La quercia da sughero

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Un albero importante per il futuro dell’agro-silvicoltura nel Mediterraneo

La sughera (Quercus suber) è la specie arborea che meglio riassume le caratteristiche ambientali, storiche e paesaggistiche del Mediterraneo orientale. Questa quercia sempreverde è un testimone delle minacce che incombono sulle foreste, ma anche delle enormi opportunità che la sua tutela offre alle comunità rurali dei paesi mediterranei.
Il Wwf sta sviluppando una strategia a livello ecoregionale per la tutela, gestione e ripristino delle sugherete nello sforzo di combinare la protezione delle foreste di maggior pregio ambientale con modelli di sviluppo agricolo in grado di sostenere economicamente una agricoltura sempre più responsabile nella gestione sostenibile delle risorse naturali. Per questo è possibile pensare una strategia che articoli tre azioni pienamente integrabili nella pianificazione su area vasta.

Tutela: la Direttiva Habitat ha identificato nelle sugherete un ambiente minacciato che ospita specie rare come la lince iberica, il cervo berbero, il gatto selvatico, il cervo sardo, l’astore sardo-corso, farfalle ed orchidee endemiche. Nella rete Natura 2000 italiana sono presenti 90 aree forestali in Sicilia, Sardegna, Lazio, Toscana, Liguria, Basilicata, Puglia e Calabria: in queste aree si può conciliare la tutela della biodiversità con le pratiche agricole tradizionali. In Spagna, Portogallo e Nord Africa questi preziosi habitat sono presenti con superfici ancora maggiori.

Gestione: il sughero è un prodotto molto redditizio e trova diverse applicazioni che vanno aldilà della produzione di tappi. L’estrazione di questo prodotto non comporta l’abbattimento degli alberi e quindi la copertura arborea rimane inalterata a proteggere i terreni da erosione e inaridimento. Tanti altri prodotti selvatici e agricoli sostengono economicamente queste aree.

Restauro forestale: la sughera è una specie autoctona che in associazione con il leccio, la roverella e l’olivastro deve trovare sempre più impiego nel recupero ambientale delle aree percorse dal fuoco e dei terreni marginali fortemente degradati. La sua maggiore resistenza al fuoco la rende particolarmente adatta in aree a rischio incendi. Come testimone di paesaggi forestali scomparsi è da considerarsi una specie chiave nella ricostituzione del tipico mosaico agrosilvano del Mediterraneo orientale e l’albero simbolo della riparazione dei danni del passato.

(Fonte Wwf Italia)