Equilibri. Tecnogenerazione, Problemi astronomici, il XXI secolo

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di AA.VV, edizione Il Mulino

Pagine: 540 | Costo ?: 12.00

Gli anni ’90, con la loro rivoluzione informatica, hanno prodotto una generazione cresciuta fra videogiochi, computer, cellulari e tecnologie che esaltano la disponibilità del mondo, favorendo la sensazione di possedere oggetti quasi magici.
Ci troviamo oggi di fronte a una soglia che prefigura importanti cambiamenti nella vita quotidiana e nella percezione-costruzione delle relazioni con gli altri; gli oggetti tecnici, infatti, hanno la possibilità di essere messi in relazione tra loro e, grazie a questa nuova capacità d’interconnessione, la loro evoluzione conduce a un sistema di ulteriori possibilità conoscitive, generatrici di nuovi oggetti tecnici. L’evoluzione, ora, è messa nelle mani degli stessi utilizzatori, esploratori dello spazio virtuale e portatori di un enorme bagaglio di conoscenze tacite.
I contributi di questo nuovo numero di «Equilibri», chiuso da una presentazione dell’eterna diatriba fra obiettivi di profitto e obiettivi di giustizia sociale, e dal ruolo della scienza nei processi decisionali della politica, introducono il lettore in un excursus storico dell’evoluzione delle tecnologie della comunicazione.
Partendo dallo sviluppo delle tecnologie verso un progressivo adattamento ai modelli mentali, ai paradigmi di interazione, alle esigenze e ai comportamenti umani (come soluzione al dover educare gli utenti ai meccanismi tecnici), si analizza il senso dei loro nuovi propositi di soddisfacimento del gusto estetico, del bisogno di piacevolezza, di raffigurazione degli ambienti culturali e dei luoghi della comunicazione di ciascun utente. Dal medesimo nucleo di argomenti sorgono poi dubbi sulla odierna pervasività della comunicazione, sulla sua indiscrezione, sull’eccessiva esposizione alla stessa fino a giungere ad interrogarsi a proposito della sua effettiva evoluzione (o involuzione).
Se, però, le tecniche evolvono in modo rapido e irreversibile, non è detto che a questo corrisponda un’analoga evoluzione della cultura; da ciò nasce la discrepanza tra la mutevolezza di ciò che oggetto dell’azione dell’uomo (a cominciare dalla sua stessa identità) e la capacità dell’uomo di comprenderla, di assorbirne il mutamento.
Da questa consapevolezza deve sorgere la concezione che la realtà tecnologica è in grado di conferire all’umanità una grandissima ricchezza; infatti dà a noi uomini la meravigliosa possibilità di amplificare i nostri sensi oltre le capacità naturali sviluppate durante millenni di evoluzione e adattamento. Possiamo studiare l’universo che ci circonda, provare a capirne l’inizio, scoprire il nostro rapporto con esso e imparare a navigarci dentro. Ma bisogna anche garantire che lo sviluppo della tecnica non confligga con gli equilibri del nostro pianeta, da non considerare «un parco umano» ma una dimora di cui aver cura, da preservare dalla effettiva e potenziale capacità dell’uomo di distruggerlo. A tal fine, se gestite con capacità critica, le opportunità che la tecnica offre possono avere un impatto formidabile sull’evoluzione dei sistemi relazionali umani, nel tentativo di raggiungere l’ideale di una società planetaria aperta che favorisca la diversità biologica, il cui riconoscimento è la chiave per unire l’umanità in unica volontà totalizzante: un mondo di pace.

Claudio Mundo

(24 Gennaio 2005)