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Tempo di lettura: 2 minuti ֎Esposizione acuta e cronica a particelle polistirene fattore rischio tumore colon. Una ricerca del Cnr dimostra «che le micro e le nanoparticelle di polistirene assorbite dalle cellule del colon umano […]

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Fontana: “Situazione orografica non aiuta, ma stiamo facendo nostra parte”

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(Adnkronos) – Sulla situazione dell’inquinamento a Milano e in che modo si cerca di contrastarlo, “io credo che occorra dare dei parametri all’interno dei quali si possono immettere nell’atmosfera le sostanze. E da quel punto di vista noi siamo sotto ai parametri stabiliti. Noi la nostra parte la stiamo facendo”. Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a margine della fiera Myplant & Garden 2024, in corso a Rho Fiera Milano, in merito a ai dati sullo smog a Milano e alle polemiche di questi giorni. “Dico di più -aggiunge Fontana- se si va a guardare la quantità di sostanze inquinanti che viene immessa nell’atmosfera nella nostra regione, come in tutta la Pianura Padana, sono in costante diminuzione. E questo è ciò che possiamo fare noi. Che poi ci siano delle ragioni che esulano dalla nostra possibilità, ma che sono determinate dal fatto che purtroppo la Pianura Padana è una conca all’interno della quale non si crea un ricircolo di aria è un altro discorso”.   In ogni caso, “le nostre violazioni non sono sulle quantità immesse, ma sul fatto che si superano i giorni di inquinamento determinati dallo stazionamento dell’aria. E questo io lo dico da tempo. Certo, è una cosa diversa dove a Genova soffia il vento e quindi l’aria viene rinnovata quotidianamente rispetto a Milano o alla Pianura Padana dove purtroppo il vento non soffia mai e quindi l’aria ristagna”.  “Questo è il significato -dice riferendosi alle dichiarazioni di due giorni fa che hanno sollevato il dibattito-. Poi se si vuole fare polemica è un altro discorso. Noi, come Lombardia e pianura padana, stiamo facendo un lavoro importante per ridurre l’inquinamento in atmosfera e i dati ci stanno dando ragione; se poi le condizioni sono tali per cui anche quel poco che immettiamo ristagna, per ora non abbiamo soluzioni”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Studio su foce Tevere: microparticelle di polistirene fino a 6 km dalla costa

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(Adnkronos) – “Un mare di polistirolo. Invisibile, che viene mangiato dai molluschi come le telline, dai crostacei e, a seguire, dai pesci e che poi arrivano nelle tavole dei romani”. E’ quanto si legge sulle colonne del Messaggero che riporta i risultati di uno studio dell’Università di Tor Vergata pubblicato sulla rivista scientifica Atmospheric Pollution Bulletin.  La ricerca, si legge sul quotidiano, ha “passato al setaccio il Tirreno proprio di fronte alla foce del Tevere e ha visto che, fino a sei chilometri al largo, ci sono preoccupanti presenze di polistirene. In sostanza, di polistirolo, che viene usato nella vita di tutti i giorni anche per gli imballaggi dei prodotti alimentari che si acquistano con la spesa”.  “È il primo studio del genere fatto alla foce del Tevere – spiega Greta Petrella, chimica del dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’ateneo romano – Per la prima volta siamo stati in grado di quantificare il polistirene e ci ha stupefatto la sua presenza anche a una grande lontananza dalla riva, a valori simili delle zone più vicine alla costa”.  Il valore che più ha sorpreso gli studiosi – spiega il quotidiano – è stato “a una distanza che equivale a circa 6 chilometri dalla linea di costa: lì la concentrazione di polistirolo in particelle, anche non visibili all’occhio umano, è stato di media intorno ai 45 microgrammi per litro”. “In alcuni punti della linea più lontana dalla costa siamo arrivati a valori anche di 60 microgrammi per litro di sedimento – sottolinea la biologa Giulia Papini, prima firma del lavoro e studiosa del Laboratorio di ecologia sperimentale e acquacoltura di Tor Vergata – Si tratta di microplastiche che si accumulano sui fondali, e che quindi possono essere ingerite da invertebrati marini come vongole, cannolicchi e gamberetti, e infine dai pesci che se ne nutrono”.  “Il suggerimento che possiamo dare è di prendere molluschi provenienti da aree monitorate o allevati e stabulati, che quindi prima della vendita siano mantenuti in vasche con acqua pulita – prosegue Papini – La pesca irregolare può portare a tavola prodotti prelevati in aree con un alto tasso di inquinanti, oltre che di microplastiche”. Quanto ai pesci, “è sempre una buona regola eviscerarli prima di cuocerli”. I ricercatori di Tor Vergata – conclude il quotidiano – stanno continuando il lavoro per cercare di capire quante di queste piccolissime particelle di polistirolo finiscano poi direttamente nel pesce e stanno concludendo un nuovo studio dal quale sarà ancora più chiaro lo stato di salute del mare.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il particolato uccide i cittadini europei

