Strane storie di orsi, dagli Appennini alle Alpi

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Perché sono cambiate le abitudini dell’orso marsicano. Cosa si può fare per sconfiggere luoghi comuni e disinformazione. Gli ultimi casi di cronaca

Se li trovate non toccateli!

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Un giovane esemplare di capriolo italico del Gargano allevato in cattività è stato ritrovato dal Corpo forestale dello Stato. Perché non bisogna avvicinarsi. Le problematiche della reimmissione in natura. Otto regole da seguire. La peculiarità della specie che vive sul Gargano

Il ritorno del cervo sardo

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Lberato un gruppo di 15 cervi all’interno dell’areale del «Supramonte ogliastrino»; una giornata storica, che ha segnato il ritorno del cervo in un’area della Sardegna da cui mancava sin dai primi del 900. Ispra partecipa al progetto europeo per la tutela della specie

Lontra

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In Italia non ne sopravviverebbero che tra i 100 e i 150 individui, di solito assai difficili da incontrare, anche perché sfuggenti, elusivi e di abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne

Orso bruno marsicano

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La sua sopravvivenza è un miracolo messo in forte crisi proprio nell’ambiente che l’ha salvato: il parco nazionale d’Abruzzo

Lince appenninica

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La storia della sua esistenza è avvolta nel mistero. Sul suo passato, e sullo stesso presente, si afferma tutto e il contrario di tutto

Aquila reale

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Vi sono ancora Aquile in discreto numero nei luoghi più remoti delle Alpi e dell’Appennino, Sicilia compresa, e naturalmente in Sardegna. Ma purtroppo una serie di fattori avversi minaccia pericolosamente il futuro di questa specie

Falco pellegrino

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Esistono attualmente in Italia circa un migliaio di coppie di questo formidabile Rapace, e se ne contano certamente oltre diecimila in Europa, tutte nidificanti: anche se un vero, preciso censimento completo degli individui appare molto difficile, considerando i movimenti e le dispersioni stagionali, non solo di adulti ma anche e soprattutto di giovani, in relazione alla presenza di forti concentrazioni delle prede preferite

Gatto selvatico

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Lo splendido ed affascinante animale delle più remote selve europee appartiene alla forma tipica di Gatto selvatico (Felis silvestris), che in passato viveva anche lungo le catene montuose delle Alpi

Cinghiale

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Nelle aree economicamente improduttive può costituire una preziosa risorsa spontanea, come ben sanno le Riserve italiane e straniere che ricavano cospicui redditi da un oculato sfruttamento, non solo venatorio, ma anche gastronomico, folkloristico culturale

Cicogna bianca

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Negli anni Ottanta alcuni sostenevano che il grande uccello aveva due rotte migratorie soltanto, l’una attraverso la penisola iberica e l’altra attraverso la penisola balcanica. Ma le prove storiche sono notevoli e poi c’è stato il grande ritorno

Cervo

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Quando si incominciò a scoprire, anche in Italia, il mondo dell’ecologia e a comprendere l’urgenza di salvare il patrimonio naturale, ben pochi avrebbero ritenuto realistico e possibile far tornare quest’animale così grande e affascinante tra le nostre montagne, in una penisola ormai fortemente battuta da legioni di cacciatori, occupata da opere dell’uomo spesso incompatibili con l’ambiente, ed invasa periodicamente da orde di gitanti

Capriolo

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A parte la migliorata situazione dell’Appennino centro-settentrionale, dove risulta ormai in sensibile ripresa, i tre importanti contingenti meridionali (Castelporziano, Gargano, Orsomarso) sembrano ancora estremamente limitati: oltre a necessitare di studi più approfonditi e alcuni territori circostanti avrebbero bisogno di rigorosa protezione

Camoscio d’Abruzzo

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Un animale unico al mondo, che oggi vanta sempre più titoli e ragioni per essere chiamato non solo Camoscio d’Abruzzo, ma con migliore «spirito del tempo» Camoscio appenninico? L’importante ruolo del Gruppo camoscio Italia

L’importante ruolo del Gruppo camoscio Italia

PREMESSA

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La sezione Fauna Appenninica si avvale della collaborazione del naturalista Franco Tassi che collabora da tempo con «Villaggio Globale». Questa collaborazione sistematica, è dedicata al tema degli animali più interessanti della fauna appenninica, con particolare riferimento a quelli del nostro Mezzogiorno. Franco Tassi riprende, quindi, il filone di ricerca e divulgazione da lui creato agli inizi degli anni Settanta come «Fauna Appenninica», che tanto successo incontrò sul piano editoriale e culturale, stimolando in molti giovani il desiderio di approfondire sempre più temi fino a quel momento troppo trascurati.
Questa nuova serie si inserisce inoltre perfettamente nella Collana «Piccole Faune»,

Lupo Appenninico

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Il suo successo senza eguali può essere sintetizzato in poche cifre: dai soli 100 individui del «minimo storico», la popolazione italiana ha ormai raggiunto almeno 700 esemplari

Picchio nero

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I Picchi sono legati in special modo alle foreste primeve, ed è stato proprio lo sfruttamento inesorabile e dilagante delle antiche selve vergini e inviolate, che ancora occupavano rilevanti estensioni del nostro Mezzogiorno al principio del secolo scorso, a portarlo quasi sulla soglia dell’estinzione

Istrice

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Se non fosse per le alterazioni progressive dell’habitat originario, o per i non infrequenti investimenti notturni di esemplari in movimento da parte di veicoli in corsa sfrenata, l’Istrice non avrebbe oggi praticamente altri nemici se non quello più tradizionale, il bracconaggio

Tasso

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Utile all’agricoltura perché con laboriose ricerche e instancabili peregrinazioni controlla e limita l’espansione di molte specie dannose, contribuendo così, al dinamico ma sottile e delicato equilibrio della natura

Grifone

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Delle quattro specie dei avvoltoi che un tempo la fauna italica poteva vantare (Gipeto o Avvoltoio degli agnelli, Avvoltoio monaco, Capovaccaio e Grifone) ben poco sopravvive ormai nel nostro Paese, anche se ora si sta tentando, lentamente, un faticoso ritorno