Implicazioni sul Protocollo di Kyoto

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Come noto, il Protocollo di Kyoto richiede che siano ridotte le «emissioni nette» e cioè che venga diminuito il bilancio tra emissioni ed assorbimenti di gas serra. Questo implica che da una parte vengano ridotte le emissioni effettive di origine umana e dall’altra che vengano aumentati i cosiddetti «sinks». L’aumento dei «sinks» significa, nel linguaggio del Protocollo di Kyoto, aumento della copertura vegetale, della forestazione, riforestazione ed afforestazione ed aumento dell’immagazzinamento di sostanza organica nel suolo e nel sottosuolo.
I «sinks» rivestono un ruolo essenziale nel protocollo di Kyoto. Ma se l’aumento di «sinks» produce da una parte una diminuzione dell’anidride carbonica, e dall’altra un aumento del metano atmosferico che è ben 21 volte più potente (in termini di riscaldamento globale), il problema dei «sinks» sarà, a questo punto, tutto da rivedere perché la vegetazione e le foreste non sarebbero più assorbitori di gas serra ma sorgenti di emissioni, a meno che per ogni kg di metano emesso vi sia un assorbimento di anidride carbonica superiore a 21 kg.
Questa ricerca creerà certamente una serie di controversie non solo scientifiche, ma soprattutto politiche e di attuazione degli impegni sul protocollo di Kyoto. Anzi, se i risultati venissero confermati, il protocollo di Kyoto potrebbe ricevere un colpo mortale ed irreversibile. Ma non solo! Verrebbe reso inutile e completamente vanificato tutto il negoziato sul clima finora portato avanti e che si è sviluppato a partire dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sottoscritta a Rio de Janeiro nel giugno 1992.