E gli esempi di collaborazione più significativi illustrati fanno riferimento agli incidenti che negli ultimi anni hanno coinvolto petroliere di grandi dimensioni, Erika, Prestige e Haven. «Eventi sicuramente catastrofici, anche per la grande visibilità dell’impatto ? afferma il presidente di Aiom, Associazione ingegneria off-shore e marina, Maurizio Gentilomi – ma il rapporto con altri fattori di inquinamento va riletto con la stessa proporzione che esiste tra un disastro aereo, in cui perdono la vita decine e decine di persone, e la quasi quotidiana strage quotidiana».
E prosegue illustrando i numeri del trasporto petrolifero: 11/12 milioni di tonnellate di oli all’anno (per lo più greggio, ma anche nafta, semilavorati e prodotti chimici) di cui circa 3mila viaggiano sulle 4/500 superpetroliere in attività al mondo. «Ma l’industria petrolifera ha da anni sviluppato particolare attenzione alla sicurezza ? continua Gentilomi ? alla tecnologia e alla prevenzione. Il tema vero è quello del consumo smodato di energia, oltre il 40% del quale da idrocarburi fossili, cioè da fonti non rinnovabili. Nel medio periodo, nonostante l’allarme per il progressivo esaurirsi dei bacini (le previsioni affermano che tra meno di trent’anni avremo consumato già oltre metà dei depositi di idrocarburi esistenti), il consumo aumenterà di un 2/2,5% annuo».
Servono quindi nuove strategie, attività di ricerca e sinergie tra istituzioni, enti di ricerca, imprese e cittadini per mettere in campo alternative energetiche in ogni ambito: dalla produzione industriale ai consumi domestici. Questo l’obiettivo e l’auspicio con cui si chiude la Settimana della cultura ambientale, per arrivare a progettare in concreto l’idea di sviluppo sostenibile che in questi giorni si è condivisa.