Raccolti 146 milioni di chili di rifiuti tecnologici

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    Un sistema multifiliera che offre servizi integrati e personalizzati garantendo i migliori standard di efficacia ed efficienza per la raccolta, il trattamento e il riciclo di vaie tipologie di rifiuti quali pile e accumulatori esausti, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), inclusi i moduli fotovoltaici giunti a fine vita

    Sono oltre 146 milioni i chili di rifiuti tecnologici raccolti solo nel 2015. Una montagna di smartphone, tablet, elettrodomestici e batterie che, vittime dell’usura o dell’incessante innovazione tecnologica, sono stati gettati e successivamente trasformati in nuove materie prime.
    Sono questi i dati del Consorzio nazionale raccolta e riciclo (Cobat), che ha presentato a Roma il Rapporto di attività 2015.
    Cobat è un consorzio di diritto privato, senza scopo di lucro, in linea con le disposizioni di legge che dal 1988, anno della sua istituzione, ha saputo affermarsi come protagonista della green economy italiana contribuendo alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
    Un sistema multifiliera che offre servizi integrati e personalizzati garantendo i migliori standard di efficacia ed efficienza per la raccolta, il trattamento e il riciclo di varie tipologie di rifiuti quali pile e accumulatori esausti, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), inclusi i moduli fotovoltaici giunti a fine vita.
    Una testimonianza concreta, quella di Cobat, che con i suoi 90 Punti Cobat e 27 impianti di trattamento distribuiti omogeneamente in tutta Italia rappresenta come l’economia circolare in Italia esiste e funziona, grazie alla fruttuosa collaborazione tra chi quei beni li fabbrica o li distribuisce e chi li raccoglie, una volta giunti a fine utilizzo, per trasformarli nuovamente in materie prime di cui l’industria italiana ha bisogno.
    Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, ha commentato: «Risultati ottimi ma gli obiettivi che ci prefiggiamo sono ben più ambiziosi. Siamo in prima fila per trovare una perfetta sintesi tra economia circolare e mobilità sostenibile, raccogliendo e riciclando tutte le componenti delle auto del futuro, quelle ibride e soprattutto elettriche, stando al passo con le innovative batterie che le alimentano».
    Nel 2015, oltre 700 produttori e importatori di pile e accumulatori, apparecchiature elettriche ed elettroniche e moduli fotovoltaici hanno affidato a Cobat la responsabilità della gestione del fine vita dei propri prodotti.
    E i dati parlano chiaro.
    Per le pile e le batterie, Cobat si conferma anche quest’anno il Sistema d’eccellenza in Italia nella raccolta e riciclo di pile e accumulatori esausti, con il 53% dell’immesso al consumo nel settore degli accumulatori industriali e per veicoli (più di 126 milioni di kg) e il 29% in quello delle pile e degli accumulatori portatili (1 milione 150mila kg) con il Molise che rappresenta la Regione che registra il maggiore incremento dei quantitativi di raccolta (+912,2%).
    Per i Raee, nel 2015, i 1.176 punti di raccolta in tutta Italia, cresciuti del 34% rispetto al 2014, hanno generato una raccolta di circa 19 milioni di kg di rifiuti (+151% sull’anno precedente). Gli incrementi più significativi si sono avuti nei Raggruppamenti R2 (grandi bianchi) e R4 (piccoli elettrodomestici) con il maggiore quantitativo raccolto appartenente al Raggruppamento R3 (TV e monitor) con più di 11 milioni e mezzo di kg di raccolta.
    E per il futuro Cobat ha deciso di portare avanti due ricerche, una sull’individuazione di una tecnologia efficace, efficiente e sostenibile per il riciclo e il trattamento delle batterie al litio e questo con l’Istituto di Chimica dei composti organometallici del Centro nazionale di ricerca (Cnr), e l’altra avente l’obiettivo di analizzare le metodologie sostenibili, e questo sotto l’aspetto di processo e sotto quello economico, in grado di garantire il riciclo delle diverse tipologie chimiche di cui sono costituite le pile portatili, per ottenerne materia prima seconda.