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No a posticipare la riduzione degli inquinanti al 2040

֎Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), sono 253.000 i decessi nell’Unione europea (Ue) che si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’Oms.  Medici, epidemiologi e cittadini scrivono al Ministro dell’Ambiente sulla Direttiva per la qualità dell’aria֎

Smog, 18 città su 98 oltre i limiti giornalieri di Pm10 nel 2023

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(Adnkronos) – Nel 2023, 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10: Frosinone maglia nera con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia con 62. A preoccupare è soprattutto il confronto con i nuovi target al 2030: oggi risulterebbero oltre i limiti il 69% delle città per il Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 50% per l’NO2. E’ il bilancio del nuovo report di Legambiente ‘Mal’Aria di città 2024’, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign. “Nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023 – osserva l’associazione – le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’Ue, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone”.  Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di Pm10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Erano state 29 le città oltre i parametri nel 2022 e 31 nel 2021. In testa alla classifica delle città c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano) e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente con 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36. “I dati evidenziano un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente attribuibile alle condizioni meteorologiche ‘favorevoli’ che hanno caratterizzato il 2023, anziché a un effettivo successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog”, osserva l’associazione.  Tuttavia, le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Se il 2030 fosse già qui, il 69% delle città risulterebbe oltre i limiti per il Pm10, con le situazioni più critiche a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc, seguite da Cremona e Venezia (31 µg/mc), e infine da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc). Situazione analoga anche per il Pm2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque oltre i parametri. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti. “Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita nei centri urbani italiani rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata dal nostro rapporto Mal’Aria di città – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Le fonti sono note così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali. Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità, dove le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono ben conciliarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento della città a 30km/h di Bologna voluto dal sindaco Matteo Lepore e dall’amministrazione comunale. Un intervento già realizzato in diverse città europee che chiediamo sia sempre più diffuso anche in quelle italiane”.  “I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di Pm10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il Pm2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell’Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Le auto inquinano come 12 anni fa

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֎Relazione della Corte dei conti europea. Così come vengono misurate, le emissioni di CO2 non sempre riflettono la realtà. Le emissioni reali prodotte dalle auto tradizionali non sono diminuite. Le auto elettriche sembrano essere il principale motore di cambiamento, ma le loro vendite non aumentano abbastanza velocemente֎

Pneumatici fuori uso, nel 2023 raccolte oltre 187mila t da Ecopneus

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(Adnkronos) – Anche nel 2023 il sistema di raccolta e riciclo dei Pfu-Pneumatici Fuori Uso gestito da Ecopneus, società senza scopo di lucro per la gestione dei Pfu in Italia, ha permesso di raggiungere importanti risultati con oltre 187mila tonnellate di Pfu raccolte su tutto il territorio nazionale, superando del 12% il proprio target di legge.  Oltre 65.800 missioni di raccolta sono state realizzate presso più di 23mila gommisti e altri punti di generazione di Pfu.  «Nel 2023, Ecopneus ha svolto un ruolo fondamentale nella gestione emergenziale sul territorio, superando ampiamente gli obiettivi prefissati, garantendo alti standard di servizio e una raccolta omogenea e capillare in tutta Italia — dichiara Alessandro De Martino, presidente di Ecopneus —. Proiettati verso il futuro, continuiamo a perseguire la nostra visione di eccellenza, orientando i nostri sforzi anche verso l’innovazione e lo sviluppo di nuove pratiche sostenibili nel trattamento dei Pfu. L’impiego dei Pfu come risorsa energetica, la ricerca di nuove applicazioni nell’ambito degli asfalti e l’esplorazione delle possibilità offerte dal riciclo chimico, come la pirolisi, sono le sfide che ci stimolano a eccellere. Il nostro impegno va oltre il presente, affrontiamo con consapevolezza le sfide emergenti, mantenendo un impegno costante nella valorizzazione di un settore strategico per il nostro Paese». La gomma che si ottiene dal riciclo Pfu è un materiale prezioso ed ampiamente utilizzato in tutto il mondo per la realizzazione di superfici sportive, campi da calcio, asfalti silenziosi, sicuri e duraturi, isolanti acustici, arredi urbani o impiegato per il recupero energetico.  Ogni anno l’attività di riciclo gestita da Ecopneus porta significativi vantaggi sia ambientali che economici per l’Italia: solo nel 2022 la gestione responsabile dei Pfu ha prodotto un risparmio di 127 milioni di euro e ha contribuito alla riduzione di 300mila tonnellate di emissioni di CO2, oltre a consentire un risparmio di 1,5 milioni di metri cubi d’acqua e ad evitare l’utilizzo di 336mila tonnellate di materie prime. L’economia circolare dei Pfu ha, inoltre, stimolato l’industria e creato occupazione: nel 2022, la filiera Ecopneus ha generato 59,8 milioni di euro, con 51,7 milioni destinati ai servizi delle imprese della filiera. —sostenibilita/rifiutiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ecco i miracoli che fanno gli alberi

