Colori profondi del Mediterraneo

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Una mostra che rappresenta una selezione delle oltre 100 immagini che i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno raccolto nel corso di 50 campagne oceanografiche in 900 punti di immersione, e che sono state inserite in un volume di pregio

Documentario Ispra fa il punto su 20 anni di trapianti di Posidonia oceanica

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Così come accade per le foreste sulla terra, anche in mare è possibile recuperare le prateria di Posidonia oceanica danneggiate. Grazie al progetto europeo Life Seposso, coordinato dall’Ispra, è stato realizzato per la prima volta in Italia e nel Mediterraneo un monitoraggio nazionale delle attività di trapianto eseguite negli ultimi 20 anni.

La fusione nucleare

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La fusione è una grande opportunità per le imprese, che possono fare innovazione con importanti prospettive in molteplici settori.

Greenpeace: ripuliamo le industrie tessili inquinanti

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Il ministero dell’Ambiente cinese ha diffuso una lista di oltre 400 villaggi dove l’inquinamento dovuto alla produzione industriale ha causato un’impennata delle vittime per tumore. Questa cifra supera la precedente stima di Greenpeace e di altre associazioni ambientaliste, che ne avevano identificati un centinaio. Pechino ha reso nota anche una mappa dei «villaggi del cancro», ma i dati sulla presenza di sostanze pericolose e metalli pesanti nel suolo e nell’acqua sono ancora secretati

Il dramma amianto a chi interessa?

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Amarezza del regista del documentario «Polvere – il grande processo dell’amianto» che mette in relazione l’attenzione di altre realtà nazionali, e dei loro mezzi di comunicazione, con quella italiana e della Rai. Una storia documentaristica che ha il suo epicentro a Casale Monferrato e nel processo celebrato presso il Tribunale di Torino giunto alla sentenza di primo grado il 13 febbraio 2012.

Clima, effetti su Tundra e Taiga

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Il Centro d’Eccellenza «Bio-Clim-Land» della Tomsk State University in Russia presenta il suo lavoro di ricerca scientifica attraverso un video-documentario di 30 minuti. Le attività del centro consistono nel campionamento e nell’analisi di dati climatici, biochimici, microbiologici ed ecologici al fine di valutare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi della Tundra e della Taiga siberiane.

Il 2012 dell’Arpat

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Le attività a difesa dell’ambiente e del territorio svolte dall’Agenzia regionale per l’ambiente della Toscana

Difficile liberarsi dalla miseria…

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La Tradescanzia viola, o pianta della miseria, cresce ovunque, resiste al caldo e al freddo (non al gelo…), richiede poca acqua ed è veramente difficile riuscire a farla morire…

In questa foto di Pina Catino, la nostra storica fotografa, il quadro generale è triste, ben si accorda alla pianta. Mille sono le associazioni mentali, le considerazioni ma la miseria le comprende tutte. Dai muri scrostati, ad un ombrello rotto, ad un porta vasi senza più vasi, ad un cappello di una padrona che non lo usa più…

Ma la pianta è sempre un segnale di vita che sopravvive a tutto.

I. L.

La Terra brucia

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Secondo gli scienziati Nasa del Goddard Institute for Space Studies (Giss) di New York, la temperatura media nel 2012 era di circa 58,3 gradi Fahrenheit (14,6 gradi Celsius), che è di 1,0 F (0,6 C) più caldo della metà del 20° secolo. La temperatura media globale è aumentata di circa 1,4 gradi Fahrenheit (0,8 C) dal 1880, secondo la nuova analisi.

Il mare è vita… meglio senza l’uomo

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Sembra quasi di sentire il suono dello sciabordio del mare che si infrange e si insinua fra i ciottoli. Ognuno un pezzo di storia geologica che viene da un mondo lontano e si trova ora a condividere gli spazi fra plastica e bagnanti rumorosi e distratti

La Natura ci chiede di «tornare umani»

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In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il Wwf ha lanciato un video che chiede qualche minuto di attenzione. La Natura, voce narrante e fuori campo, racconta all’uomo tutto quello che sta scomparendo. «Let’s become really human again»

