Lanari in cattività depongono 4 uova

Tempo di lettura: 4 minuti ֎La coppia di rarissimi falchi lanari è allevata dal progetto Life Lanner. Il progetto europeo continua a ottenere risultati positivi nella protezione del falco lanario in Italia֎

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L’Eni inquina? interpellata non risponde ma querela

Tempo di lettura: 3 minuti ֎L'Azienda minaccia una nuova causa per diffamazione nei confronti di Greenpeace Italia. L'Organizzazione: «Le continue intimidazioni dell'azienda contro chi gli chiede conto del proprio impatto sul clima sono scioccanti»֎

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Fare e disfare la realtà: la sanità

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Vi è l’urgente bisogno di un intervento finanziario strutturale che aumenti la percentuale delle finanze pubbliche destinata alla sanità ed eviti l’illogica proposta che fa ora il governo di aumentare la spesa per la «difesa» propagandata come necessità per la futura aggressione che la Russia farebbe contro paesi europei, tra cui l’Italia.
Una illazione senza alcuna base, ma che il complesso militare-industriale italiano spinge perché già vede ancora più lauti guadagni. Da cittadini pensanti diciamo: no a questo spostamento verso le armi; sì all’aumento necessario per assicurare un Ssn che assicuri ai cittadini il diritto alla salute.
Il paradosso del Pnrr è che l’Italia ha accumulato altro debito per costruire nuove strutture sanitarie e installare nuovi impianti e macchinari… a medici invariati.
La carenza di specialisti, ad esempio, è dovuta al demenziale metodo, tutto italiano, della formazione specialistica: in tutta la Ue i medici si specializzano lavorando in ospedale, come del resto succedeva prima del 1990 anche da noi. Il numero degli specializzandi è rimasto costante anche se si sapeva (si doveva sapere) che ci sarebbe stata un’impennata di pensionamenti.
Altro, ma più importante aspetto è che la riforma del 1978 è stata fatta in tempi in cui la medicina era ancora priva delle tecnologie apparse dopo qualche anno (ecografia, Tac, Rmn ecc.) che hanno rivoluzionato l’organizzazione del lavoro medico, ma di cui i governi non si sono accorti.

 

Francesco Sannicandro

Le professioni della sostenibilità, quali sono e come cambiano

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(Adnkronos) – Negli ultimi anni, la sostenibilità non è rimasta soltanto un concetto astratto, ma è diventata un pilastro fondamentale delle pratiche aziendali, trasformandosi da mero optional a vantaggio competitivo. Questo nuovo paradigma richiede una comunicazione efficace per diffondere i valori della responsabilità sociale d’impresa e creare un impatto tangibile. Grazie alla ricerca condotta dal Centro di ricerca per la comunicazione strategica (Cecoms) dell’Università Iulm, pubblicata dall’International Corporate Communication Hub, emergono scenari chiari sulle professioni del futuro legate alla sostenibilità e alla comunicazione.

La comunicazione, vera e propria arte di connessione, si erge come il ponte vitale tra le imprese e coloro che ne sono interessati, gli stakeholders. Non solo contribuisce a definire e divulgare gli imperativi della sostenibilità aziendale, ma plasma anche l’opinione pubblica sull’azienda stessa. Attraverso un’analisi puntuale, condotta su circa 1.000 offerte di lavoro pubblicate su LinkedIn nell’arco di un anno, dal settembre 2022 al settembre 2023, è stata scalfita la superficie del mercato lavorativo, selezionando offerte mirate con termini chiave legati alla sostenibilità.

Questo studio ha gettato luce su un vasto spettro di 36 settori industriali, rivelando che le aziende sono in fervida ricerca di figure professionali legate alla sostenibilità come manager ambientali, csr manager, esperti di reporting e vendite nel settore delle tecnologie eco-sostenibili. Ma non finisce qui: nel campo della comunicazione, la domanda si concentra su ruoli come i comunicatori per gli stakeholders, gli esperti ESG, i pianificatori strategici e gli analisti di reportistica. I risultati di questa ricerca non solo disvelano le competenze più richieste, ma fungono anche da fondamento per sviluppare strategie formative su misura.

