L’ecosistema urbano di oggi rispecchia pienamente la poca lungimiranza e eccessiva superficialità dell’apparato amministrativo, che condizionata dal fattore «crisi economica», mal gestisce certe problematiche, che innescano, poi, circoli viziosi complessi da controllare e difficili da fermare
Che aria si respira nelle Residenze sanitarie assistenziali
Il primo studio europeo analizza i disturbi respiratori degli ospiti più anziani e conferma la relazione tra l’esposizione degli alti livelli di PM10 e NO2 con respiro affannoso e tosse, di PM0,1 e sibili, di formaldeide e Bpco. Hanno partecipato tra gli altri gli Istituti Cnr di fisiologia clinica di Pisa e di biomedicina e immunologia molecolare di Palermo
Qualità dell’aria, ancora problemi nelle città
Diminuiscono le vittime sulle strade: quasi il 10% in meno nelle città italiane. Qualità dell’aria 2017: PM10 e ozono, livelli ancora superiori alla norma. Pm10 ancora oltre la norma in molte città italiane: al 10 dicembre 2017, il valore limite giornaliero è stato oltrepassato in 34 aree urbane, gran parte di queste localizzate nel bacino padano. Torino è la città con il numero maggiore di superamenti giornalieri (103). Situazione ancora più critica per l’ozono: nella stagione estiva, sempre 2017, ben 84 aree urbane vanno oltre l’obiettivo a lungo termine
Un’App mostra la qualità dell’aria
Un sistema che mette a disposizione dati aggiornati giornalmente sulla qualità dell’aria in tutto il paese. Il sistema è stato sviluppato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano e dal Laboratorio Nazionale Smart Cities del Cini
Qualità dell’aria, l’Europa deve accelerare
L’esposizione agli inquinanti atmosferici porta con sé, oltre a un numero inaccettabile di morti premature all’anno a livello nazionale, nascite premature e sottopeso, danni cognitivi per i bambini, asma, tumori, allergie, patologie respiratorie, infarti, ictus, diabete, demenza precoce
Smog, 18 città su 98 oltre i limiti giornalieri di Pm10 nel 2023
(Adnkronos) – Nel 2023, 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10: Frosinone maglia nera con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia con 62. A preoccupare è soprattutto il confronto con i nuovi target al 2030: oggi risulterebbero oltre i limiti il 69% delle città per il Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 50% per l’NO2. E’ il bilancio del nuovo report di Legambiente ‘Mal’Aria di città 2024’, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign. “Nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023 – osserva l’associazione – le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’Ue, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone”. Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Erano state 29 le città oltre i parametri nel 2022 e 31 nel 2021. In testa alla classifica delle città c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano) e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente con 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36. “I dati evidenziano un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente attribuibile alle condizioni meteorologiche ‘favorevoli’ che hanno caratterizzato il 2023, anziché a un effettivo successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog”, osserva l’associazione. Tuttavia, le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Se il 2030 fosse già qui, il 69% delle città risulterebbe oltre i limiti per il Pm10, con le situazioni più critiche a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc, seguite da Cremona e Venezia (31 µg/mc), e infine da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc). Situazione analoga anche per il Pm2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque oltre i parametri. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti. “Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita nei centri urbani italiani rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata dal nostro rapporto Mal’Aria di città – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Le fonti sono note così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali. Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità, dove le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono ben conciliarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento della città a 30km/h di Bologna voluto dal sindaco Matteo Lepore e dall’amministrazione comunale. Un intervento già realizzato in diverse città europee che chiediamo sia sempre più diffuso anche in quelle italiane”. “I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di Pm10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il Pm2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell’Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Preoccupa ancora la qualità dell’aria urbana