La Natura ci chiede di «tornare umani» e proteggerla, prima che sia troppo tardi. Il video dà voce alle querce, alle betulle, alle sequoie e alle palme che hanno ricoperto la Terra per miliardi di anni, producendo ossigeno dall’anidride carbonica e trasformando il Pianeta in un vero paradiso di biodiversità. Le mangrovie, le barriere coralline e le alghe proteggono le coste e la natura marina, mentre le paludi ci difendono dalle alluvioni e ci forniscono l’acqua da bene. Pesci, meduse, cavallucci marini, delfini, balene e squali popolano i mari da molto tempo prima che mettessimo piede sul Pianeta; gli insetti permettono che dai nostri terreni si possano ricavare frutti e quindi cibo. Una grande varietà di uccelli ci ricorda quante volte siamo stati intrattenuti dal loro canto, poi si passa ai grandi mammiferi terrestri come gli elefanti, i lupi, i leoni, i gorilla e le giraffe: protagonisti delle storie che hanno segnato i primi anni delle nostre vite, dato forma ai nostri sogni, colorato i nostri libri e arricchito le nostre menti.

Troppe specie, però, sono in pericolo e in pochi anni il Pianeta rischia di perdere la sua biodiversità. Già il 60% delle specie animali è scomparso a causa dell’impatto dell’uomo sulla natura. Ma se scompare la natura allora scompariremo anche noi uomini, perché siamo noi ad avere bisogno della natura, ancora più di quanto la natura abbia bisogno di noi.

 

(Fonte Wwf)

La forza della natura meraviglia sempre

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Sì, lo sappiamo e l’abbiamo scritto sempre: la natura ha una forza intrinseca che non conosciamo del tutto. Immagini come queste ci scorrono davanti agli occhi, spesso distratti, ma non riflettiamo, non deduciamo nulla

La strage delle Isole Fær Øer

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Si chiama «Grindagrap», il brutale spargimento di sangue dei delfini globicefalo che ogni anno, in questo periodo, si svolge nelle isole danesi delle Fær Øer.

Sciami di droni

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Tra le tecnologie italiane più innovative per contrastare il cambiamento climatico, c’è «Venus Swarm» dell’Enea, ispirata al comportamento dei pesci. Si tratta infatti di sciami di droni sottomarini in grado di «dialogare» fra loro, monitorare temperatura e salinità dei mari, studiare le correnti e l’erosione delle coste ed allertare in caso di tsunami.

Il piano Xylella si chiama ecocidio

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Un Piano di emergenza che va avanti, inefficace, da 8 anni. Un piano che non sta salvando gli ulivi ma li sta distruggendo.

Sta scomparendo il Ghiacciaio dei Forni

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A metà dell’Ottocento copriva una superficie di circa 20 chilometri quadrati, oggi invece si estende per poco più di 10 chilometri quadrati. Se non cambierà la situazione climatica, entro fine secolo il ghiacciaio si ridurrà a pezzetti di ghiaccio

La Mitigazione dei Cambiamenti Climatici

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Presentato il terzo e ultimo volume del Quinto Rapporto di Valutazione sui cambiamenti climatici dell’Ipcc, la rassegna più completa sulle conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti del clima, aggiornata dopo l’edizione del 2007. Il terzo gruppo di lavoro (Working Group 3) dell’Intergovenmental Panel on Climate Change si focalizza su azioni e politiche per la mitigazione dei cambiamenti climatici, ovvero sulle possibilità di riduzione della concentrazione di gas ad effetto serra in atmosfera.

Impianti chimici a rischio terremoto

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In Italia sono oltre 1.100 gli impianti industriali a rischio di incidente, soprattutto chimici e petrolchimici. Se consideriamo, poi, che il nostro è un Paese sismico, ci rendiamo conto di quale pericolo corriamo, visto che nessuna struttura industriale è stata costruita per resistere al terremoto. Ecco quindi l’appello dell’Enea e di tutta la comunità scientifica per avviare al più presto una valutazione della vulnerabilità degli impianti industriali e un programma di adeguamento antisismico.

Il cacciatore pentito

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Riportiamo l’intervista ad un ex-cacciatore di tigri indiano fatta da Roberto Cazzolla Gatti, Biologo ambientale ed evolutivo.

Murgia militare

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No del parco a quelle esercitazioni. La Guerra fredda e l’Alta Murgia: quale binomio lega un periodo storico così controverso al territorio murgiano a cavallo tra Puglia e Basilicata? Una vicenda dimenticata, e silenziata per molti versi, vecchia di decenni: 10 cittadine per dieci basi della Nato, nelle quali, negli anni Sessanta, furono impiantati 3 missili con testate nucleari per ogni base. Ogni testata atomica aveva una potenza cento volte superiore alla bomba sganciata a Hiroshima in Giappone al termine della Seconda Guerra Mondiale dagli americani.