Tempo di lettura: 3 minuti ֎Un numero esorbitante di ricerche scientifiche hanno dimostrato l’efficacia quasi «miracolosa» delle piante nel depurare l’aria, cittadina e non, da sostanze tossiche per l’organismo֎

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Campi elettromagnetici, aumentati i limiti

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֎Accuse dall’Isde: un favore agli operatori telefonici stranieri e contro la salute pubblica. Inaccettabile l’aumento. Il Governo e le Regioni italiane mantengano i valori attuali per il principio di precauzione֎

Anche nelle nevi del Polo Nord tracce di creme solari 

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Tempo di lettura: 3 minuti ֎Uno studio condotto da ricercatrici e ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Università delle Svalbard, ha identificato la presenza […]

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70 Comuni dicono stop al rilascio di palloncini

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֎I palloncini, anche quelli biodegradabili, arrecano danni alla natura, inquinando, e agli animali che li scambiano per cibo o ne rimangono intrappolati nei fili. Sono al terzo posto tra i rifiuti più pericolosi per foche, tartarughe e uccelli marini e costituiscono l’80 per cento dei rifiuti trovati all’interno dello stomaco delle tartarughe marine֎

Glifosato, il Comitato d’Appello non decide

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Greenpeace: «Oggi si è persa l’occasione per vietare questo pericoloso erbicida». Secondo la Rete europea di scienziati Ensser la Commissione non ha applicato il principio di precauzione. L'azienda chimica tedesca […]

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Provato come le polveri sottili mettano a rischio i polmoni

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Uno studio, coordinato dal Cnr-Isac e svolto in collaborazione con l’Università «Sapienza» di Roma e le Università «Bicocca» e «La Statale» di Milano, dimostra che l’esposizione a nanoparticelle da traffico […]

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Meno rifiuti radioattivi nei depositi italiani

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Tempo di lettura: 4 minuti ֎Nel 2022, detenuti in Italia - 653,4 m3 di rifiuti radioattivi rispetto al 2021. Il volume maggiore nella regione Lazio. In termini di attività totale sul territorio, il Piemonte conferma […]

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Manzo e agnello i cibi più inquinanti

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Tempo di lettura: 3 minuti Le cucine a carbone quelle che rilasciano più CO2 e polveri sottili in atmosfera ֎Dati di uno studio segnalati dalla Società italiana di medicina ambientale. Cotture di alimenti creano inquinamento […]

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I rifiuti italiani si aggiungono a quelli turchi…

Tempo di lettura: 2 minuti L’allarme del biologo marino dell’Università di Cukurova. I rifiuti dall’Italia alla Turchia fanno sì che questa nazione abbia il record dell'inquinamento del Mediterraneo

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Per l’inquinamento un milione di bimbi nasce morto

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Tempo di lettura: 3 minuti ֎Lo sottolinea Sima, responsabile l'inquinamento atmosferico. In India e Pakistan il numero più alto di vittime, in Arabia Saudita e Qatar la percentuale più elevata in proporzione alle nascite. Rischio […]

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Più di 90 bimbi muoiono con meno di un anno

Tempo di lettura: 2 minuti ֎Ogni settimana in Europa e Asia centrale per inquinamento atmosferico. I dati Unicef in un nuovo rapporto֎

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Ecco i danni dei Pfas sulla salute umana e sull’ambiente

Tempo di lettura: 3 minuti La prima analisi comparativa trascrizionale ֎L’esposizione a queste sostanze chimiche artificiali, ampiamente utilizzate, viene conservata a livello molecolare sia in diversi tessuti sia in diverse specie, con effetti cancerogeni e […]

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Plastica nei laghi, non si salva nessuno

Tempo di lettura: 3 minuti Anzi alcuni soffrono più degli oceani ֎In alcuni casi, le concentrazioni di plastiche e microplastiche negli ambienti d’acqua dolce sono maggiori di quelle riscontrate nelle aree oceaniche. A rivelarlo uno […]

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