Le ragioni del no

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Il Wwf Italia, ricorda che queste richieste sono motivate da:

Le carenze della Via – Già nel febbraio 2003 il Wwf e le altre associazioni ambientaliste avevano rilevato oltre 100 lacune ed omissioni nel progetto preliminare e nello studio di impatto ambientale, presentati dalla Stretto di Messina SpA e, poi, approvati nell’agosto dello stesso anno (con Delibera CIPE n. 66/2003). A ciò si aggiunge, oltre alle inchieste della Procura della Repubblica di Roma sulla regolarità della procedura Via, il fatto che, grazie in particolare alla redazione di due specifici dossier da parte del Wwf, il 18 ottobre 2005 la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea (CE) ha comunicato di aver «messo in mora» la Repubblica italiana colpevole di non aver adottato misure idonee a prevenire il deterioramento degli habitat e le «perturbazioni» dannose agli uccelli, in violazione della Direttiva «Uccelli» (Direttiva 79/409/CEE). Ora, con la nuova istituzione delle due Zps dei Peloritani (in Sicilia), che si aggiunge a quella delle Dorsali di Curcuraci Antennamare (già esistente sempre sull’isola) e della Costa Viola (in Calabria) tutta l’area dello Stretto di Messina è tutelata.
È quindi, ineludibile la Valutazione d’Incidenza, prevista dalla Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE) che rimette in discussione l’intero progetto.

I vizi della gara – Nel giugno 2005 il Wwf Italia ha inviato due segnalazioni alla DG Mercato Interno della Commissione Europea e all’Autorithy di vigilanza sui lavori pubblici, segnalando la probabile violazione dell’art. 3 della Direttiva sui lavori pubblici (Direttiva 93/37/CE) con riguardo al sospetto collegamento, in contrasto con il diritto comunitario e con la Legge Merloni, tra il Consorzio Cooperative Costruttori (Ccc) e la Cooperativa Muratori e Cementisti (Cmc) (che risulta esser uno dei 240 soci aderenti a Ccc) presenti nelle due diverse cordate, capeggiate rispettivamente da Astaldi (in cui era Ccc) e da Impregilo (che ha vinto e in cui è presente Cmc), che hanno concorso alla fase di prequalifica del GC. Il 23 agosto 2005 la DG Mercato Interno della Commissione Europea ha aperto un’istruttoria in merito e il 30 novembre del 2005 il Servizio Ispettivo dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici ha chiesto chiarimenti e documentazione alla Stretto di Messina SpA.

I contenuti del contratto – Nel 25 ottobre 2005 il Wwf Italia, insieme alle altre associazioni ambientaliste, ha chiesto un dibattito pubblico in Parlamento e nei consigli regionali ricordando che di si trovava di fronte, rispetto all’offerta di Impregilo, a un maxiribasso anomalo (del 12,33%, pari a 500 milioni di euro), sul costo, già molto prudenziale di 4,4 miliardi di euro (quando il Governo valuta a consuntivo 6 miliardi di euro e esperti indipendenti 7,5-9 miliardi di euro). Il Wwf ricorda che bisogna evitare danni ai conti pubblici e che ciò è possibile anche dopo l’assegnazione al GC, visto che secondo una clausola del Bando: la lettera M del punto IV.4) la Stretto di Messina SpA può decidere di annullare la gara o di modificarne i termini in qualsiasi momento e a suo insindacabile giudizio». Da qui la richiesta,


assolutamente legittima, di sospensione dell’iter di perfezionamento del contratto, alla luce dei rilievi della Commissione europea, delle inchieste della magistratura e anche del ricorso presentato al TAR del Lazio da Astaldi il 21 dicembre 2001, che verrà discusso l’8 febbraio prossimo, che riguarda proprio l’assegnazione alla cordata capeggiata da Impregilo della gara per il GC per il ponte avvenuta il 12 ottobre 2005.

(Fonte Wwf)