Voci dal profondo, dalla ricerca all’arte

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Figura 1. Stampa antica dell'eruzione dell'Etna del 1669 (autore Giacinto Platania, quadro esposto presso la Cattedrale di Catania). L'intrusione si propagò per circa 16 km dall'area sommitale verso il fianco Sud del vulcano sino a quota 800 metri s.l.m. in prossimità dell'abitato di Nicolosi. Da qui, accompagnata da una forte attività esplosiva che generò i coni eruttivi denominati Monti Rossi, fuoruscì il flusso lavico che rapidamente si diresse verso il mare distruggendo totalmente numerosi villaggi e la parte occidentale della città di Catania.
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In una mostra le opere di Enzo Babini realizzate, per la prima volta in campo artistico internazionale, con i sedimenti prelevati dall’Istituto di scienze marine del Cnr nelle esplorazioni oceanografiche. «Le terre» degli abissi emergono sotto forma di pesci, volti umani, composizioni astratte, globi, veri archivi della vita dei fondali. La mostra è dal 7 al 22 giugno. Altre sono in calendario

Opere plasmate con le argille prelevate dai ricercatori nei fondali marini, dall’Antartide al Mar Rosso, al Mar Mediterraneo. Arte e scienza si fondono nelle straordinarie sculture di Enzo Babini esposte nella mostra: «Voci dal profondo, dalla ricerca all’arte», che sarà inaugurata a Bagnacavallo (Ravenna), il 7 giugno, alle ore 18, presso le Sale Garzoniane dell’antico Convento di San Francesco.

L’esposizione organizzata dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Ismar – Cnr) e dal Comune di Bagnacavallo, nasce dal progetto «Argille» messo a punto dieci anni fa da Mariangela Ravaioli, responsabile della sezione bolognese del’Ismar-Cnr,