La Commissione ha inviato un altro parere motivato sollecitando l’Italia ad effettuare misurazioni del particolato (PM10) e ad informare il pubblico dei livelli di inquinamento nel comune di Civitavecchia (Roma). L’Italia sta violando la normativa UE sulla qualità dell’aria che stabilisce che, a determinate condizioni, gli Stati membri devono misurare le concentrazioni di alcuni inquinanti atmosferici, compreso il PM10, e garantire che questi dati siano regolarmente comunicati al pubblico.
Il PM10 sono particelle di piccole dimensioni trasportate dall’aria che sono principalmente prodotte dalla combustione di benzina e diesel dei veicoli a motore e da altri processi di combustione. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, sul lungo termine l’esposizione alle concentrazioni di PM10 comunemente rilevate nelle zone urbane può ridurre l’aspettativa di vita aumentando i rischi di patologie cardio-polmonari e di cancro al polmone. È pertanto fondamentale effettuare correttamente le misurazioni e darne comunicazione al pubblico.
Nel luglio 2004 è stato trasmesso all’Italia un parere motivato. Adesso ne è stato inviato un altro per ricordare alle autorità italiane che Civitavecchia rientra in una zona nella quale le misurazioni sono obbligatorie e l’inquinamento da PM10 è effettivamente superiore ai valori limite che ne impongono il rilevamento ai sensi della normativa UE in materia.
In un altro caso la Commissione ha inviato un parere motivato perché l’Italia non aveva misurato le concentrazioni di PM10 e di piombo nell’atmosfera nella città di Brindisi. Anche in questo caso si tratta di una violazione della già citata legislazione in materia di qualità dell’aria.