Del tutto innocuo, il polpo è anche conosciuto come l’invertebrato più «intelligente» e simpatico. Riesce ad aprire un barattolo contenente una preda ed è addirittura in grado di insegnare come si fa ad un suo simile che potrà così risolvere il problema in un periodo di tempo minore
L’aspetto bizzarro del polpo (Octopus vulgaris), mollusco cefalopode con il corpo sacciforme da cui si dipartono otto braccia munite di ventose e con i grandi occhi simili a quelli dei vertebrati, ha incuriosito da sempre l’uomo che ne è rimasto sia attratto che spaventato. Non a caso nell’immaginario comune incute tuttora terrore la possibilità di essere trascinati sott’acqua dai lunghi tentacoli di enormi piovre. Del tutto innocuo, il polpo è anche conosciuto come l’invertebrato più «intelligente» e simpatico. Ormai famosi sono gli esperimenti che dimostrano l’alto grado di sviluppo del sistema nervoso di questo mollusco, che riesce ad aprire un barattolo contenente una preda ed è addirittura in grado di insegnare come si fa ad un suo simile che potrà così risolvere il problema in un periodo di tempo minore. Recenti lavori hanno dimostrato inoltre l’interesse di tale animale per il gioco: il polpo non gioca con i ricercatori per ricevere una ricompensa ma per divertimento!
La fama del polpo non è dovuta solo alla sua intelligenza ma anche alla particolare strategia riproduttiva. Alla fine dell’inverno gli animali sessualmente maturi risalgono a bassa profondità per riprodursi. Durante l’accoppiamento, il maschio inserisce, per mezzo di un tentacolo più corto a forma di cucchiaio detto ectocotile, nell’ovidotto della femmina pacchetti di spermi, le spermatofore. Nel corso del concitato accoppiamento che dura circa un’ora, può succedere che l’enfasi del rapporto sia tale da portare addirittura al soffocamento di uno dei membri della coppia. Nei due giorni successivi, le spermatofore si aprono e fuoriescono gli spermi che fecondano le uova, deposte in numero elevatissimo (fino a 150.000) in lunghi cordoni biancastri fissati alla volta delle tane e custodite per 1-2 mesi dalle femmine che durante tutto questo periodo non si nutrono e muoiono dopo la schiusa.
La vita del polpo è strettamente legata al fondo marino su cui si muove strisciando aiutandosi con il movimento delle braccia. Predilige fondali rocciosi o pietrosi ricchi di anfratti in cui trova rifugio, dalla superficie fino a ben 100 m di profondità. Le tane scelte come nascondiglio sono caratterizzate all’ingresso da un mucchio di gusci di conchiglie vuote e piccoli sassi che il polpo accumula accuratamente e che si avvicina con le ventose a mo’ di scudo in caso di pericolo.
Si nutre prevalentemente di molluschi bivalvi e crostacei che immobilizza con i forti tentacoli. Le valve e il carapace delle prede vengono spaccate dalle due robuste mandibole cornee a forma di becco poste tra le braccia. In caso di pericolo affida la propria salvezza alla sua eccezionale capacità mimetica. Nell’epidermide, infatti, si trovano in gran numero particolari cellule cromatofore che permettono il repentino cambiamento della pigmentazione della pelle adattando perfettamente il colore all’ambiente circostante. Se scoperto il polpo espelle dal sacco del nero, l’inchiostro, che forma una nuvola scura o un falso bersaglio allo scopo di disorientare i predatori, primo fra tutti l’uomo che con un prelievo sconsiderato e diffuso sia in immersione sia con vari tipi di pesca, ha provocato un lento ma costante declino di questa specie un tempo assai comune nei nostri mari.