Il lavoro dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche e del Gruppo mobilità sostenibile del Kyoto Club evidenzia, nel decennio 2006-2016, una lieve riduzione della media delle concentrazioni annuali di inquinanti, sebbene le città risultino ancora caratterizzate da superamenti giornalieri oltre i limiti. La ricerca, condotta a Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia, confronta i livelli raggiunti dall’inquinamento con le politiche di mobilità
Qualità dell’aria, un nodo ancora irrisolto
Un’attenzione quella rivolta all’inquinamento atmosferico che deriva dai rischi per la salute che comporta, associati principalmente all’inalazione di gas e particolato, oltre che dai danni osservati agli ecosistemi e ai materiali, con particolare riguardo ai monumenti. Due strumenti suggeriti da Enea
I prossimi convegni sulla qualità dell’aria
A Lecce, Hotel Tiziano
Dal 19 al 20 aprile 2007
In Algarve (Portogallo)
Dal 23 al 25 Aprile 2007
– Setac Europe- 17th meeting annuale
A Porto (Portogallo)
Dal 20 al 24 maggio
– X Congresso nazionale di Chimica dell’ambiente e dei beni culturali
Ad Acaya, Vernole (Lecce)
Dall’11 al 15 Giugno
– 2nd Accent Symposium: Atmospheric composition change. Causes and Consequences?Local to Global
Ad Urbino
Dal 23 al 27 Luglio
– Eac – European aerosol conference 2007
A Salisburgo (Austria)
Dal 9 al 14 Settembre .
Il particolato uccide i cittadini europei
No a posticipare la riduzione degli inquinanti al 2040
֎Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), sono 253.000 i decessi nell’Unione europea (Ue) che si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’Oms. Medici, epidemiologi e cittadini scrivono al Ministro dell’Ambiente sulla Direttiva per la qualità dell’aria֎
Qualità dell’aria – Nuovi limiti per le polveri
La nuova direttiva riunisce in un solo testo i cinque strumenti giuridici vigenti, integrando gli ultimi sviluppi in ambito medico e scientifico nonché le esperienze più recenti acquisite negli Stati membri sulla qualità dell’aria e rivedendo in profondità le disposizioni attuali
Qualità dell’aria – I trasporti sotto accusa
La sola riduzione del traffico dal 25 al 40% porterebbe all’abbattimento delle emissioni tra 0,6 e 0,9 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Premiata la Regione Piemonte> Sintesi dell’Annuario> Le dichiarazioni di Viglione, Bresso e Pecoraro Scanio
Particolato – In Puglia problematica l’estate
«Il PM10 è un indicatore imperfetto per misurare la qualità dell’aria, poiché il dato risulta troppo grossolano e, dunque, fuorviante; per i prossimi studi si dovrà far riferimento sempre più alle tipologie di particolato più fine»
PM10 – In Toscana resistono alcune criticità
I dati 2009 ed il trend regionale 2005-2009. Nonostante la tendenza alla diminuzione restano ancora 10 stazioni su 25 oltre la soglia dei 35 superamenti giornalieri del valore di 50 µg/m3
In Emilia Romagna fermi i pre Euro 1 benzina e i diesel Euro 2
Dal 1° ottobre 2007 a fine marzo 2008 nei centri urbani con più di 50mila abitanti. Dal 7 gennaio al 31 marzo fermi pure i diesel pre Euro 3. Stop il giovedì con possibilità di revoca
Particolato – Anche l’Albania alle prese col traffico
È la fonte di inquinamento che ha superato quella industriale. Una forte collaborazione con l’Italia
A Pescara PM sotto controllo
I valori registrati dalle stazioni fisse risultano tutti al di sotto del limite medio giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo. Tale trend è in linea con la media stagionale
Ecco perché ai bimbi fa bene più verde
Vivere in aree altamente cementificate è dannoso per la salute respiratoria e oculare dei bambini, mentre vivere in aree con molto verde urbano è protettivo. A dirlo un’indagine, a firma Cnr, Ingv, Arpa Emilia-Romagna e DepLazio, pubblicata su «Environmental Health»
Un disastro in Europa il rapporto Polveri e Salute
Se si dovesse portare il limite a 10 µm/m3 la diminuzione sarebbe di cinque volte passando da 22mila morti a 4.400