Due più due non fa sempre quattro

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Soltanto i saccenti e gli stolti non hanno dubbi. Di esempi quotidiani ne abbiamo molti. Prendiamo il caso della diatriba dei vaccini. Non è dividendoci in fazioni che risolviamo il problema. Ma l’appello non è rivolto solo agli utenti, accusati di essere fanatici e di voler riportare al medioevo la società. Ma è rivolto anche alla scienza che deve trovare la forza e la capacità di escludere i faccendieri, di far tacere i saccenti e coloro che non hanno dubbi

Avanti con la sostenibilità sociale

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Analizzando i dati a livello mondiale l’osservatore si rende conto della esistenza di una chiara tendenza della impronta ecologica ad aumentare mentre la sostenibilità ecologica diminuisce. Questo tipo di analisi quindi mostra che non c’è coerenza fra di due indicatori, mentre quello sociale aumenta l’altro, quello ecologico, diminuisce. Questa mancanza di coerenza equivale ad una sorta di disaccoppiamento intrinseco fra i due indici di sostenibilità

Gli allarmismi non sono utili a nessuno

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…servono solo ad aumentare lo scetticismo

Dall’ambiente alla sanità si ripete l’esigenza di por mano ad una informazione corretta e si dà voce ad un’economia punitiva

Non è più tempo di scorciatoie

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Serve un cambio di marcia

Di scorciatoia in scorciatoia siamo arrivati all’attuale situazione. Nessuna decisione netta per la decarbonizzazione, per l’esclusione della plastica dalla catena dei consumi, per il rispetto totale, punto e basta, della natura… forse, se non ci saranno rinvii e aggiustamenti, qualcosa si inizierà a vedere per il 2030 o il 2050

Il sud, tante possibilità ma tanti tradimenti

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Occorre rilanciare gli investimenti pubblici, attuare una politica industriale specifica per il Mezzogiorno, proprio per l’innovazione ambientale, che metta in rete eccellenze pubbliche e private. Per farlo, bisogna riorganizzare lo Stato nel Mezzogiorno. Un’amministrazione pubblica amica dello sviluppo ha bisogno di recuperare efficienza ma anche di risorse

La salvezza del pianeta non è ideologica

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Proviamo a confrontare le tesi da un punto di vista puramente scientifico. La posizione classica del Global Warming si presenta e viene rappresentata, secondo Ipcc, con un indice unico fondamentale: la temperatura della Terra. Non si fa riferimento al Global Dimming (Raffreddamento Globale). Nonostante il Rapporto Ipcc sia il risultato degli studi della grande Comunità scientifica sussistono diverse interpretazioni delle causa e degli effetti del Cambiamento Climatico. In particolare la scuola ambientale e meteorologica russa che fa capo allo scienziato Abdus Amatov ma anche a Stanislav Perov, ritengono che gli effetti del Sole e del sistema solare siano le cause primarie del Riscaldamento Globale anzi credono piuttosto al prossimo Raffreddamento Globale

Ambiente ed efficienza energetica

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E viene a galla la questione ambientale che rende le fonti energetiche fossili classiche insostenibili mentre le fonti cosiddette alternative appaino lente anzi lentissime a raggiungere i livelli di produzione delle fonti fossili classiche. Così è accaduto per le evoluzioni delle fonti classiche del carbone che si imposero e sostituirono la legna, e quindi come la sostituzione del petrolio sul carbone e del gas sul petrolio dimostrano, l’avvento di una nuova fonte di energia, a cominciare da quella nucleare, per continuare con il solare, eolico, geotermico ecc. richiederà molto tempo tra mezzo secolo e un secolo

– I link dei precedenti articoli: 1, 2

L’industrializzazione no global…

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Meglio un presidente piuttosto aperto al mondo, ma rispettoso della Terra che uno chiuso nella sua capanna insieme allo zio Tom che discrimina e sfrutta per sostenere il progresso industriale americano finché gli fa comodo, prima di sbattergli una porta, anzi un muro, in faccia

Gli altri articoli di questa rubrica:
Il virus che ha colpito scienziati e giornalisti 
Se l’ambientalismo «sposa» il business
Il Paese che odia la scienza
Se uccidono i lupi… cavoli senza protezione

Tap, Tav, Rspo, Fsc, Dismo & Co.