Questi dati sono inoltre il pilastro su cui costruire linee guida per la gestione delle risorse umane all’interno delle aziende, garantendo la creazione di programmi di sviluppo delle competenze aderenti alle esigenze emergenti del mercato del lavoro in ambito sostenibilità. Le testimonianze di esperti del settore, intervenuti alla presentazione della ricerca, confermano l’importanza crescente della sostenibilità nel contesto aziendale. Pierangelo Fabiano, segretario generale Icch, sottolinea come la sostenibilità sia diventata un asset essenziale per tutte le aziende, influenzando sia le professioni legate direttamente alla sostenibilità che quelle della comunicazione: «La ricerca mette in luce quanto le aziende siano sempre più interessate ad aggiungere al proprio core business nuove professioni legate alla sostenibilità e quelle impegnate nella comunicazione della sostenibilità. Due dimensioni che oggi si intrecciano e si completano e non si possono scindere tra loro».

Simone Bemporad, Generali group chief communications and public affairs officer, sottolinea l’importanza cruciale delle metriche ESG (Environmental, Social, Governance) nel contesto della sostenibilità aziendale sulle quali le società sono chiamate ad agire. Inoltre, Bemporad evidenzia il fatto che le professioni legate alla sostenibilità coinvolgono ormai tutti i settori lavorativi, richiedendo una trasformazione dei ruoli e delle competenze per adattarsi a questa nuova realtà. E conclude: «Il grande cambiamento da attuare è quello, prima di definire un servizio o un prodotto, di domandarci: come andiamo a valutare il suo impatto sulla sfera E, quella S e poi G?».

Patrizia Rutigliano, strategist in ESG e corporate affairs per Poste Italiane e membro indipendente del consiglio di amministrazione di Acea, evidenzia l’evoluzione della sostenibilità da una mera questione di costi a una fonte di generazione di ricavi. Questo cambiamento, avvenuto nel corso di vent’anni, è stato influenzato da significative evoluzioni normative a livello globale, come il Green Deal e l’Inflation Reduction Act. Rutigliano prospetta una trasformazione manageriale senza precedenti nell’ambito dell’energy transition e della digital decade. «In fin dei conti — conclude — per riuscire ad avere una reportistica compliant con tutto quello che ci viene richiesto, dobbiamo cambiare completamente il nostro modo di lavorare. Questa, credo, sia la più grande rivoluzione che probabilmente affronteremo in questi anni».

Nel panorama delle professioni legate alla sostenibilità «spiccano i manager ambientali, ingegneri che efficienteranno i processi produttivi e il Csr manager, che si occupa di raccontare l’impegno etico delle aziende, del loro impatto, di come stanno impegnando ad avere un impatto positivo sulla società» precisa Elanor Colleoni, ricercatrice presso l’Università IULM, evidenziando, inoltre, una crescente domanda di lavoro in questo settore e l’emergere di profili chiave come i consulenti aziendali esterni.

Allo stesso modo, Gloria Zavatta, membro del Consiglio di Amministrazione di Amat e presidente della Fondazione Cesvi, sottolinea l’importanza di una strategia interna alla Fondazione, basata su un approccio improntato alla sostenibilità in tutte le sue attività, interazioni e relazioni con le comunità locali coinvolte nei progetti: «Cesvi supporta la volontà dell’impresa di agire in varie parti del mondo e cerca di realizzare queste progettualità in sintonia con gli obiettivi stessi delle imprese». In un mondo sempre più orientato verso la sostenibilità, la trasformazione dei ruoli e delle competenze diventa una necessità imprescindibile per rimanere competitivi e per garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

L’astensionismo è anche un nemico dell’ambiente

Tempo di lettura: 9 minuti ֎Nonostante il fenomeno sia noto e analizzato non si corre ai ripari. Con dodici milioni di voti, fino al 2008, si perdevano le elezioni. Con dodici milioni di voti, oggi, […]

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Logistica: aperta LetExpo Alis, confronto a tutto campo sui trasporti

