֎Online la nuova versione del Database Diss con le sorgenti sismogenetiche italiane aggiornate. Uno strumento cruciale per la comprensione della sismogenesi in Italia e per la stima della pericolosità associata֎
La conoscenza può salvare l’acqua
֎Convegno a Monopoli, «La speleologia nel territorio di Monopoli tra passato e presente». L’acqua, la risorsa naturale di massima importanza per la vita, è all’origine della formazione di grotte carsiche e rappresenta il motore attraverso il quale il processo di dissoluzione scava i vuoti ipogei, sino a renderli di dimensioni tali da essere esplorati dall’uomo. E l’acqua stessa la ritroviamo all’interno di queste cavità, come assoluta protagonista della storia del paesaggio carsico֎
Terremoto Myanmar, Doglioni (Ingv): “Area altamente sismica”
(Adnkronos) – Il terremoto avvenuto questa mattina in Myanmar si è verificato in “un’area altamente sismica. Nel secolo scorso ci sono state parecchie scosse di magnitudo superiore a 7: in soli 26 anni, dal 1930 al 1956, ce ne sono state 6 di magnitudo superiore a 7, quindi è un terremoto del tutto atteso in quell’area”. Così all’Adnkronos il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, dopo il violentissimo sisma che ha colpito l’Asia. Si tratta di “una zona del mondo dove la placca indiana si muove verso nord-nordest sotto l’Asia e in quella zona della Burma ha una componente obliqua, sono dei terremoti che hanno una componente compressiva ma anche di movimento laterale tra le placche quello che noi chiamiamo transpressione destra”. E’, dunque, l'”effetto di questa convergenza obliqua tra l’India e l’Asia di circa 4 cm all’anno, velocità 10 volte più grandi di quelle che abbiamo in Italia dove la deformazione è dell’ordine dei millimetri all’anno: questo spiega perché lì ci sono terremoti molto più energetici che da noi”. Il sisma di questa mattina “è di energia simile a quella dell’evento di febbraio 2023 in Turchia, difficile immaginare che non ci siano grossissimi danni e molte vittime”. “Se persino a Bangkok, che si trova a parecchie centinaia di chilometri di distanza, ci sono stati crolli, dentro l’area epicentrale ci sarà sicuramente grande distruzione, molte frane e fenomeni di liquefazione (lo scuotimento del suolo che sembra solido, si liquefa e se ci sono abitazioni sopra queste collassano e ci possono essere ulteriori danni)”, spiega. Non ci sono indicazioni per un rischio tsunami. “Il terremoto è avvenuto a centinaia di chilometri dalla costa, non ha rotture sul fondo mare, quindi non c’è un rischio tsunami come quello dell’Indonesia o di Tohoku, in Giappone”, chiarisce. Sull’evoluzione del fenomeno nelle prossime ore, l’esperto spiega che “è avvenuto ciò che definiamo un main shock, cioè una scossa principale. Può succedere che, a volte, queste scosse principali siano accompagnate da scosse di magnitudo simile, come nel caso della Turchia, a distanza di poche ore. E’ possibile. D’altronde c’è una sequenza che decade nel corso dei giorni in termini di numero di scosse di magnitudo che diventano sempre più piccole e sempre più diradate. Ma se la discesa è iniziata in maniera definitiva non lo sappiamo perché se c’è un’ulteriore recrudescenza, con un altro main shock, si riazzera l’orologio
“. (di Francesca Romano) —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Corre l’erosione costiera: 10 metri in meno l’anno
֎È a rischio il 66% dei delta fluviali. Il delta dell’Ombrone registra una delle situazioni più critiche, con tassi di erosione fino a 5-6 metri l’anno. Il Sinni rappresenta uno dei casi più estremi, con un’erosione che supera i 10 metri l’anno. Lo studio del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa֎
Il profitto sta distruggendo Case Pente a Sulmona
֎Per consentire alla Snam di costruire la sua centrale di compressione, il Governo ha autorizzato la distruzione di preziose testimonianze archeologiche di 4200 anni fa֎
«Dove ha tremato, tremerà»
֎Questa ricerca si è concentrata su processi di ricollocazione che interessano le famiglie in nove comuni del versante occidentale dell’Etna interessato dal grave evento sismico di dicembre del 2018֎
Gurgo dall’Unesco a vasca di laminazione?
