«Project Nim»

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Foto pubblicata su «Le Scienze»
Microfotografia in falsi colori del dispositivo SQUID utilizzato nello studio (Cortesia Francesco Giazotto/NEST)
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Racconta come la scienza, quando è usata per indagini discutibili senza rispetto per la vita, possa rendere improvvisamente visibile la crudeltà quasi primitiva di cui l’uomo è ancora capace

«Project Nim» di James Marsh, il regista Premio Oscar per «Man on Wire», presenta la toccante storia di Nim, uno scimpanzé strappato alla madre naturale e cresciuto come un bambino. Un esperimento scientifico degli anni 70 che ha fatto epoca.

Il film sarà distribuito in Italia in Dvd a partire dall’ottobre 2012 da Sacher Distribuzione e Feltrinelli Real Cinema. La prima sarà giovedì 26 aprile, ore 21 in 35 sale del circuito The Space.

La vera storia di Nim Chimpsky, un cucciolo di scimpanzé che nel 1973, al momento della nascita, viene separato dalla madre da un gruppo di scienziati della Columbia University e avviato ad un complesso esperimento durante il quale verrà educato esattamente come fosse un neonato umano. Ma al termine di un lungo addestramento Nim dopo varie peripezie viene abbandonato in una gabbia. Con la storia di Nim, vestito come un bambino, costretto ai vizi umani e sottoposto a comportamenti sociali che gli sono estranei, «Project Nim» racconta come la scienza, quando è usata per indagini discutibili senza rispetto per la vita, possa rendere improvvisamente visibile la crudeltà quasi primitiva di cui l’uomo è ancora capace, suscitando un senso di ingiustizia e pena infinita.

Chi è il mammifero più umano, quello che sentiamo più vicino a noi, l’Homo sapiens che crede di poter rendere qualsiasi essere uguale a lui, o il disarmato protagonista, costretto a vivere in un ambiente che non è il suo e a subirne i comportamenti? Per chi segue le vicende del piccolo Nim la risposta non è difficile.

Uomini e scimpanzé condividono il 98,7 % dei geni – commenta il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – dunque è sufficiente una piccola differenza nel loro patrimonio cromosomico perché si abbiano diversità di comportamento tanto pronunciate tra le due specie. Solo gli uomini, infatti, costringono altri esseri viventi a diventare tragiche vittime della propria presunta superiorità.

(Fonte Enpa)