Acqua, capirla per proteggerla

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Per tutti da sempre è stata fonte di vita. Per Talete da Mileto l’acqua era il principio e il fondamento (arkhé) di tutte le cose perché ogni cosa si genera e vive nell’umido. Sempre più spesso si sente parlare, attraverso i media, dell’importanza dell’acqua, di considerarla come un patrimonio dell’umanità, di preservarla. Viene da chiedersi come mai questa sostanza d’uso comune sia così importante.
L’acqua è, come tutti ben sanno, composta di due atomi d’idrogeno e uno d’ossigeno. I più però, non conosceranno le reali caratteristiche di questa fantastica molecola che seppur estremamente stabile e non particolarmente reattiva, possiede delle caratteristiche molto insolite che la rendono indispensabile dal punto di vista biologico. Una di queste è la capacità di creare dei legami deboli, con altre molecole d’acqua che prendono il nome di legami idrogeno, oppure dei ponti idrogeno con molecole che presentano una parziale carica positiva o una parziale carica negativa. La forte tendenza delle molecole d’acqua a stare insieme, inoltre, dà luogo a quella che viene chiamata «natura coesiva dell’acqua» e ciò porta a proprietà particolari come:
– Alta tensione superficiale: una forza che permette la formazione delle gocce o fenomeni di capillarità senza i quali, per esempio, la linfa non potrebbe salire lungo il tronco degli alberi o il sangue non potrebbe risalire dalla periferia del nostro corpo verso il cuore;
– Alto calore specifico;
– Alto calore di vaporizzazione;
– Alto potere solvatante: essendo, in pratica, un dipolo elettrico riesce a scindere vari tipi di legami chimici che intercorrono nelle sostanze permettendo agli organismi, quindi, di ridurre sostanze più complesse in sostanze più semplici.
Queste sono solo alcune tra le tante caratteristiche di quest’incredibile sostanza.
L’acqua è l’elemento vitale per la sopravvivenza del nostro pianeta e la corretta gestione delle risorse idriche è la sfida principale del nuovo millennio.
Appaiono quindi assurdi alcuni eventi di natura prettamente umana come, ad esempio, solo nel 2005 circa tre miliardi e mezzo di persone (circa la metà della popolazione mondiale) abbiano dovuto affrontare gravi carenze d’acqua. Di questi 2,4 miliardi di persone (più di un terzo della popolazione mondiale) non hanno a disposizione ne acqua potabile ne impianti fognari adeguati andando quindi incontro all’insorgere di gravi epidemie dovute, appunto, alle scarsissime condizioni igieniche. Ma si sa bene, l’uomo è al di sopra delle leggi naturali.

Molteplici fattori riducono in maniera catastrofica le poche riserve d’acqua a nostra disposizione: l’incessante inquinamento da eccesso di sostanze organiche biodegradabili, prodotte dagli insediamenti urbani; quello da nutrienti, fertilizzanti e fitosanitari prodotti dall’industria agricolo-zootecnica ed infine quello da metalli pesanti e da sostanze organiche alogenate, prodotti dall’industria chimica. Tali riserve dovrebbero invece esser protette ed amministrate coscientemente sino all’ultima goccia.

Ma la cupidigia umana, si sa, non conosce confini; una delle ultime frontiere dell’industria «acquifera» consiste nel rubare letteralmente iceberg da cui prelevare acqua più pura possibile da imbottigliare e vendere a costi elevatissimi. Ma si può realmente dare un costo alla vita?
Oggi come oggi la necessità di


porre un freno a questa catastrofica situazione ha portato i governi a varare una serie di normative tese non più semplicemente al monitoraggio dell’inquinamento delle acque ma soprattutto al mantenimento della capacità delle fonti idriche di autodepurarsi (ne è un esempio la direttiva 2000/60/CE secondo cui, nei 15 anni successivi il suo varo, tutti gli stati membri della comunità dovranno fornire dati precisi circa lo stato relativo le proprie fonti idriche superficiali in modo da poterne mantenere la qualità). Si sta quindi cercando di passare da un semplice controllo quantitativo (di tipo semplicemente utilitaristico) ad un controllo di tipo quali-quantitativo che sulla base dei dati raccolti potrà permettere di varare leggi sempre più concrete, tese alla tutela di un patrimonio che appartiene a tutte le forme di vita.