ROMA – Sono circa un’ottantina i depositi definitivi per accogliere i rifiuti radioattivi in tutto il mondo, dieci i siti solo selezionati e sei i depositi in fase di studio o in attesa di permesso dalle Autorità. Tra questi anche Chernobyl. Sette sono invece i depositi in fase di chiusura (in Armenia, Repubblica Ceca, Russia, Tajikistan e Ucraina) e 18 quelli chiusi.
Questa la mappa mondiale dei depositi per le scorie radioattive secondo i dati forniti dall’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Apat).
La maggior parte dei depositi, per non dire quasi tutti, fanno notare all’Apat, sono DSS e DSI, cioè depositi superficiali con strutture semplificate nel primo caso e con strutture ingegneristiche nel secondo, in grado di ospitare rifiuti radioattivi a bassa attività per i DSS e rifiuti radioattivi a bassa e media attività. Parte sono depositi in cavità o miniera (DC) utilizzati anch’essi per scorie a bassa e media attività mentre pochi sono i depositi geologici presenti nell’elenco, quelli cioè in grado di ospitare rifiuti radioattivi a media e alta attività».