Che cos’è il Protocollo di Kyoto

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Il Protocollo di Kyoto è lo strumento attuativo della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici. È stato sottoscritto a Kyoto il 3 dicembre del 1997, Per entrare legalmente in vigore ha due «quorum» del 55%. Uno riguarda il «numero» dei Paesi totali (189 Paesi) che hanno aderito e ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (sigla: Unfccc), che deve essere rappresentato da almeno il 55% di tali Paesi (cioè da almeno 104 Paesi). Questo primo quorum è stato raggiunto e superato perché hanno ratificato (al 2 febbraio 2005)141 Paesi su 189, pari al 74.6% dei Paesi totali.

L’altro «quorum» riguarda le emissioni dei soli Paesi industrializzati e ad economia in transizione (quelli che devono attuare la prima fase del Protocollo), che deve essere rappresentato da almeno il 55% delle emissioni di gas serra di tali Paesi. Ogni Paese in questo caso ha un «peso» di emissioni, diverso a seconda della quantità di emissioni annue calcolate al 1990 (l’Italia, per esempio pesa per 3,1%, gli Usa per il 36,1%, la Russia per il 17,4%, ecc). Questo secondo quorum che è pari al 61,6% è stato raggiunto e superato con la recente ratifica della Russia. Non hanno ratificato (al 2 febbraio 2005): gli Usa, l’Australia, Monaco e Liechetenstein.

Il Protocollo di Kyoto definisce due fasi di riduzione delle emissioni di gas serra: una prima fase riguarda i paesi sviluppati, una seconda fase che invece riguarda complessivamente paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo.
Per la prima fase, si definisce quali sono i gas serra da ridurre e si quantificano gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per i Paesi industrializzati sia in termini complessivi (pari al 5,2% rispetto al 1990) sia in termini specifici Paese per Paese (per la UE nel suo insieme la riduzione è del 8%, per l’Italia del 6,5%), Si definiscono, inoltre, le date entro cui devono avvenire le riduzioni per questa prima fase (anni: 2008-2012).

Per la seconda fase, obiettivi, modalità e tempi di riduzione relativi anche ai Paesi invia di sviluppo, si rimandano tutte le decisioni a negoziati da tenersi successivamente all’entrata in vigore della prima fase del Protocollo.
Il Protocollo di Kyoto stabilisce anche:
– i meccanismi (detti meccanismi flessibili) per raggiungere tali obiettivi sia nei casi di cooperazione all’interno dei Paesi sviluppati, sia nei casi di cooperazione tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo,

– i meccanismi di finanziamento specifici e le modalità di finanziamento,

– gli organi di governo e di gestione del Protocollo e di controllo per l’effettiva attuazione degli obblighi prescritti, dotandoli tali organi degli opportuni regolamenti di attuazione e di verifica/controllo.