Spetterà all’Iet il compito di selezionare e designare un partenariato destinato a divenire una Cci secondo una procedura concorrenziale, aperta e trasparente. A tale fine, dovrà adottare e pubblicare i criteri dettagliati per la selezione delle Cci, in base ai principi di eccellenza e di pertinenza in termini di innovazione. Esperti esterni e indipendenti parteciperanno alla selezione che dovrà essere realizzata in base a una serie di criteri stabiliti dal regolamento, tra i quali la capacità d’innovazione esistente e potenziale nell’ambito del partenariato e la sua capacità di garantire un finanziamento autosufficiente.
Le Cci avranno «un’autonomia generale sostanziale» per definire la loro organizzazione interna e la composizione, nonché il loro programma preciso e metodi di lavoro, mentre le relazioni tra l’Iet e ciascuna Cci sarà fondata su un accordo contrattuale. La condizione minima per la costituzione di una Cci è la partecipazione di almeno tre organizzazioni partner, stabilite in almeno due Stati membri diversi, che siano «indipendenti l’una dall’altra». Una Cci potrà includere organizzazioni partner di paesi terzi, ma la maggioranza dei partner deve essere stabilita negli Stati membri. Almeno un istituto di istruzione superiore ed una società privata devono prendere parte a ciascuna Cci.
Le Cci eserciteranno attività d’innovazione e investimenti con valore aggiunto europeo integrando pienamente le dimensioni dell’istruzione superiore e della ricerca «per raggiungere una massa critica e stimolando la diffusione e lo sfruttamento dei risultati». Realizzeranno poi ricerca di punta incentrata sull’innovazione «in settori che rivestono un interesse fondamentale per l’economia e la società», che si avvalga dei risultati della ricerca europea e nazionale e che presenti il potenziale per rafforzare la competitività dell’Europa a livello internazionale.
Condurranno anche attività di istruzione e di formazione a livello di master e di dottorato «in discipline aventi un potenziale per soddisfare i futuri bisogni socioeconomici europei» e che promuovano lo sviluppo delle competenze in materia d’innovazione, il miglioramento delle competenze manageriali e imprenditoriali e la mobilità dei ricercatori e degli studenti. Si occuperanno poi di diffondere le migliori prassi nel settore dell’innovazione incentrate sullo sviluppo di una cooperazione tra il settore dell’istruzione superiore, della ricerca e delle imprese, compresi i settori terziario e finanziario.