I piani europei per lo scambio di emissioni

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Entro la fine dell’anno, saranno 21 i piani nazionali di quote per lo scambio di emissioni di gas ad effetto serra che saranno approvati dalla Commissione europea. Tra questi non ci sarà quello dell’Italia, insieme a quelli presentati da Polonia e Repubblica Ceca. All’appello mancherà anche la Grecia che, a differenza degli altri tre, è stata ancora più inadempiente in quanto non ha ancora presentato alcun piano.
Lo ha rilevato il commissario Ue all’ambiente Stavros Dimas, in un incontro stampa con i giornalisti. Il prossimo 22 dicembre, giorno in cui si terrà l’ultima riunione dell’anno dell’esecutivo, Bruxelles approverà i piani di Lituania, Spagna, Malta, Cipro e Ungheria. Con queste ultimi adempimenti, arriverà a 21 il numero dei piani arrivati e approvati. Anche i problemi che si erano creati con il piano francese «sono stati risolti» ha indicato Dimas. Lo stesso è stato fatto per il programma finlandese. Il piano italiano non potrà invece essere approvato in quanto, secondo la Commissione, è incompleto e va integrato prima che possa essere emesso un giudizio sulla sua accettabilità. In particolare, Bruxelles contesta il fatto che l’Italia non ha reso noto l’elenco delle installazioni soggette all’emission trading e questo rende impossibile verificare quante emissioni potrà emettere ogni installazione. Il piano fa riferimento solo alla quantità totale di quote, ma la direttiva europea chiede anche l’elenco che suddivide le quantità per ciascun impianto. L’emission trading è un programma previsto nell’ambito del Protocollo di Kyoto, che si propone di ridurre le emissioni nocive.
(Fonte Ansa)