Il Restauro del Paesaggio è il complesso di operazioni coerenti, progettate e programmate su una parte omogenea del territorio, finalizzate al recupero dei valori culturali per tramandarne l¹esistenza.
Ispirarsi al passato, aggiornandolo, per costruire un futuro sostenibile. Nel pieno rispetto del dettato generale del Restauro del Paesaggio risulta essere tradizione rivisitata e reinterpretata secondo le esigenze contemporanee e con l’ausilio di tecnologie all’avanguardia, la parola chiave per creare i presupposti di uno sviluppo adeguato e corretto, non solo in termini ambientali ma anche economici, sociali e culturali. Tradizione è infatti il filo conduttore dei risultati del progetto di ricerca «Terrazze sull’Adriatico» presentati nel corso del convegno nazionale Arspat «Restauro del Paesaggio e sostenibilità» in corso ai Musei Comunali di Rimini.
Attiva da circa un anno, l’Associazione per il Restauro Paesaggio Ambiente e Territorio (Arspat) si propone come laboratorio nazionale per la promozione e la definizione di metodologie di Restauro del Paesaggio, dell’Ambiente e del Territorio. Un nuovo ambito scientifico, che può essere considerato estensione critica del concetto di Restauro dei Monumenti, fino a questo momento mai codificato in modo definito.
Il progetto Terrazze sull’Adriatico ha compiuto un significativo passo in avanti in questa direzione. E’ infatti una delle prime sperimentazioni multidisciplinari italiane di Restauro Paesaggistico e Ambientale che basa il recupero, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali, culturali ed antropiche, sulle molteplici e complesse relazioni territoriali esistenti in una determinata area geografica.
Il progetto di ricerca è stato condotto dal Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici (Dires) della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze in base ad una convenzione non onerosa con il Comune di Saludecio località dell’entroterra riminese posta a 348 metri sul livello del mare con un territorio complessivo di 33,34 Kmq ed una popolazione di 2556 abitanti (al gennaio 2004) con l’obiettivo di individuare risposte all’esigenza della Pubblica Amministrazione locale di migliorare la qualità paesaggistica e ambientale del territorio comunale attraverso un’attenta analisi delle risorse e delle fragilità territoriali, per poter avere a disposizione elementi utili a programmare correttamente eventuali interventi futuri di trasformazione territoriale sostenibile.
Dall’autunno scorso una trentina di ricercatori docenti universitari e professionisti coordinati da Silvio Van Riel e Paolo Semprini del Dires suddivisi in quindici unità scientifiche (dall’urbanistica alla sociologia) hanno studiato nei minimi dettagli i principali agglomerati urbani saludecesi (il Capoluogo e le tre principali frazioni: Serra San Rocco, Sant’Ansovino, Santa Maria del Monte). Hanno rilevato e valutato le risorse e i rischi, elaborato i risultati in senso qualitativo e quantitativo, sintetizzandoli in una unica mappa informatizzata del territorio comunale chiamata «Carta del Rischio». Una cartografia digitale che consente di individuare facilmente, attraverso una tematizzazione cromatica, le aree a maggior concentrazione di rischio ottenendo un dettaglio cartografico estremamente approfondito (porzioni di territorio di 25×25 metri). Dalla tematizzazione cromatica complessiva è possibile risalire, attraverso successive interrogazioni della Carta del Rischio, alle informazioni dettagliate sulle singole criticità che riguardano le porzioni della mappa su cui si è concentrata la ricerca. Un risultato metodologico ed uno strumento di
diagnosi di grande utilità tecnico-scientifica.
Le indicazioni emerse dalla ricerca compiuta dalle singole unità scientifiche hanno fornito la base per delineare scenari di sviluppo sostenibile per Saludecio. Al Convegno Arspat di Rimini sono state infatti presentate le «Linee Guida per il Restauro del Paesaggio». Ovvero i consigli degli esperti alla Pubblica Amministrazione del piccolo centro riminese per il riequilibrio dei rischi territoriali, un adeguato programma di sviluppo demografico e insediativo, la rivalutazione delle risorse presenti sul proprio territorio e una nuova immagine turistica e culturale. Un quadro di azioni possibili che il piccolo Comune dell’entroterra riminese potrà decidere di attuare nel tempo.