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(Adnkronos) – Si è aperta oggi la terza edizione di LetExpo, a Verona, organizzata da ALIS, la realtà associativa di riferimento per l’intero comparto della logistica (oltre 2500 realtà associate), del trasporto e dei servizi alle imprese in Italia e in Europa, in collaborazione con Veronafiere, patrocinata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti , Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, dal Comune di Verona e dalla Provincia di Verona e che vede come partner istituzionale, lo Stato Maggiore della Difesa.  Nel 2023, si spiega in una nota, grazie ad ALIS, sono stati sottratti dalle autostrade 6 milioni di camion e 143 milioni di tonnellate di merci sono state spostate verso l’intermodalità attraverso porti ed interporti, con una riduzione di 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Un risparmio economico per le famiglie e i cittadini italiani di oltre 7 miliardi di euro. Al centro dell’evento anche l’analisi della situazione geopolitica attuale e gli impatti sul mondo della logistica e del trasporto, i dati del settore in Italia e la loro ricaduta a livello europeo.  “Gli attacchi Houthi nel Mar Rosso e la crisi che sta colpendo il canale di Suez, rappresentano una minaccia concreta ai flussi commerciali mondiali” così il Presidente di Alis, Guido Grimaldi, nel suo discorso introduttivo della terza edizione del LetExpo Alis, la più grande fiera del trasporto e della logistica sostenibile. “Una situazione che ha generato un aumento notevole dei costi di trasporto dell’acciaio, registrando un incremento del 150% rispetto al periodo precedente alla crisi stessa. Il tempo di transito si è allungato di almeno 15-25 giorni, rendendo urgente l’adozione di misure concrete per affrontare questa situazione. Un impatto significativo, soprattutto sugli scambi commerciali tra Italia e Cina, che costituiscono il 40% del totale dell’import-export che transita attraverso il canale di Suez, per un totale di 154 miliardi di euro. Bisogna affrontare questa sfida in modo strategico e cooperativo per garantire la stabilità delle nostre relazioni commerciali internazionali” ha sottolineato Grimaldi.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il piano italiano da 1,1 mld di euro per la transizione verde

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(Adnkronos) – La corsa verso un’economia più sostenibile e a zero emissioni nette ha ricevuto un ulteriore impulso con l’approvazione da parte della Commissione europea del piano italiano da 1,1 miliardi di euro. Questa mossa è in linea con il piano industriale del Green Deal, che mira a guidare l’Europa verso un futuro più sostenibile e a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Il regime approvato fa parte del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato, adottato dalla Commissione europea nel marzo 2023 e successivamente modificato nel novembre 2023. Questo quadro è stato progettato per sostenere settori chiave che giocano un ruolo cruciale nell’accelerare la transizione verde e ridurre l’impatto ambientale. L’Italia ha presentato un piano ambizioso per sostenere investimenti mirati alla produzione di attrezzature fondamentali per la transizione verde. Con un budget di 1,1 miliardi di euro, il piano prevede sovvenzioni dirette per le imprese coinvolte nella produzione di batterie, pannelli solari, pompe di calore, turbine eoliche e altre tecnologie green cruciali. Le imprese che producono questi dispositivi, così come quelle che forniscono componenti essenziali per la loro fabbricazione, saranno idonee per ricevere aiuti finanziari.  La Commissione ha valutato attentamente il piano italiano e ha concluso che rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione. Gli aiuti saranno incentrati sulla produzione di attrezzature che favoriscono la transizione verso un’economia a zero emissioni nette e saranno assegnati entro il 31 dicembre 2025. Le sovvenzioni dirette varieranno da un minimo di 150 milioni di euro a un massimo di 350 milioni a seconda della regione e del tipo di attrezzature prodotte. Inoltre, le imprese situate in regioni ammissibili agli aiuti riceveranno incentivi aggiuntivi, mirati a promuovere lo sviluppo economico in aree meno sviluppate. Il quadro temporaneo di crisi e transizione, modificato nel novembre 2023, offre agli Stati membri diverse opzioni per fornire sostegno finanziario, compresi aiuti di importo limitato, sostegno alla liquidità, aiuti per compensare i prezzi elevati dell’energia e misure per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e la decarbonizzazione dei processi industriali. Con l’approvazione del piano italiano, si aprono nuove opportunità per le imprese che operano nel settore delle tecnologie verdi. L’accesso a finanziamenti e incentivi può favorire l’innovazione e la crescita, contribuendo allo sviluppo di soluzioni sostenibili e alla creazione di posti di lavoro nell’ambito della green economy. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Una finestra fotovoltaica che scambia dati

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Tempo di lettura: 2 minuti ֎L’Università di Milano-Bicocca e l’Istituto Nazionale di Ottica del Cnr, in collaborazione con Glass to Power SpA e il Laboratorio Lens, hanno realizzato la prima finestra «ibrida» intelligente, capace di […]

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Foreste certificate, un milione di ettari targati Pefc

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(Adnkronos) – Gli ettari di foreste gestite in maniera sostenibile in Italia salgono a quota 980.611,54 nel 2023, con un incremento del +5,9% rispetto all’anno precedente, 14 nuove certificazioni e 14 regioni con almeno una foresta certificata.

