Cos’è l’agricoltura sostenibile?

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L’agricoltura sostenibile si riferisce alla capacità di una azienda agricola di produrre cibo, senza causare danni irreversibili per le funzioni dell’ecosistema. Il problema è duplice. Un aspetto è biofisico e riguarda gli effetti a lungo termine delle varie pratiche in materia del suolo e processi essenziali per la produttività delle colture. L’altro aspetto è socioeconomico e riguarda la capacità a lungo termine degli agricoltori di ottenere e gestire le risorse come ad esempio il lavoro.
Nel corso degli anni, l’agricoltura è cambiata radicalmente a causa di nuove tecnologie, la meccanizzazione, l’aumento delle sostanze chimiche, la specializzazione e le politiche di governo che hanno favorito la massimizzazione della produzione.
Questi cambiamenti hanno avuto notevoli costi aggiuntivi quali, la contaminazione delle acque sotterranee e la modificazione dello «status» economico e sociale nelle comunità rurali.
Un crescente movimento è emerso nel corso degli ultimi due decenni, che ha valorizzato il ruolo dell’attività agricola nella promozione di pratiche, che contribuiscono a migliorare i problemi ambientali e sociali.
Oggi, questo movimento per l’agricoltura sostenibile integra tre principali obiettivi: di salubrità ambientale, redditività economica, equità sociale ed economica.

Con diverso ruolo, agricoltori e consumatori hanno condiviso questa visione e vi hanno contribuito. Non solo l’agricoltura sostenibile affronta molte preoccupazioni ecologiche e sociali, ma offre anche innovative ed economicamente valide opportunità per produttori, lavoratori, consumatori, istituzioni, e per altri attori del sistema produzione-distribuzione-consumo degli alimenti.