La mostra «Giulio Carpioni. Il segno che diventa estasi»

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Amato e ammirato nel suo tempo, venne presto dimenticato dalla città di Vicenza, che relegò molte delle sue opere più belle nell’ambito della pittura minore.
Eppure oggi, incuriosita dalla figura di questo straordinario artista, la critica indica Giulio Carpioni come l’indiscusso protagonista a Vicenza e nell’ambiente veneto della rinascita classicistica e il fautore della rivoluzione di un gusto, che nella terra dei Dogi aveva ormai perso la sua freschezza e la sua originalità.
Scanzonato e quasi dissacrante, fu l’interprete inimitabile di miti e allegorie in quei piccoli quadri di carattere profano, per i quali era diventato famoso in città: balli, scherzi, trionfi di puttini e satiretti, baccanali con figure mitologiche, chiassosi cortei di ninfe e deità in preda ai fumi del vino e alla frenesia erotica spesso scomposta; ma anche allegorie, metamorfosi di uomini, animali e dei con scene affollatissime di personaggi adagiati su prati o sulle nubi nel misterioso universo del sogno, dell’illusione e dell’irrealtà.
Ricerche documentarie confermano che Carpioni nacque nel 1613 a Venezia e morì il 29 gennaio 1678. Probabilmente di famiglia molto modesta, forse ancora giovinetto, si dice che Carpioni fosse iniziato alla pittura dal Padovanino e sotto la sua guida, come l’Orlandi ci testimonia nel ?700 «tanto avanzossi, che in breve tempo acquistò gran fama nel disegno, nell’invenzione, nella vaghezza del colorito». Proprio la mancanza di fonti, che testimonino la prima fase della sua vita, ovvero quel periodo di giovinezza artistica che va dall’ipotetico alunnato nella bottega del Padovanino fino alle sue prime opere vicentine documentate e datate, alimenta la ricerca di nuovi elementi storici e scientifici.
Proprio da questo presupposto nasce l’opportunità di sfruttare l’occasione della mostra di Roma e della vetrina Unesco sul pittore di Vicenza per far conoscere una nuova scoperta in ambito artistico. La storica dell’arte Federica Morello, che nel 2002 ha pubblicato un volume su Giulio Carpioni, documentando scoperte archivistiche importantissime per la storia e la storia dell’arte della città e ricostruendo dalle carte autografe dei committenti seicenteschi un’intera perduta quadreria, è andata oltre.
Nella mostra Unesco la novità è rappresentata da un’incisione fino ad oggi rimasta sconosciuta, autografa del Carpioni: una perla rara e un’autentica novità che apre a scenari fino ad oggi insospettati sulla giovinezza artistica del Carpioni (molti collezionisti del Carpioni si trovano in tutta Italia e a Roma), quella che finora era avvolta dall’oscuro silenzio delle fonti.
L’incisione raffigura «San Nicola da Tolentino che affida la città di Vicenza alla Madonna Assunta». Un pezzo forte che senz’altro fornirà altri spunti storico-artistici sui quali la Morello sta ancora indagando e studiando.