Nuovo ruolo nella qualità della vita

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Oggi la chimica aiuta la società nelle sue diverse attività e campi (sanità, agricoltura, alimentazione, beni culturali, ambiente, produzione) e verso questi settori sta producendo ulteriori importanti sforzi per mettere a punto sistemi e metodi di studio e controllo sempre più sofisticati e miniaturizzati capaci di essere automatizzati, finalizzati alla comprensione dei fenomeni di disfunzione dell’organismo, di trasferimento di inquinanti ambientali ed alimentari nel sistema metabolico umano, ma anche di operare in situ, di aiutare indagini investigative, di misurare concentrazioni di inquinanti sempre più basse.
La medicina da questo punto di vista, essendo basata sull’uomo come sensore capace talora di rilevare con alterazioni concentrazioni che nessun metodo ufficiale consente di misurare ci obbliga ad un continuo faticoso inseguimento e le norme di legge non sempre tengono conto del fatto che l’inseguimento magari non ha ancora avuto successo, sancendo limiti immisurabili.

Il concetto di qualità della vita è ormai uno di quelli su cui più si discute. Quali valori nella nostra vita possono essere indicatori di una maggiore o minore qualità? Le risposte possono essere soggettive ma naturalmente la buona salute in una classifica di tali valori appare fra quelli indiscutibilmente più importanti. Tra le ricerche quelle finalizzate alla protezione della salute umana (quindi del valore forse più importante ai fini di accrescere quanto più possibile il livello di qualità della vita) sono certamente fra le più di successo e di attualità.
La sintesi di nuove molecole che sulla base della correlazione fra struttura e proprietà possano svolgere un ruolo significativo contro alcune malattie ed infestazioni, l’individuazione a fine preventivo di marker indici di particolari stati patologici basandosi su impronte di composizione proteica (proteomica) o di prodotti del metabolismo (metabolomica), la messa a punto di metodi di analisi in vivo combinando biomateriali e sistemi sensori capaci di essere immessi direttamente nel corpo umano per ottenere informazioni e quindi conseguire diagnosi ed avviare interventi curativi sono alcuni esempi che vengono subito alla mente.
Si pensi ancora agli organi artificiali nei quali veri e propri reattori chimici sostituiscono le funzioni di un organo umano incapace di funzionare ed anche alla reazione in vitro fra molti composti ed i siti recettori del nostro organismo con la possibilità di evidenziare pericoli possibili, incompatibilità, allergie.
Un ulteriore settore è rappresentato dagli studi sull’attività delle sostanze naturali ai fini della protezione della salute quasi omologando quanto la natura è capace di fare sui propri sistemi componenti. Gli antiossidanti sono un esempio molto tangibile: ne vengono isolati di sempre nuovi con capacità crescenti a difesa del nostro organismo dall’attacco dei radicali liberi responsabili dello stress ossidativo considerato uno stadio preliminare di molte malattie anche gravi.
Infine i neo elettroni. Ci sono poi nasi e lingue elettronici capaci di rilevare l’impronta digitale di fluidi biologici (saliva, espettorato, espirato) ed evidenziare in tale impronta irregolarità ed anomalie (rispetto a tracciati di riferimento) che possono essere ricondotte a stati patologici, ivi compreso il tumore.
I test enzimatici sono un’ulteriore applicazione della Chimica per proteggere la salute:


essi infatti denunciano carenze funzionali e fisiologiche non soltanto in qualche caso specifiche di alcuni stati patologici, ma anche alle quali secondo alcune recenti teorie viene correlato l’insorgere di alcune malattie anche gravi come il tumore.
Tutte queste scoperte si basano però su misure per le quali l’assenza del richiesto rigore esecutivo comporta come conseguenza l’assenza di significatività e di tracciabilità che ne pregiudica anche la corretta utilizzazione con due tipi di danno, economico e sociale.