Il sito sorgerà su un’area di 100 ettari se superficiale e di 50 se sub-superficiale. Quanto al costo, sarà di 400 milioni di euro nel primo caso e di 500 milioni nel secondo. «’Si è valutato – ha spiegato il commissario – che in futuro si potrà pervenire all’individuazione di 3-8 siti potenziali, classificati in ordine di preferenza per consentire una preliminare scelta politica e prospezioni geologiche particolareggiate. Un gruppo di lavoro costituito dal Commissario delegato ha provveduto a realizzare uno studio preliminare sui parametri secondo cui si dovrà procedere all’individuazione del sito adatto. L’individuazione del sito sarà accompagnata da «provvedimenti finanziari e fiscali che dovranno essere previsti non per una compensazione di rischi alla popolazione ed all’ambiente, che sono praticamente inesistenti come dimostrano le esperienze degli altri depositi europei, ma per la mancata utilizzazione di un’area di 50-100 ettari e per le prevedibili remore psicologiche dovute anche a martellanti campagne emotive sulla questione».
La selezione dei possibili siti per il deposito nazionale di scorie nucleari, ha osservato Jean, va fatta applicando
In sostanza esistono 5 criteri di esclusione e due di preferenza.
I criteri di esclusione riguardano la sicurezza: aree vulcaniche, ad alta attività sismica, aree di esondazione, ecc. Quelli della salvaguardia ambientale si riferiscono alle Aree protette, aree soggette a vincolo paesaggistico-ambientale e archeologico, aree di applicazione della legge Galasso, aree di importanza comunitaria e di protezione speciale.
Il terzo criterio di esclusione si riferisce all’impatto antropico: abitanti, usi del suolo secondo i parametri considerati nel Centro interregionale delle informazioni territoriali (ad esempio, terre umide), densità della popolazione in un raggio di 10 km dal baricentro (escluse aree con densità superiore a 30 abitanti). Questo criterio è anche uno di preferenza relativamente alle aree aventi una densità di popolazione inferiore al limite di esclusione.
L’altro criterio di esclusione di un sito è la dimensione dell’area del deposito. Queste le misure previste. Per il deposito superficiale: aree di 100 metri pianeggianti, con strato di argilla a profondità di 30-50 metri. Per il deposito sotterraneo:aree di 50 ettari con formazione di argilla che inizia al massimo 50 metri sotto il suolo e che abbia uno spessore adeguato alla costruzione di un deposito o elicoidale o a spina di pesce.
L’ultimo criterio di esclusione si riferisce ai criteri geomorfologici e idrogeologici: Indagini con foto aeree ufficiali (Commisione Via) sovrapponibili alle tavole dell’Igm (Istituto geografico militare) e completate con opportune verifiche sul campo.
Lo studio prevede di applicare due livelli di preferenza per la classificazione dei siti candidati: Il primo riguarda la classifica dei siti candidati secondo il metodo della «performance assessment» relativo all’idoneità’ dei suoli. Il secondo criterio riguarda i rischi, difficoltà, tempi e costi dei trasporti; impatto ambientale; proprietà demaniale del sito, ecc.
I criteri
Il sito sorgerà su un’area di 100 ettari se superficiale e di 50 se sub-superficiale. Quanto al costo, sarà di 400 milioni di euro nel primo caso e di 500 milioni nel secondo. «’Si è valutato – ha
spiegato il commissario – che in futuro si potrà pervenire all’individuazione di 3-8 siti potenziali, classificati in ordine di preferenza per consentire una preliminare scelta politica e prospezioni geologiche particolareggiate. Un gruppo di lavoro costituito dal Commissario delegato ha provveduto a realizzare uno studio preliminare sui parametri secondo cui si dovrà procedere all’individuazione del sito adatto. L’individuazione del sito sarà accompagnata da «provvedimenti finanziari e fiscali che dovranno essere previsti non per una compensazione di rischi alla popolazione ed all’ambiente, che sono praticamente inesistenti come dimostrano le esperienze degli altri depositi europei, ma per la mancata utilizzazione di un’area di 50-100 ettari e per le prevedibili remore psicologiche dovute anche a martellanti campagne emotive sulla questione».
La selezione dei possibili siti per il deposito nazionale di scorie nucleari, ha osservato Jean, va fatta applicando
In sostanza esistono 5 criteri di esclusione e due di preferenza.
I criteri di esclusione riguardano la sicurezza: aree vulcaniche, ad alta attività sismica, aree di esondazione, ecc. Quelli della salvaguardia ambientale si riferiscono alle Aree protette, aree soggette a vincolo paesaggistico-ambientale e archeologico, aree di applicazione della legge Galasso, aree di importanza comunitaria e di protezione speciale.
Il terzo criterio di esclusione si riferisce all’impatto antropico: abitanti, usi del suolo secondo i parametri considerati nel Centro interregionale delle informazioni territoriali (ad esempio, terre umide), densità della popolazione in un raggio di 10 km dal baricentro (escluse aree con densità superiore a 30 abitanti). Questo criterio è anche uno di preferenza relativamente alle aree aventi una densità di popolazione inferiore al limite di esclusione.
L’altro criterio di esclusione di un sito è la dimensione dell’area del deposito. Queste le misure previste. Per il deposito superficiale: aree di 100 metri pianeggianti, con strato di argilla a profondità di 30-50 metri. Per il deposito sotterraneo:aree di 50 ettari con formazione di argilla che inizia al massimo 50 metri sotto il suolo e che abbia uno spessore adeguato alla costruzione di un deposito o elicoidale o a spina di pesce.
L’ultimo criterio di esclusione si riferisce ai criteri geomorfologici e idrogeologici: Indagini con foto aeree ufficiali (Commisione Via) sovrapponibili alle tavole dell’Igm (Istituto geografico militare) e completate con opportune verifiche sul campo.
Lo studio prevede di applicare due livelli di preferenza per la classificazione dei siti candidati: Il primo riguarda la classifica dei siti candidati secondo il metodo della «performance assessment» relativo all’idoneità’ dei suoli. Il secondo criterio riguarda i rischi, difficoltà, tempi e costi dei trasporti; impatto ambientale; proprietà demaniale del sito, ecc.