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Il Nimby (ovvero la sfiducia ecologica) che si nasconde dietro un acronimo. È facile poi accusare di «allarmismo» chi difende l’ambiente mostrando l’apparente contraddizione di non volere quello che a tutti sembra un bene comune…

Ambiente, serve un cambio di marcia

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Ci stiamo suicidando perché l’attenzione non è sulla salute ma su energia, cambiamenti climatici, pace, violenze… tutte questioni sacre e importanti ma la cui soluzione passa da accordi politici nazionali, internazionali, economici e che giocano sulla sensibilità dei cittadini attraverso la stampa, le religioni, l’etica… e le cui soluzioni si avviano con il contagocce perché la molla è quella elettorale

Ormai c’è solo la gestione emergenziale

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Vecchie debolezze e nuovi problemi

Nonostante l’Italia sia sempre più esposta a fenomeni diffusi di dissesto idrogeologico che si sono acuiti sia per gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche e soprattutto per l’aumento del consumo di suolo nel nostro Paese, non è mai stata messa a punto «una vera e propria politica nazionale di contrasto al dissesto idrogeologico, di natura preventiva e non emergenziale»

Oltre la Cop26 resta sempre il nodo energia

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Manca ancora una decisa azione di semplificazione: se non vengono premiate le imprese che riducono le loro emissioni, se non si fanno decreti per applicare l’economia circolare nel settore, come si possono raggiungere gli obiettivi prefissati?

Dall’umanesimo integrale all’ecologia integrale

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I segni di un confronto ad alto livello con gli scienziati più avanzati e competenti delle varie materie ecologiche, sono evidenti nell’enciclica «Laudato si’». Così come costante è l’appello alle responsabilità dei governanti e l’attenzione ai bisogni dei più poveri, così altrettanto chiaro è che Francesco ha sposato le tesi che suggeriscono le soluzioni più avanzate. Dopo questa enciclica sarà difficile per negazionisti e complottisti battere le loro usurate strade

Altri articoli: Che senso ha il comandamento «non uccidere»? – «Laudato si’», logica (e illogica) della dialettica ecologica

Il virus che ha colpito scienziati e giornalisti

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Un articolo scientifico su tre è stato basato su dati simulati a un PC, una notizia su due è costruita su informazioni di seconda mano. Negli ultimi due decenni, le foreste, le montagne, gli oceani non vedono più l’ombra di uno scienziato pronto a studiarli, così come le piazze, le strade, le guerre non vedono più l’ombra di un giornalista pronto a raccontarle

Gli altri articoli di questa rubrica:
Se l’ambientalismo «sposa» il business 
Il Paese che odia la scienza 
Se uccidono i lupi… cavoli senza protezione 

Oltre l’Ipcc

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Il pensiero ecologico va ben oltre, supera il Rapporto Ipcc e, anche se in parte si ciba e si arricchisce dai Rapporti dell’Ipcc, è nato e cresciuto con l’uomo e si evolve con esso stesso, anche se appare che non sia ben chiaro all’Umanità. A dispetto dei dati scientifici esemplificativi, l’ecologismo moderno si è evoluto sviluppandosi, in maniera dogmatica e religiosa secondo criteri classici del dogmatismo più becero (anche fiscale) possibile quello cosiddetto «verde». La rappresentazione precipua e specifica di questo sviluppo si presenta con le tipiche caratteristiche medioevali delle «Compagnie di Gesù»

– I link dei precedenti articoli: 1, 2, 3

Se le pale eoliche diventano «piantagioni»

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È stato calcolato che sui Monti Dauni le pale esistenti al 2005 impattavano su 40mila ettari con la conseguenza della graduale scomparsa di quasi tutte le coppie nidificanti di Nibbio reale

Liberiamoci da tutte le prigioni

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Restammo popolo senza Stato e poi fummo popolo redento dalla Resistenza, ora siamo popolo che vuole riprendere il suo volo liberatorio, sconnettere le grate, celebrare il cammino della pace

Se l’ambientalismo «sposa» il business

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Come ha più volte ribadito il filosofo Slavoj Žižek viviamo in una società che, attraverso immaginarie lenti prodotte dall’economia globale, ha alterato la nostra percezione della realtà. D’altra parte, potevamo aspettarcelo da un processo di mercificazione inarrestabile degli oggetti e, persino, degli esseri viventi

Gli altri articoli di questa rubrica:
Il Paese che odia la scienza 
Se uccidono i lupi… cavoli senza protezione 

Ripresa sì ma di cosa?

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Riprendere non sia riavviare il motore in panne già posseduto, ma avviare la conquistata capacità di silenzio e di solitudine nella solidarietà che diventa coro di voci in armonia, non gridate caotiche a soppressione dei suoni spontanei che agognano la libertà