Nel Sarawak gli abbattimenti procedono senza soluzione di continuità nell’arco delle ventiquattr’ore, trasformando i fiumi in torrenti di fango che va ad intorbidare l’acqua potabile. Una buona metà del territorio è già saccheggiata ed il rimanente è frazionato in concessioni di taglio per cui, salvo radicali inversioni di tendenza, la foresta primaria potrebbe scomparire nel giro di un decennio.
Analoga situazione si registra nel Sabah, attraversato per 560 chilometri dal Kinabatangan le cui rive sono ormai snaturate. La vegetazione originaria è stata rasa al suolo per far posto alle colture o, più spesso, a sterminate piantagioni di palme da olio.
Il Wwf si sta prodigando per creare un corridoio naturale lungo il corso del fiume, a tutela degli animali selvatici quali l’orango, l’elefante nano e il rinoceronte di Sumatra che risulta tra le 10 specie più minacciate al mondo. Ma l’area protetta andrebbe anche a vantaggio delle popolazioni locali, ponendo un freno alle inondazioni devastanti e procurando nuove entrate tramite l’ecoturismo.