Incendi – Una strage ignobile

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Centinaia di testuggini terrestri sono morte nell’incendio di questa estate del Bosco Isola sul Gargano, la più importante struttura dunale italiana. I primi dati

Nella pazzia incendiaria che ha devastato questa estate i boschi italiani, c’è anche il Bosco Isola, all’ingresso del Parco del Gargano, appena si lascia l’autostrada venendo da Nord. Il Parco del Gargano è il luogo con il maggior grado di biodiversità, sia biologica, sia paesaggistica. Negli ultimi 30 anni hanno nidificato circa 165 specie di uccelli, il 70% di tutte quelle italiane. Sono presenti oltre 2.000 specie vegetali, il 35% di quelle italiane. Vegeta la più estesa foresta di latifoglie: i 10.000 ettari di Umbra.
Per avere un termine di paragone che spieghi l’importanza di questi dati, basti sapere che nel Parco del Gran Paradiso nidificano solo 65 specie, in tutta la Basilicata sono 140 e in Sicilia 130.
E il Bosco Isola sulla duna di Lesina è il più importante complesso dunale. Qui il fuoco ha distrutto tutto il 24 luglio.
«Miliardi di forme viventi, sublimate, trasformate dallo stato solido vivente a quello aeriforme, poco o nulla resta a testimonianza della catastrofe biologica conseguente al passaggio di un incendio. La principale, se non unica, percezione del danno è quella visiva ed emotiva, gli alberi anneriti e bruciati, la terra messa a nudo, lo strato di cenere che calpestiamo e che leggero si solleva, la sensazione di irreale silenzio e di vuoto che ci circonda». Così si esprime Antonio Sigismondi, valente naturalista e fotografo.
«Tra le poche testimonianze visibili – continua – i carapaci delle testuggini terrestri. Da solido strumento di difesa a strumento di morte e testimonianza della morte. Angosciosa sensazione di fronte all’impossibile fuga tentata dalla Testuggine».
Oggetto del sopralluogo fatto da Antonio Sigismondi era proprio «un conteggio standardizzato di quanti individui di questa rara e minacciata specie estremamente sensibile agli incendi possano perire. Il risultato, in un tratto di circa 500 metri di lunghezza e 40 di larghezza è di 14 cadaveri. In due ettari 14 morti, nei circa 20 dell’incendio 140.
Una strage ignobile se pensiamo che l’incendio è quasi sicuramente doloso».
Il sopralluogo di Sigismondi è l’occasione per riparlare degli incendi ora, ora che in Italia è arrivata pioggia e neve e certamente altre emergenze copriranno quelle appena passate, affinché, in questo nostro paese, perennemente in emergenza si possa cambiare strada nella gestione del bene comune. E ne parliamo perché ci sia qualcuno che si senta in colpa, per quello che ha fatto, per quello che poteva fare e non ha fatto, e affinché sappia che costruire sulle disgrazie e le sofferenze della natura e degli altri è una cambiale amara che prima o poi arriva all’incasso per tutti.