Il nuovo Progetto dell’Istituto Tethys in Grecia nel Golfo di Amvrakikos

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Si amplia l’area di studio del progetto Ionian Dolphin Project condotto presso l’isola di Kalamos in Grecia Ionica, dove dal 1993 i ricercatori dell’Istituto Tethys studiano delfini comuni e tursiopi. La nuova area di studio comprende ora anche il Golfo di Amvrakikos, un bacino semichiuso, dove, malgrado le acque inquinate e grazie alla straordinaria abbondanza di prede, vive una popolazione residente di tursiopi.
Dopo tre anni di survey nel Golfo di Amvrakikos, l’Istituto Tethys ha aperto ufficialmente lo scorso gennaio una nuova e grande base di ricerca a Vonitsa, una cittadina che si affaccia sul golfo.
Designato come sito Ramsar dal 1975 e area soggetta a speciale protezione dalla direttiva EC 79/409 per la conservazione dell’avifauna selvatica e dalla Convenzione di Barcellona, il Golfo di Amvrakikos è stato incluso nella rete del progetto Natura 2000. Il golfo è il più grande e uno dei più importanti bacini chiusi della Grecia. Copre un’area di circa 400 Km2, si estende su 256 Km di costa, e raggiunge una profondità massima di 60 metri.

Queste caratteristiche ne fanno un luogo ideale per svolgere ricerche sui delfini costieri che lo abitano. Acque chiuse, protette e calme per tutto l’anno, come quelle di Amvrakikos, consentono di svolgere campagne di studio anche durante il periodo invernale e di stimare con buona precisione la composizione e la dinamica della popolazione dei delfini, le loro interazioni con le attività di pesca e l’impatto delle varie attività antropiche.
«Il nuovo progetto ? ha detto Giovanni Bearzi Presidente dell’Istituto Tethys ? è nato per comparare due popolazioni di tursiopi: quella di Kalamos, esigua per la mancanza di cibo nell’area, e quella più abbondante di Amvrakikos, che vive in un’area molto ricca di pesce anche se minacciata da inquinanti di provenienza agricola trasportati dai fiumi nelle acque del Golfo».

Dai risultati finora ottenuti durante i survey, condotti con un gommone a chiglia rigida, sembra tuttavia che i delfini siano in buona salute. «La fauna ittica ? ha aggiunto Bearzi ? è al momento talmente ricca da non creare competizione tra pescatori e delfini; di pesce ce né in abbondanza per tutti. Inoltre, una delle prede preferite dai tursiopi, la Sardinella aurita, è considerata uno scarto dai pescatori del Golfo che, quando la trovano nelle loro reti, la gettano via».
Finora i ricercatori hanno scattato ai delfini oltre 8.000 fotografie, che hanno permesso di foto-identificare ben 80 individui diversi, avvistati più volte nella stessa area. Dai dati preliminari è emerso che la maggior parte dei delfini non esce quasi mai dal Golfo, probabilmente perché le acque aperte del Mar Ionio, più profonde e limpide, sono scarsamente popolate dalle prede di questi cetacei.

Tra gli obiettivi dei ricercatori Tethys, c’è anche quello di valutare pericoli e minacce a cui sono esposti i tursiopi, raccogliendo campioni biologici da analizzare in collaborazione con diverse Università europee.
Oltre ai tursiopi, unici cetacei presenti, sono frequentemente avvistate anche tartarughe marine (Caretta caretta) e una ricca avifauna comprendente il pellicano riccio (Pelecanus crispus),


che rappresenta una specie rara e che nel Golfo ha un’importante colonia. Il progetto Tethys prevede anche una raccolta di dati sugli uccelli e sulle tartarughe marine.
Considerato il degrado ambientale a cui è soggetta l’area (già definita come «sensibile» nella direttiva 91/271/EEC – Urban Waste Water Treatment), ma anche la sua grande biodiversità, la comunità scientifica sta promuovendo una serie di azioni volte a tutelare il Golfo di Amvrakikos, tra cui un progetto per istituire un Parco Nazionale.
«Se l’area non verrà adeguatamente protetta ? ha detto il Presidente dell’Istituto Tethys ? la qualità delle acque potrebbe essere compromessa al punto da ridurre considerevolmente la fauna ittica e minacciare i delfini e le altre specie animali».