato una raccomandazione chiara: una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 (l’obiettivo intermedio della Legge sul clima è di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, ndr).  L’accelerazione senza precedenti delle perturbazioni climatiche nel 2023 ha evidenziato l’urgenza di agire rapidamente per contrastare il cambiamento climatico. Con un riscaldamento globale che ha raggiunto 1.48ºC al di sopra dei livelli preindustriali e una temperatura media dell’aria superficiale in Europa superiore di oltre 2.2ºC rispetto all’era preindustriale, gli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti e potenzialmente devastanti e diventa fondamentale avviare una discussione ampia e inclusiva con tutte le parti interessate per garantire un impegno condiviso e una cooperazione efficace. L’Unione Europea stabilisce una serie di condizioni politiche favorevoli che sono considerate indispensabili per raggiungere l’ambizioso obiettivo del 90% di riduzione delle emissioni entro il 2040. Queste condizioni rappresentano un insieme di linee guida e azioni concrete volte a garantire un percorso di transizione efficace verso un’economia a basse emissioni di carbonio e una società più sostenibile. Le principali sono: La proposta della Commissione sarà discussa nel Consiglio Ambiente del prossimo 25 marzo, in preparazione del Vertice dei 27 Capi di Stato e di governo del 27-28 giugno dove si adotterà l’Agenda Strategica Europea 2024-2029, che fissa le priorità del nuovo ciclo istituzionale che inizierà dopo le prossime elezioni di giugno, e dovrà avere l’azione climatica come architrave del nuovo Green Deal Europeo.   Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Maroš Šefčovič, ha sottolineato l’importanza di un passo significativo verso la neutralità climatica entro il 2050. Dopo un’attenta valutazione, la Commissione raccomanda una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, mantenendo così il percorso concordato dai leader dell’UE per la transizione climatica. Questa raccomandazione è considerata cruciale nel dibattito sul futuro della transizione verde europea, poiché si cerca di bilanciare la decarbonizzazione dell’economia con la competitività globale e la creazione di posti di lavoro stabili ed equi. Šefčovič ha enfatizzato che la leadership industriale dell’Europa e una transizione verde socialmente giusta e inclusiva sono imperativi fondamentali. La raccomandazione del 90% è supportata dal parere scientifico e basata su un’approfondita valutazione d’impatto. La comunicazione dell’UE identifica le condizioni necessarie per raggiungere questo obiettivo, che includono la piena attuazione del quadro 2030 per il clima e l’energia, un uso più efficiente dei finanziamenti pubblici per sostenere le tecnologie pulite emergenti, lo sviluppo delle filiere delle materie prime, prezzi energetici accessibili e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie. Inoltre, la Commissione si impegna a rafforzare la fiducia e il sostegno del pubblico nella transizione verde, riconoscendo le legittime preoccupazioni sui costi e impegnandosi a sostenere industria e cittadini attraverso misure politiche, normative e strumenti di finanziamento. La Commissione sta conducendo dialoghi con settori chiave, come l’industria dell’idrogeno, per garantire un’implementazione efficace del quadro concordato per il 2030. Questi sforzi e il coinvolgimento degli stakeholder aiuteranno la prossima Commissione a preparare proposte legislative per il quadro politico oltre il 2030 e a raggiungere l’obiettivo del 2040 in modo equo ed efficiente in termini di costi, una volta concordato dagli Stati membri e dal nuovo Parlamento europeo. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ancora maltempo

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Ma colpo di scena nel fine settimana: il tempo migliora quasi ovunque, anche al Sud e sulle isole maggiori e le temperature tornano a salire. I mari però restano ancora da poco mossi a localmente mossi

Clima, il 2019 terzo anno più caldo dal 1961

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Segnati in Italia i nuovi record assoluti nel mese di Giugno. Online il Rapporto Ispra «Gli indicatori del clima in Italia nel 2019»

Consultazione on line per i cambiamenti climatici

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Il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha affidato al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici il coordinamento tecnico-scientifico della Strategia, che si è concretizzato nell’istituzione di un Tavolo Tecnico composto da circa cento esperti provenienti da università, enti di ricerca e fondazioni

Oceani, è in atto una nuova era climatica

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Nell’ultimo decennio il riscaldamento terrestre ha portato a mutamenti biologici su scala oceanica senza precedenti. Un nuovo studio internazionale, a cui partecipa il Cnr-Ismar, suggerisce che le future variazioni di temperatura avranno effetti ancor più importanti sulla vita marina. I risultati, pubblicati su «Nature Climate Change», sono stati ottenuti grazie a un nuovo modello numerico globale costruito sulla teoria «Metal»