L’intelligenza artificiale fa paura? Cos’è l’Ai Anxiety e come combatterla in azienda

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(Adnkronos) – L’intelligenza artificiale spaventa il 77% dei professionisti italiani. Lo riporta l’Osservatorio dedicato del Politecnico di Milano. Dalla diffusione all’applicazione della tecnologia, l’Ai fa paura, in Italia così come nel resto degli altri Paesi.

Solo il 15% dei milanesi utilizza esclusivamente il trasporto pubblico per recarsi al lavoro

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(Adnkronos) – La mobilità è sempre più un aspetto centrale della transizione green, a partire dalla riduzione dei voli e delle auto private che circolano nelle strade di tutto il mondo.

Fare e disfare la realtà: Dossieropoli

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All’interno di un’antica tradizione mi sembra si inserisca il bizzarro caso di questi giorni. Si tratta davvero di una singolare «Dossieropoli», in cui tutti i protagonisti, per prima cosa, si affrettano a precisare di non avere mai parlato di «dossieraggi». Solo per stare alle incomprensibili notizie di oggi, la stampa dà conto da un lato della decisione di Giorgia Meloni di bloccare la proposta di una commissione d’inchiesta (appena avanzata dai suoi ministri della Giustizia e della Difesa, cioè quello stesso Guido Crosetto che dei non-dossier sarebbe la prima vittima, e dalla cui denuncia sembrerebbe essere partito tutto), dall’altro di un inatteso comunicato del procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, il quale annuncia di avere «attivato le proprie funzioni di sorveglianza», sottolineando che «l’attività di vigilanza sui rapporti con gli organi di informazione dei procuratori del distretto» gli impone di «verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritto dell’opinione pubblica ad essere informata nella fase delle indagini ed il rispetto della presunzione di innocenza».
Nel frattempo, come tutti i giornali riportano in qualche pagina interna, molto in fondo, la sentenza sul famigerato caso Consip che aveva fatto tremare il governo guidato da Matteo Renzi, con le indagini sul padre Tiziano e sul braccio destro Luca Lotti, si conclude con solo due condanne, non agli indagati, ma agli indagatori. Cioè agli ufficiali accusati di avere rivelato ripetutamente ad alcuni giornalisti atti coperti da segreto investigativo (che peraltro sarebbe l’aspetto di gran lunga meno grave di quanto emerso nel modo di gestire le indagini e soprattutto le intercettazioni, i cui verbali erano stati significativamente manipolati).
Se arrivati a questo punto sentite di esservi persi, e avete solo la sgradevole impressione di essere le vittime collaterali di una interminabile guerra per bande tra diverse correnti della politica, del giornalismo, della magistratura e dei servizi, direi che avete colto il punto essenziale. Ma nemmeno questa, purtroppo, è una novità.

 

Francesco Sannicandro

Dal caldo estremo alle inondazioni, Europa “impreparata”

