Una levata di scudi

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«Ricordiamo ? continua un comunicato di Greenpeace ? solo per memoria, che spetta a Tremonti superministro dell’Economia la paternità, fra l’altro, del decreto 15 aprile 2002 n. 63, con il quale l’intero patrimonio dello Stato, compresi boschi demaniali e spiagge, palazzi e altri beni storici e culturali, veniva trasferito a una società, la “Patrimonio Spa”, che opera per la sua “valorizzazione, gestione e alienazione” e con il quale viene creata anche la “Infrastrutture Spa” che può utilizzare il patrimonio e il demanio pubblici come garanzie per finanziare opere pubbliche, strade e autostrade».
La proposta di Tremonti è così «originale» che ha scatenato anche battute come quella di Francesco Forgione (Prc): «Tremonti potrebbe cominciare a vendere le Alpi». E il diessino Edo Ronchi, ex ministro all’Ambiente, è lapidario: «Sono contrario ad una misura che indebolirebbe il Sud sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. Le spiagge del Sud, come le altre risorse naturali e per essere valorizzate anche sul piano economico con lo sviluppo del turismo, devono essere tutelate per recuperare bellezza e valore ambientale».

La reazione del Wwf

«Tremonti già con la finanziaria 2002 aveva introdotto la possibilità di trasferire al patrimonio dei Comuni le aree demaniali occupate con il fine di alienarle ai privati ? ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del Wwf -: Questa disposizione fu poi cancellata da un provvedimento successivo, ma in diversi modi si è tentato in questa legislatura di aprire le maglie del demanio e lo stesso condono edilizio, in una prima stesura, comprendeva anche la sanatoria degli abusi realizzati in aree demaniali, comprese quelle marittime, e la possibilità di ottenere in concessione da parte dei privati i terreni su cui sorgevano le opere abusive sanate. La proposta di Tremonti, di vendere le spiagge per rilanciare il Mezzogiorno è un ennesimo tentativo che speriamo finisca male come i precedenti».