Il Restauro del Paesaggio trae dunque la propria ispirazione dalla tradizione e dalla cultura radicata sul territorio, attualizzando ciò che era spontaneamente «sostenibile» ancora prima che questo termine venisse coniato. Dagli esperti giungono infatti indicazioni per ridurre, nelle future edificazioni, sia l’indice di costruzione quello massimo consentito è attualmente pari a 0,50 mq/mq sia l’altezza media degli edifici che per i nuovi insediamenti risulta essere di 8,50 metri che ha creato effetti visivi altamente impattanti soprattutto sugli insediamenti di crinale. I ricercatori consigliano vivamente la riscoperta delle tipologie architettoniche residenziali tipiche della tradizione agricola romagnola dalle ricerche compiute sul territorio è emersa la presenza di edifici recenti tutt’altro che legati al territorio (dalle baite di montagna al neoclassico alle isole greche). Una tradizione a cui ispirarsi anche per quanto riguarda i materiali per serramenti, infissi e coperture (sì a legno e cotto, no all’alluminio anodizzato). In questo quadro generale viene raccomandata l’adozione di materiali e tecniche di bio-edilizia e l’incentivazione all’installazione e all’utilizzo di impianti ad energia rinnovabile. Le linee guida comprendono tutti gli aspetti di gestione del paesaggio e del territorio. Oltre all’introduzione di strumenti di programmazione basilari, di cui il Comune di Saludecio ancora non dispone (Piano del Colore, Piano del Verde) il Restauro del Paesaggio, proprio per la sua natura multidisciplinare, si spinge fino a coinvolgere anche la pianificazione urbanistica. Per esempio con l’indicazione da parte degli esperti dell’area di Santa Maria del Monte come la più idonea ad assorbire nuovi insediamenti di carattere residenziale, evitando lo sviluppo a macchia di leopardo degli ultimi anni, e la proposta di declassamento della Strada Provinciale n. 44 e conseguente suo spostamento (nel tratto che attraversa la frazione in modo da farle assumere una naturale centralità).
Le Linee Guida confermano il verde quale risorsa da tutelare ma anche elemento cardine dello sviluppo sostenibile. Attraverso la proposta di incentivazione dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue nelle zone comunali non servite dal sistema fognario. E di azioni di fitorimediazione lungo le principali strade attraverso la messa a dimora di piante in grado di abbattere le emissioni di anidride carbonica causate dal traffico veicolare. Infine suggerendo mitigazioni verdi (tetti verdi, alberature, siepi ecc) per ridurre l’impatto visivo di alcune aree comunali, come per esempio nella nuova area artigianale. Il Restauro del Paesaggio passa inoltre anche attraverso il coinvolgimento degli operatori agricoli nell’incremento degli assetti
paesaggistici eco-compatibili con l’aumento di coltivazioni idonee (ulivi, arboreti da legno, frutteti e specie officinali) nelle aree a potenziale rischio di frane e incentivando la cura dei boschi non governati (attualmente a Saludecio ci sono circa 230 ettari di terreno agricolo abbandonato). Inoltre con una promozione delle produzioni agro-alimentari tipiche che valorizzi la trasformazione in loco delle materie prime per ricreare un tessuto di imprese con filiera corta con una produzione di qualità destinata principalmente al consumo diretto sul territorio. Così come, in termini turistici, la priorità degli esperti va ad un Piano di Marketing comunale per rivalutare il territorio di Saludecio attraverso la riqualificazione del paesaggio e dell’offerta turistica (agriturismo, bed and breakfast) puntando su turismo rurale, turismo verde e turismo religioso. Per esempio riconvertendo gli edifici in disuso (casolari, cascine ecc) in strutture ricettive a basso costo per un target giovane.
(Fonte Convegno Arspat)