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(Adnkronos) – In Europa i rischi climatici minacciano la sicurezza energetica e alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche, la stabilità economica e la salute dei cittadini. In base alla valutazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), pubblicata oggi, molti di tali rischi hanno già raggiunto livelli critici, che potrebbero diventare catastrofici in assenza di interventi urgenti e decisivi.  Secondo i risultati della prima European Climate Risk Assessment (Eucra) (valutazione europea dei rischi climatici), “in Europa le politiche e gli interventi di adattamento non tengono il ritmo con la rapida evoluzione dei suddetti rischi. In molti casi, un adattamento incrementale non sarà sufficiente. Inoltre, poiché numerose misure volte a migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici richiedono molto tempo, possono essere necessari interventi urgenti anche per rischi non ancora critici”.  Alcune regioni d’Europa, poi, sono aree in cui si concentrano rischi climatici multipli. In particolare, “l’Europa meridionale è particolarmente a rischio a causa degli incendi boschivi nonché degli effetti delle ondate di calore e della scarsità di acqua sulla produzione agricola, sul lavoro all’aria aperta e sulla salute umana. Le inondazioni, l’erosione e l’infiltrazione di acqua salata minacciano le regioni costiere europee a bassa quota, comprese molte città densamente popolate”.  “Dalla nostra ultima analisi – dice Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’Aea – si evince che l’Europa si trova di fronte a rischi climatici urgenti che si acuiscono più rapidamente di quanto le nostre società riescano a prepararsi. Per garantirne la resilienza, i responsabili politici europei e nazionali devono agire immediatamente con interventi volti a limitare i rischi climatici, sia mediante una rapida riduzione delle emissioni sia con l’attuazione di politiche e di interventi di adattamento forti”.  La valutazione dell’Aea individua in Europa 36 principali rischi climatici nell’ambito di cinque grandi gruppi: ecosistemi, alimenti, salute, infrastrutture, economia e finanza. “Sono già necessari interventi più incisivi per oltre la metà dei principali rischi climatici individuati dalla relazione – avverte l’Agenzia – di cui otto da attuare con particolare urgenza, principalmente per preservare gli ecosistemi, limitare l’esposizione umana al calore, proteggere la popolazione e le infrastrutture da inondazioni e incendi boschivi e garantire la sostenibilità dei meccanismi di solidarietà europei, come il Fondo di solidarietà dell’Ue”.  Quasi tutti i rischi nel gruppo ecosistemico richiedono “interventi urgenti o più incisivi; di questi, i rischi per gli ecosistemi marini e costieri sono valutati come particolarmente gravi”. Come ricorda la relazione dell’Aea, “poiché gli ecosistemi rendono molteplici servizi alle popolazioni, questi rischi hanno un elevato potenziale di ricaduta su altri settori, tra cui quelli della produzione alimentare, della salute, delle infrastrutture e dell’economia”. I rischi posti dal caldo eccessivo e dalla siccità alla produzione agricola “sono già a un livello critico nell’Europa meridionale, ma interessano anche i paesi dell’Europa centrale”. Sul fronte della salute, “il calore è il fattore di rischio climatico più grave per la salute umana e quello che richiede gli interventi più urgenti”. Quanto alle infrastrutture, “eventi meteorologici estremi più frequenti aumentano i rischi per l’ambiente urbano e i servizi critici in Europa, tra cui l’energia, l’acqua e i trasporti”. Numerosi rischi climatici interessano, poi, anche l’economia e il sistema finanziario europei. In conclusione, secondo l’Agenzia, “l’Ue e i relativi Stati membri hanno compiuto notevoli progressi nella comprensione dei rischi climatici e nella preparazione ad affrontare tali rischi. Tuttavia, la preparazione della società in generale è resa insufficiente dal ritardo nell’attuazione delle politiche rispetto al rapido aumento dei livelli di rischio”. La valutazione dell’Aea sottolinea che, “per affrontare e limitare i rischi climatici in Europa, l’Ue e gli Stati membri devono collaborare coinvolgendo anche i livelli regionali e locali laddove si rivelino necessari interventi urgenti e coordinati”.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Alperia e Nippon Gases all’Mce Expocomfort

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(Adnkronos) – Efficientamento energetico e gas refrigeranti: due mondi che si incontrano all’Mce Expocomfort 2024 (a Fiera Milano dal 12 al 15 marzo) grazie alla collaborazione tra Alperia, provider di servizi energetici, e Nippon Gases Refrigerants, azienda specializzata nella fornitura di gas per la refrigerazione, il condizionamento e le pompe di calore, A2L, Hfc e Hfo, oltre a servizi di rigenerazione e smaltimento, servizi e soluzioni tecniche avanzate. Un progetto che unisce le innovazioni tecnologiche di Sybil con i servizi della quarta azienda di gas industriali in Europa.  Realizzato da Alperia, Sybil è un sistema di controllo per impianti di climatizzazione (Hvac – Heating, Ventilation and Air Conditioning) e per impianti di refrigerazione commerciale, in grado di garantire la loro gestione attraverso sofisticate tecniche di automazione. Anche grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, questa soluzione è in grado ad esempio di ridurre, all’occorrenza e in modo autoregolato, la temperatura degli ambienti e di ottimizzare gli orari di accensione e spegnimento dei generatori di calorie e frigorie, in linea con la reale necessità dell’edificio, permettendo una riduzione dei consumi e di emissioni di CO2.  La collaborazione nasce dalla necessità del mercato di accedere a servizi di consulenza energetica e di sviluppo di soluzioni per la fornitura di sistemi di condizionamento e refrigerazione efficienti e sostenibili. L’appuntamento è da martedì 12 al Padiglione 9P Stand N09-P10. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fare e disfare la realtà: fonti e informazione

