La biodiversità creata dall’uomo

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Seguendo questa impostazione, si possono evidenziare importanti connotazioni di identità culturale anche a livello di biodiversità genetica e specifica. Nel corso dell’evoluzione, in questo lento percorso di adattamento umano alle condizioni ambientali locali, l’uomo ha scelto e selezionato le varietà vegetali ed animali che più erano adatte a sostenere la produzione agricola e zootecnica locale, adattate, quindi, alle condizioni ambientali locali. Le cosiddette varietà locali sono spesso il risultato di un lungo processo di selezione che origina «ecotipi» caratterizzati da un’elevata adattabilità all’ambiente naturale e migliore resistenza agli stress climatici e di origine parassitica.
Le varietà locali di frutta e verdura, i tipi diversi di pecore, cavalli, maiali, selezionati dall’uomo nel corso dei secoli, rappresentano tutti un modo in cui l’uomo ha esercitato un processo di selezione e quindi di cambiamento nei confronti della biodiversità, imponendo ad essa la propria matrice culturale, per fini alimentari, di sopravvivenza, produttivi.
L’importanza culturale di questa biodiversità selezionata dall’uomo è ben conosciuta dagli agricoltori e dagli allevatori, in quanto nel tempo, oltre al valore assunto da queste varietà dal punto di vista di una migliore e più abbondante produzione in relazione alle caratteristiche ambientali, è diventata anche la base delle produzioni tipiche locali.

Purtroppo una gran parte di questa biodiversità legata alle varietà vegetali e alle razze animali da allevamento si sta o è già persa. Si calcola che dalla fine dell’800 sia scomparso il 75% delle piante coltivate: un fenomeno di erosione genetica che ha ripercussioni anche sulle qualità sensoriali e nutrizionali dei prodotti. Questo fenomeno è iniziato con l’instaurarsi dell’agricoltura intensiva che ha banalizzato la varietà nelle produzioni, lo spopolamento delle campagne e l’invecchiamento della popolazione dedita all’agricoltura. Una volta varietà particolari si ereditavano insieme al podere o all’orto di famiglia, si acquisivano con matrimoni tra persone provenienti da province o regioni diverse. Ora che gli orti di famiglia sono drasticamente ridotti di numero tante varietà che prima era possibile trovare solo in determinate province si sono perse.

Attualmente si assiste ad un aumentato interesse dei consumatori verso le varietà locali ed «amatoriali», mentre al contempo cresce la necessità da parte delle aziende sementiere di attingere a pool genetici di varietà tradizionalmente coltivate, ma in via di estinzione, per migliorare la resistenza alle malattie, ai parassiti, alle avversità climatiche, e per incrementare le qualità organolettiche e le proprietà nutrizionali delle varietà in commercio.