Le attività di Conservazione negli Orti Botanici

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La conservazione ex-situ, almeno nel breve e medio periodo, rappresenta il solo mezzo con cui molte piante possono essere salvate dell’estinzione e dalla erosione genetica, specialmente a livello locale ed in questo gli Orti Botanici giocano un vigoroso ruolo. Le principali attività di conservazione ex-situ degli Orti Botanici consistono in:

a) mantenimento di collezioni viventi alle condizioni climatiche locali, in serra, arboreti, banca del germoplasma di specie locali.

In molti Orti Botanici sono stati avviati programmi di monitoraggio delle basi genetiche delle loro collezioni in modo da preservare la loro scientifica integrità. Con l’analisi del Dna gli Orti Botanici sono in grado di utilizzare un rapido ed accurato mezzo di controllo di variazioni nelle popolazioni naturali e coltivate in modo da consentire eventuali misure di conservazione.

b) banche del germoplasma, specialmente strutture per la conservazione dei semi. Molti Orti Botanici possiedono strutture in grado di conservare i semi e propaguli per un lungo periodo di tempo. Questo consente di poter restaurare specie in via d’estinzione e lo scambio di genoma con altri centri di conservazione della biodiversità.

La selezione di semi di specie della flora spontanea pugliese per la loro conservazione nella banca del germoplasma delll’Orto Botanico dell’Università di Bari.c) Vivai specializzati e centri d’orticoltura. Gli Orti Botanici devono organizzare vivai per la riproduzione delle specie minacciate d’estinzione e applicare valide tecniche orticolturali anche attraverso la formazione di personale specializzato.
d) Micropropagazione e coltura dei tessuti. Molti orti Botanici attuano la coltura dei tessuti in vitro sia per l’ottenimento di piante (micropropagazione) sia per la conservazione di tessuti.
e) Studi floristici e biosistematici. In molti Orti Botanici esistono collezioni di exiccata della flora locale e regionale che permettono di conoscere la biodiversità e la compilazione di monografie floristiche e tassonomiche.
f) Programmi di recupero, reintroduzione di specie minacciate e restauro degli habitat. Gli Orti Botanici dovranno provvedere alla reintroduzione di specie nel territorio o il prelievo e la moltiplicazione di specie minacciate d’estinzione e la loro reintroduzione nell’ambiente naturale.
g) Gestione d’aree naturali associate agli Orti Botanici. Più di 500 Orti Botanici hanno al loro interno aree di vegetazione naturale o aree esterne sotto la diretta gestione. Questo consente la gestione e conservazione in situ della biodiversità locale.
h) Progettazione e difesa della biodiversità locale. Alcuni Orti Botanici sono attivi nel guidare i programmi di conservazione e difesa della biodiversità dei governi locali e nazionali.
i) Educazione ambientale. I programmi di conservazione degli Orti Botanici comprendono anche l’educazione ambientale dei cittadini mirata a far conoscere al pubblico il patrimonio di specie del territorio. Si calcola che gli Orti Botanici del mondo ricevono oltre 150 milioni di visitatori l’anno. Essi, pertanto, costituiscono la più grande risorsa potenziale per la sensibilizzazione pubblica dell’importanza della biodiversità e della sua conservazione.


Alunni di scuole elementari in visita


guidata presso l’Orto Botanico dell’Università di Bari. La funzione didattica degli Orti Botanici è attuata anche mediante visite guidate da giovani ricercatori e rivolte essenzialmente a studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Per gli studenti di corsi di laurea biologici sono attuate numerose lezioni pratiche nelle diverse branche e settori della Biologia Vegetale
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