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Il diritto alla riservatezza delle persone che forniscono informazioni ai cronisti è previsto dalla deontologia del giornalista, ma lo prevede la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), come estensione dell’articolo 10 della convenzione europea. Quest’articolo assicura la libertà di espressione, compresa quella di stampa. Con una sentenza del 2020, la Cedu ha rafforzato questa libertà, includendo la protezione del giornalista in ogni fase della sua attività e tuteli l’esercizio della sua funzione di guardiano del potere.
Tra questi strumenti c’è anche la tutela della segretezza delle fonti, che svelano fatti al giornalista con la garanzia dell’anonimato.
Nessuno può obbligare un giornalista a rivelare la fonte della sua notizia, anche nel caso possa essere utile all’autorità giudiziaria per individuare l’autore di un reato. Senza la protezione della segretezza delle fonti, sarebbero loro per prime a non comunicare più notizie di interesse generale: la conseguenza è che l’opinione pubblica sarebbe privata del diritto a ricevere informazioni utili all’esercizio delle proprie scelte politiche.
Il caso da cui nasce l’inchiesta di Perugia mette a dura prova la libertà di stampa. C’è un ministro che non denuncia per diffamazione dei cronisti, ma chiede a dei magistrati di indagare sulle loro fonti perché le informazioni che hanno rivelato (vere, verificate e non smentibili) potrebbero essere state fornite accedendo a dei dati riservati.
Va detto che anche la federazione dei giornalisti europei ha «richiamato» il governo italiano «a rispettare la rule of law e gli standard legali europei per la protezione delle fonti giornalistiche».

 

Francesco Sannicandro

Clima, le aree marine protette si difendono meglio

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Più difesa la fauna ittica dalle ondate di calore, nel Mediterraneo dove il tasso di riscaldamento è triplo rispetto agli oceani. Il lavoro coordinato dall’Università di Pisa֎

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L’autonomia differenziata danno per i poveri e l’ambiente

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֎Ma non si vede nessuna azione seria per costruire un’opposizione alla proposta di legge. Va contrastato l’attuale schema culturale che propone come nemici non le disuguaglianze, la povertà, la crisi climatica, il rancore come strumento per costruire ipotesi identitarie, ma i poveri, i migranti, gli «immorali» e gli ecologisti֎

Packaging più sostenibile e meno sprechi nell’UE

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(Adnkronos) – Nell’ambito della lotta contro gli sprechi e per promuovere un’economia più sostenibile, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta di regolamento sul packaging e sugli sprechi di imballaggi.

Fare e disfare la realtà: Gaza

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Il presidente americano ha dedicato alla guerra contro Hamas la chiusura del discorso sullo stato dell’Unione, dichiarandosi il miglior amico che lo stato ebraico abbia mai avuto, ma anche preoccupato per le condizioni dei civili palestinesi. Per loro presto un porto temporaneo sulla costa di Gaza per consentire la consegna di aiuti umanitari su larga scala. L’urgenza secondo la Casa Bianca è data dal fatto che l’attuale mancanza di cibo e farmaci sta mettendo in pericolo 2,3 milioni di palestinesi sul territorio. Il programma di consegna via mare dovrebbe essere realizzato in alcune settimane, ma sono in molti a chiedersi se questo sistema consentirà aiuti sufficienti a tamponare la fame e il rischio epidemico e soprattutto se la popolazione allo stremo potrà resistere mentre si realizza questa struttura.

Da parte degli attivisti e degli esperti umanitari si plaude alla decisione considerata un passo nella giusta direzione, ma intravedono un segnale di debolezza da parte degli Stati Uniti. La maggioranza delle Ong impegnate nel conflitto ha espresso infatti tramite comunicati stampa l’opinione che sarebbe stato preferibile aiutare Gaza facendo pressioni molto più forti sul governo di Benjamin Netanyahu affinché aprisse altri varchi al confine per consentire al trasporto su gomma di aumentare la capacità di affrontare l’emergenza umanitaria.

 

Francesco Sannicandro

Il lavoro agile e le donne, pro e contro

Tempo di lettura: 7 minuti ֎La via per lavorare in modo intelligente in smart working presuppone un profondo cambio culturale di tutti, un cambio epocale che introduce i concetti di obiettivi chiari, delega, fiducia reciproca, […]

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