֎Allarme e appello lanciati dalla Società italiana di Geologia Ambientale per la salvaguardia del Gurgo di Andria. «Non siamo contrari alla vasca di laminazione, anzi! Però non comprendiamo la scelta del Gurgo di Andria, noto per la sua bellezza paesaggistica e archeologica tanto che si è in attesa dell’ufficializzazione del riconoscimento dall’Unesco come un territorio meritevole di essere inserito nel network dei GeoParchi mondiali»֎
L’Inu contro il «Salva Milano»
֎Il Presidente dell’Inu Michele Talia: «Scelte ed effetti pericolosi, e nemmeno risolutivi». «Le garanzie già presenti nel nostro ordinamento per il bilanciamento e la composizione degli interessi pubblici e privati che oggi sono messe in discussione non devono essere accantonate, ma al contrario possono essere innovate e reinterpretate all’interno di un nuovo quadro organico, e appunto di una nuova riforma urbanistica»֎
Consumo di suolo rallenta ma rimane elevato, persi 20 ettari al giorno
(Adnkronos) – Il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato, anche se con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, e continua ad avanzare al ritmo di circa 20 ettari al giorno (2,3 metri quadrati ogni secondo), ricoprendo altri 72,5 km2 (una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze). Una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno, ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere). A descrivere l’andamento nazionale del fenomeno, il rapporto Snpa (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici’ che in questa edizione pubblica le stime per tutte le regioni, le province e i Comuni italiani relative al 2023. Cambia, intanto, la classifica dei comuni ‘Risparmia suolo’, quelli in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97ettari). In calo costante quindi la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Secondo l’analisi, proseguono le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana, dei quali quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata. La Valle d’Aosta e la Liguria sono le uniche regioni sotto i 50 ettari: la Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28). Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521). Escludendo le aree ripristinate (operazione da cui si ricava il consumo di suolo netto) segnano gli aumenti maggiori Emilia-Romagna (+735 ettari), Lombardia (+728), Campania (+616), Veneto (+609), Piemonte (+533) e Sicilia (+483). La capitale perde meno suolo: a livello comunale per la prima volta Roma (+71 ettari) registra una significativa riduzione dell’incremento rispetto ai dodici mesi precedenti (+124 ettari), ma si conferma tra i Comuni con il consumo di suolo più alto (tenuto conto che si tratta del Comune con la maggiore superficie in Italia), insieme a Uta (+106 ettari), comune della città metropolitana di Cagliari e Ravenna (secondo Comune per superficie totale in Italia, +89 ettari). La stima – si legge nel rapporto – dei costi totali della perdita del flusso annuale di servizi ecosistemici (dallo stoccaggio e sequestro di carbonio alla qualità degli habitat fino alla regolazione del regime idrologico) varia da un minimo di 8,22 a un massimo di 10,06 miliardi di euro persi ogni anno a causa del consumo di suolo avvenuto tra il 2006 e il 2023. Il valore più alto di perdita è associato al servizio di regolazione del regime idrologico. Analogamente, a questo servizio è connesso anche il valore più alto di perdita tra il 2022 e il 2023 (vale intorno ai 400 mln l”effetto spugna’, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico), mentre complessivamente nell’ultimo anno si stima una perdita del flusso di servizi ecosistemici da 410 a 501 milioni di euro all’anno. Il valore perso di stock (ossia la perdita assoluta di capitale naturale) tra il 2006 e il 2023 varia tra 19 e 25 miliardi di euro. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)