Gli italiani sono animalisti convinti

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    Contrari alla vivisezione (oltre l’80%), alla caccia (il 74,3%), all’uso di animali nei circhi (il 65% dice no), all’uccisione di altri esseri viventi per ricavarne pellicce (85,5%). L’Enpa: sostegno per i proprietari dei pet colpiti dalla crisi

    La stragrande maggioranza degli italiani è contraria alla vivisezione (oltre l’80%), alla caccia (il 74,3%), all’uso di animali nei circhi (il 65% dice no), all’uccisione di altri esseri viventi per ricavarne pellicce (85,5%). È quanto emerge dal Rapporto Italia 2014 presentato questa mattina dall’Eurispes, a Roma. «Sono dati importanti e significativi – commenta l’Enpa – che confermano quanto gli italiani siano attenti e sensibili alla protezione degli animali e che ci auguriamo spingano i decisori pubblici a rispettare la volontà dei nostri connazionali adottando finalmente provvedimenti concreti in tal senso. Provvedimenti che noi chiediamo da tempo».
    Ma c’è anche un altro aspetto, decisamente meno positivo, che emerge dall’analisi dell’Eurispes. «Il Rapporto Italia 2014 evidenzia come la crisi economica si stia facendo sentire anche sui proprietari di animali d’affezione. Per questo – sottolinea l’Enpa – è fondamentale che le istituzioni prevedano adeguate forme di sostegno alle famiglie in difficoltà. Più volte abbiamo chiesto non solo di abbassare l’Iva sulle prestazioni veterinarie e sul cibo per i pet, ma anche e soprattutto di dare la possibilità ai veterinari di prescrivere farmaci generici per gli animali; una misura, questa, che consentirebbe di abbassare in misura significativa il costo delle cure per “cani, gatti &Co.”».
    Purtroppo, denuncia l’Enpa, poco o nulla è stato fatto su questo versante, forse con l’intento di compiacere le lobby dei farmaci. «Alcune istituzioni, in particolare quei Comuni che stanno pensando di alleggerire il carico fiscale su chi adotta animali nei canili, stanno finalmente mostrando di aver compreso come tali forme di sostegno, oltre a rispondere ad una diffusa esigenza sociale, rientrano nello stesso interesse degli enti locali, perché svuotare i canili significa anche alleggerire la pressione sulle casse pubbliche. Ciò che ancora manca – conclude l’Enpa – è una strategia condivisa a livello nazionale. Governo e Parlamento non possono più ignorare il problema: se realmente si vogliono tutelare gli animali, e con essi le persone, non è più pensabile di rinviare sine die le soluzioni tanto attese e richieste dalla stragrande maggioranza degli italiani».